The One Where Pansy Began To Act Like A Drama Queen

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Fu con immenso piacere che Pansy ai recó nell'ufficio della McGranitt, il giorno successivo. Avrebbe voluto raccontare a tutti ciò che lui le aveva fatto, che tutti sapessero: voleva che soffrisse, che si sentisse come si era sentita lei - impotente, piccola e sporca. Con molta freddezza e con un fare quasi distaccato spiegó alla donna, che si dimostrò comprensiva e disgustata tanto quanto lo era lei stessa, sebbene Pansy non mostrasse il minimo segno di shock, che cosa era successo. La preside le spiegó che avrebbe punito Goldstein non facendolo giocare nell'ultima partita di Corvonero - e ovviamente revocando immediatamente il titolo di Caposcuola - e che il giudizio dei suoi esami finali sarebbe stato sospeso. Ma non poteva, anche se avrebbe davvero voluto, espellerlo definitivamente.

Rimasero a chiacchierare per una decina di minuti. Pansy non si era resa conto di quanto le sarebbe mancato Hogwarts fino a quel momento. Guardó gli occhi della McGranitt, azzurri e profondi, che la guardavano con un misto di dolcezza e comprensione, e avrebbe voluto scoppiare a piangere: liberare tutta la tensione che aveva accumulato - l'arrivo di Luna e la notizia dei Mangiamorte evasi, la paura per la sua famiglia, l'ansia nascosta e latente al fondo dello stomaco per gli imminenti esami, ciò che era successo con Goldstein e quel senso di abbandono che provava da quando Blaise l'aveva lasciata - forse l'avrebbe fatta sentire meglio. Contemplò l'ipotesi per qualche secondo. Ma, semplicemente, piangere non era nella sua natura.

La giornata si svolse con lentezza. Avrebbe voluto parlare con Draco, per sentirsi dire qualcosa - una parola, un abbraccio, non lo sapeva. Aveva addirittura preso in considerazione l'idea di bussare alla porta di Blaise - nonostante l'idea di trovarlo insieme ad Astoria le sembrasse troppo raccapricciante e triste - ma per fortuna arrivò qualcun'altro a salvarla dalla penosa eventualità di dover chiedere aiuto.

Hermione la trovò fuori, seduta sull'erba nei pressi della capanna di Hagrid. Quel posto non rappresentava per Pansy una qualche avventura vissuta anni prima, ma la tranquillizzava - il cielo grigio, i primi fiori che lasciavano nell'aria un lieve profumo dolciastro, nei pressi della foresta, e lo sbuffare di ciò che pensava essere una teiera da te nel camino della capanna. Quando Hermione le si accostò, Pansy la guardò con curiosità. "Come hai fatto a -"

Hermione l'abbracciò. Aveva pensato a cosa dirle, alle parole giuste per farle capire che con lei poteva parlare. Ma Pansy aveva un carattere così imprevedibile e delicatamente suscettibile che non avrebbe mai precisamente saputo se esisteva qualcosa di giusto. La strinse a sé, e percepí dalla sua rigidità la sua sorpresa prima - e poi, lentamente, dal modo in cui le spalle si abbassavano e il respiro si faceva più pesante, la comprensione. "Sto bene, Hermione"

Lei annuí, scostandosi dolcemente. "Lo so, Pansy"

"Voglio dire, io..." sospirò, dopo qualche secondo di silenzio, posando lo sguardo altrove, alla collina del Platano Picchiatore. "Pensavo - pensavo che vendicarmi mi avrebbe fatta sentire meglio"

"Qui non si tratta di vendetta" le disse la Grifondoro con cautela, sedendosi accanto a lei. "Merita di essere punito per quello che ha fatto"

"Questo non riguarda solo lui, Hermione" fece lei, scostandosi con forza una ciocca di capelli dal volto. "Riguarda me. Sai cosa mi hanno chiesto alcune Corvonero?" abbassò lo sguardo. Hermione si rese conto che non riusciva a stare ferma, tamburellando le dita sul libro che teneva fra le mani.  "Quando avessi intenzione di ritornare con Blaise. Come se avessi bisogno di essere protetta, capisci? Come se l'unico modo per evitare cose del genere sia avere un ragazzo"

"Mi dispiace, Pansy"

"Già" borbottò Pansy, che si era irritata con il suo stesso discorso. "Te l'ha detto la McGranitt, non è così?"

Amortentia. ||Drarry ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora