The One With The Ring

3.5K 233 122
                                    

Draco fece un sospiro tremante. Si sentiva sospeso, in bilico, schiacciato dal peso di ciò che provava. E si chiese ancora una volta come mai quel peso non lo avesse buttato giù, come faceva a stare ancora in piedi.

La McGranitt continuò a spiegare Trasfigurazione Avanzata, ignara della battaglia che stava avanzando nella mente di un suo alunno. La stessa Aula, con i suoi soffitti e le finestre altre, gli metteva addosso un'ansia strana, nostalgica, intensa, che sentiva come stringergli il cuore in una morsa.

A volte faticava a credere che avrebbe dovuto dire addio ad Hogwarts. La sua Hogwarts, con i corridoi sempre affollati e le mille stanze inesplorate, quelle che anche dopo sette anni scopriva ancora per caso, come se fosse stato il suo primo giorno al castello. Con le scale a cui piaceva cambiare proprio quando erano affollate, quasi si divertissero a vederti sbiancare e soffocare nel tuo respiro per il mancato salto nel vuoto e l'eventuale successiva morte, con i quadri pronti a sgridarti ogni qualvolta che corri nei corridoi - ma a consolare, in qualsiasi situazione, ogni studente che si rifugia nelle ale più nascoste. Hogwarts in autunno, con un'estate alle spalle da raccontare e la segreta consapevolezza di essere appena tornato a casa; d'inverno, con la neve che ricopre ogni cosa, la sua Sala Comune, la piovra, il freddo umido che entrava dagli spifferi e il piacevole calore del camino, le comode poltrone accanto al fuoco; il campo da Quidditch in primavera, quando l'erba era più verde di sempre e la voglia di vivere, muoversi, volare trasudava da ogni poro.

Draco aveva sempre amato Hogwarts, con quella sua aria così antica e sicura, una fortezza piena di persone e possibilità, di caso, di divertimento, di magia. Era certo che l'avrebbe sempre protetto, non importava da chi o da che cosa.

Ma non era stato così. Era stato proprio Draco stesso a far entrare nel posto a cui più teneva i Mangiamorte, a rovinarsi la vita con le sue stesse mani. E lo sapeva, lo sapeva anche prima di farlo quanto fosse sbagliato, che se ne sarebbe pentito per tutta la sua vita, che quello non era lui e che ciò che gli avevano insegnato da sempre, da quando ancora non sapeva cosa fosse Hogwarts, non era giusto. Che così facendo avrebbe tradito il castello e i suoi abitanti, avrebbe fatto entrare tutto ciò da cui avrebbe voluto tenersi lontano nel posto in cui si era sentito meglio in tutta la sua vita.

Un sussulto collettivo si levò quando Draco chiese alla professoressa di farlo uscire. Ignorò gli sguardi perplessi dei suoi compagni, uscendo dall'aula a testa alta, passo sicuro e occhi fermi, come sempre. Non si era nemmeno reso conto di averlo fatto, ma capí solo dopo due rampe di scale che aveva iniziato a correre.

Gli abitanti dei quadri si girarono a guardarlo, emettendo gridolini indignati e sorpresi. Il giovane Malfoy, sentí di sfuggita Draco, che aveva un nodo in gola. Peccato per suo padre, avrebbe potuto fare grandi cose.

Sentí i suoi piedi sbattere sui gradini di pietra delle scale, con un rumore scandito da un ritmo veloce. Da quando aveva iniziato a conoscere Potter, quella sensazione di rimorso e costante rimpianto si era affievolita. Il senso di colpa era sempre presente, e sapeva che non se ne sarebbe mai andato, ma lo lasciava in pace nei momenti peggiori e questo bastava. Ma adesso, proprio ora che tutto sembrava essere migliorato, il Mondo Magico gli rinfacciava i suoi errori e quello che stava facendo a Harry.

Doveva chiaramente essere stato troppo chiedere al mondo intero di lasciargli tenere l'unica persona con cui fosse riuscito ad essere sé stesso dopo tanto tempo. La persona con cui non aveva dovuto fingere di essere migliore di quello che era, perché sentiva di non essere solo, che essere Draco Malfoy - per quanto terribile il peso del suo cognome fosse - non era la cosa peggiore che gli fosse capitata. Ma adesso si rendeva conto che non avrebbe mai potuto funzionare.

La Torre di Astronomia si aprí ai suoi occhi. Draco percepí la sua solitudine risuonare nel vuoto, intervallata dai flash solitari dell'ultima volta in cui aveva visto Silente. Quella terribile notte in cui tutto era cambiato.

Amortentia. ||Drarry ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora