Angie sospirò, mentre la lezione di letteratura era lenta e incredibilmente noiosa.
Ormai la voce della professoressa era solo una lagna che torturava le sue orecchie, nessuno la ascoltava eppure lei continuava imperterrita a leggere e leggere e leggere storie di amori struggenti dove tutti morivano ammazzati.
Davvero un’iniezione di positività.
Il suono stridulo della campanella non fu mai così bello per Angie.
“Payne?” la chiamò la prof Wilson prima che uscisse.
Lei si avvicinò “mi dica...” bisbigliò.
“è tutto apposto? Oggi sembravi assente.” Le disse la prof sistemando il suo registro e prendendo una chiave dalla borsa.
Farti gli affari tuoi, no, eh?
“tutto regolare, non si preoccupi” la rassicurò Angie.
La prof le porse un libro “bene, allora porta questo nella 453 al prof Rickers”.
Era quello il motivo del suo interesse? Doveva chiederle di portare un libro in una stanza?
Angie uscì silenziosa e cercò quella cavolo di aula. Quella prof aveva una bella faccia di bronzo.
Per curiosità lesse qualche rigo del libro. Alcune parole erano evidenziate, sembravano fatte apposta:
…………………in…………..con…………………….tri…………….amo……………………………………………………………………..ci…………………….nella………………………………………..segrete……………………………………………………………..ria………………………..
Al………………………………………………soli……………………………………..tora……………………………………………………………rio.
Ma hai capito un po’ la prof!
Pensò ridacchiando Angie. La professoressa Wilson, la donna d’acciaio, si vedeva con il giovane supplente di nascosto. Era romantico mandarsi quei messaggi in quel modo, anche se era abbastanza rischioso. Se qualcuno avesse preso quei libri avrebbe capito tutto.
Ma chi avrebbe mai frugato nel libro della prof tutta d’un pezzo?
Trovata, aula 453, “DETENTION ROOM”.
Le si gelò il sangue nelle vene, non voleva entrare, non voleva essere il bersaglio di quelle persone chiuse là dentro. Bussò, sperando che il prof uscisse per un secondo.
“entra pure” disse invece il professore.
Che palle, ti costa tanto alzarti un minuto?
Prese un enorme respiro ed entrò. Fissò il suo sguardo sul pavimento, non voleva guardare in faccia nemmeno il professore.
“Payne?” il prof sembrava sorpreso almeno quanto qualcun altro che se ne stava seduto scompostamente.
Lei porse il libro, come per spiegare la sua presenza in quell’aula.
Il prof arrossì e nascose il libro “grazie Angie” sussurrò il prof.
“non riesci a starmi lontana piccola Payne, vero?” ridacchiò Zayn.
Il prof Rickers sbatté le mani sulla cattedra “zitto Malìk, e continua il tuo lavoro”.
“ho finito professore, può anche vedere il quaderno” sventolò il quadernetto giallo al vento, come una bandiera. Si alzò e lo porse al prof “controlli pure professore, ho scritto scusa Niall per 501 volte.”.
Il suo sguardo cadde sulla grossa felpa di Angie, che nascondeva le sue forme. Fino ad allora non aveva mai immaginato cosa nascondesse quella cosa extralarge. Cercò i suoi occhi, ma lei fissava il pavimento.
“scusa Payne, puoi andare” si ricordò il professore, si rivolse a Zayn “vattene anche tu Malìk, la tua punizione è finita”.
Angie con passo veloce si precipitò fuori dall’aula, schivando una cheerleader.
Quando si sentì abbastanza lontana sospirò, appoggiandosi al muro e spostandosi i capelli dietro l’orecchio.
“credevi di poter scappare così? Senza nemmeno salutarmi?”.
Il suono di quella voce la fece rabbrividire almeno quanto gli occhi che aveva di fronte a se.
Zayn le prese il mento tra l’indice e il pollice “perchè scappi sempre da me, piccola Payne?”.
“lasciala stare Malìk!” la voce di Niall fece sbuffare il ragazzo.
“non vedi che siamo occupati?” gli disse Zayn sbuffando.
Forse la presenza di Niall la rendeva più sicura, forse era stanca di essere trattata come un giocattolo da Zayn.
Angie lo spinse lontano da lei e andò ad abbracciare il biondo.
Quel gesto fece innervosire Zayn “non abbiamo ancora finito noi due” disse minaccioso ad Angie.
“invece sì, Malìk.” ripose Niall allontanandosi mano nella mano con la ragazza.