"basta bere questa merda, mamma!" sua madre era di nuovo ubriaca.
Lo implorò in ginocchio "ti prego Zayn, ne ho bisogno!" piagnucolò.
Lui gettò il liquido nel lavandino, la madre gli afferrò il braccio e lo graffiò con le sue unghie perfette "no, no!" urlò la donna "sei un bastardo! Maledetto il giorno in cui sei venuto al mondo!".
Zayn aveva voglia di schiaffeggiarla, ma si trattenne. Era comunque sua madre.
Salì in camera sua e prese delle bende per fasciare i graffi. Anche questa volta avrebbe mentito dicendo che era stato il suo gatto. Ma il punto era che Zayn non aveva un gatto.
"fratellone, perchè la mamma piange?" chiese la sua sorellina Denise entrando nella sua camera.
Lui nascose il braccio sotto la manica "niente, le manca papà" sorrise "hai bisogno di qualcosa?".
La piccola annuì "non riesco a capire questo esercizio...mi aiuti?".
Zayn guardò il quaderno della sorella "certo, fammi vedere dove trovi difficoltà".
Lui e sua sorella avevano 13 anni di differenza. Sua madre lo aveva dato alla luce quando aveva quindici anni, lui era il frutto di una notte fugace. Conosceva Jack il suo patrigno, il suo vero padre non lo aveva mai incontrato, anche se aveva ereditato il suo cognome.
"grazie fratellone!" la piccina lo abbracciò e uscì.
La piccola Payne che abbracciava suo fratello per proteggerlo. Da lui.
Forse era quello che invidiava a Liam: lui aveva una sorella gentile e graziosa mentre lui doveva fare il babysitter per una bambina e per un'ubriacona.
Emise un piccolo gemito, uno dei graffi bruciava maledettamente e sanguinava.
Cazzo di estetista che le aveva fatto delle unghie perfette per trinciare un braccio.
Ecco che la pazza ricominciava a fare casino in salotto. Il rumore di vetro che si infrangeva era ormai normale in quella casa.
"Zayn, Zayn aiuto!" urlò Denise bussando freneticamente.
Zayn scattò dal letto, la piccola era terrorizzata e lui la prese in braccio e la portò in camera sua "calmati tesoro, calmati...c'è il tuo fratellone" la carezzò, mentre la piccola piangeva a dirotto.
Adesso basta, pensò Zayn.
Poggiò la piccola sul letto "gioca con la mia consolle, va bene?" accese a tutto volume il videogioco e la piccola si calmò.
Corse giù dalle scale, sua madre aveva rotto un vetro della parete attrezzata "che cazzo vuoi tu?" gli urlò la mamma "bastardo, dove hai messo la mia roba?" si avventò contro il figlio debolmente "dove hai messo le mie cose?".
"calmati mamma, hai spaventato Denise" cercò di controllarsi Zayn.
La donna rise "non chiamarmi mamma, tu sei il figlio del demonio" continuò il suo delirio "mi domando perchè non ho abortito quando ti avevo in grembo".
Quelle parole facevano male, un male terribile "me lo chiedo anch'io Elise" disse rabbioso.
Jack entrò e vide tutto quel caos "cos'è successo qui dentro?".
La donna si precipitò dal marito "è colpa di quel bastardo!" indicò Zayn "è colpa sua se la mia vita è rovinata!".
Jack lo guardò accusandolo "che cosa hai combinato questa volta?".
"Jack, lei è ubriaca marcia, le ho solo detto di smetterla..." si giustificò.
La donna lo guardò con odio "sai cos'ha fatto quel teppista? Ha messo le mani tra le mie cose e le ha nascoste!".
"l'ho fatto per il tuo bene, cazzo, è così difficile da capire?" urlò Zayn.
Jack si gonfiò di rabbia "non permetterti mai più di rivolgerti a tua madre in questo modo, hai capito bastardo?".
Ormai il suo nome in casa era quello: "bastardo". Solo perchè era mezzo pakistano.
Denise scese dalle scale "papà!" gridò andando incontro al padre "papà, perchè stai sgridando fratellone?" chiese ingenuamente la piccola.
"stiamo solo discutendo amore" disse Jack prendendola in braccio "adesso lui va a farsi un giro, vero Zayn?".
"sì, Jack...mi toglierò dai piedi immediatamente" prese la sua giacca e uscì.
Fuori da quel caos si sentì subito meglio.