Draco sapeva di essere drammaticamente in ritardo quando arrivó al bar, per questo fu stupito di vedere che Harry lo stava ancora aspettando. Era seduto su una panchina lì davanti, una birra mezza vuota in mano e l'altra al caldo nella tasca del giubbotto, gli occhi grigi in tempesta che scrutavano l'orizzonte. Draco pensó che quella fosse la prima volta che Potter gli assomigliava davvero, e si sentí quasi in colpa per quel cambiamento. L'unica cosa diversa erano i capelli - che Draco portava appena spettinati, ora erano sparsi in ciocche confuse.
Sospiró e gli si sedette accanto. Si chiese se esistesse una frase giusta da dire in una situazione come quella, e la risposta non tardó ad arrivare. Non esisteva, perché situazioni così in genere non accadevano a nessuno.
"Ti ho fatto un regalo" disse infine Potter, con una voce bassa e roca che rivelava da quanto tempo fosse lì fuori da solo.
Draco alzó lo sguardo, colto di sorpresa. "Tu... Un regalo?" esitó, allontanandosi appena da lui. "Per me?"
Lui annuí lentamente. "Si" accennò un lieve sorriso ironico. "È quello che si fa di solito a Natale"
"Si, ma - io..." Draco non sapeva cosa dire. Sentiva le parole premergli sul fondo della gola, ma non trovava la forza per farle uscire.
"Non credo che mi ringrazierai quando te l'avrò dato" vide Potter alzare le spalle, quasi come se non si stesse chiedendo perché entrambi evitavano il discorso sul padre di Draco. "Ma prima, io... Ecco, dovresti accompagnarmi in un posto"
"Dovrei?" Draco alzó le sopracciglia. "Ho altra scelta, Potter?"
"Non ne hai" ammise candidamente lui, perché entrambi sapevano che non c'era nessun altro posto in cui non avrebbero dovuto fingere.
Draco sospiró. Dopotutto la sua unica scelta era quella di seguire Potter. Forse lo era sempre stata.
"È solo per stasera" disse poi all'improvviso, allarmato da quel pensiero. "Sai che non cambierà nulla, non è vero? Quando tutto tornerà normale continueremo a ignorarci, e quando Hogwarts finirà potrai dimenticarmi per sempre"
"Io non posso dimenticarti, Malfoy" Potter abbassó lo sguardo, imbarazzato. Probabilmente si stava chiedendo perché Draco stesse dicendo quelle cose proprio in quel momento, come se avesse distrutto l'implicito patto che c'era stato tra di loro fino a quel momento. "Cioè, io - naturalmente non volevo dire quello, solo - sarebbe impossibile dimenticarmi di te, Malfoy. Fai parte - insomma, della guerra"
"Già, certo" fece secco lui. Non era una delle sue uscite migliori, ma poteva lavorarci. "Dovresti, però" sussurrò, più a sé stesso che a lui.
Draco si sarebbe congratulato con sé stesso per il commento a dir poco brillante, se Potter avesse smesso di guardarlo con aria così triste. "Perché lo dici, Malfoy?"
Draco alzó lo sguardo su di lui. Per un attimo si chiese perché continuava a parlargli, perché non vedesse l'ora di liberarsi di lui e andare a casa.
"Perché è così e basta" fece Draco, la voce incontenibilmente irritata. "Non sono una brava persona. Lascia che ti ricordi che mio padre morirà perché seguiva un pazzo sadico e a mia madre potrebbe succedere la stessa cosa, e io rimarrei solo e non voglio che succeda ancora. Non voglio. Sto cercando di impedirlo con tutto quello che posso fare, ma non posso - non devo fare altri errori. Ma nulla di quello che faccio è mai giusto, probabilmente, perché mi trovo qui a discutere con te e mi odio per quello che sto dicendo"
"Malfoy" Harry non aveva smesso di guardarlo neanche per un secondo, e questo lo faceva sentire ancora peggio. Inclinó la testa di lato per vederlo, e posò a terra la birra. "In realtà, io l'ho visto"
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Amortentia. ||Drarry ff
FanfictionDraco ed Harry hanno passato otto anni a Hogwarts giudicando le reciproche vite. Cosa succederebbe però se fossero obbligati a scambiarsele? In un presunto ultimo anno ad Hogwarts, dove entrambi non hanno ormai più nulla da perdere. Condividono lo s...