7 capitolo

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Quella domenica mattina Angie decise di darsi da fare con le pulizie di casa.

Era di ottimo umore, così decise che sarebbe uscita per fare la spesa e poi cucinare qualcosa di speciale per Liam. Quando sarebbe tornato a casa sarebbe stato davvero stanco.

Una volta terminate le pulizie si preparò per uscire, canticchiando tra se e se.

Si assicurò di aver chiuso bene la porta, e si diresse verso l’autobus che l’avrebbe portata al centro. Aveva anche un’altra idea in mente: si sarebbe fermata nel parco lì vicino per disegnare tranquillamente, quindi portò con se anche la sua cartellina.

Durante il tragitto frugò tra i suoi vecchi disegni, alcuni erano davvero belli, altri da buttare. Scorse un disegno a lei familiare, lo aveva fatto un paio di mesi dopo l’incidente che aveva portato via la sua mamma e il suo papà. Decise di conservarlo, non voleva dimenticare quello che era successo, non poteva.

A causare quell’incidente era stato un uomo ubriaco che correva come un forsennato nella carreggiata sbagliata. Era per questo che lei odiava l’alcol e chiunque ne facesse uso.

La fermata del parco fu annunciata, riportando Angie nella realtà di tutti i giorni. Scese dall’autobus e passeggiò tra le foglie secche e gialle del parco: l’inverno era ormai vicino.

Si sedette su una panchina, cercando un soggetto da disegnare.

Un uomo dalla parte opposta del ponte che triste guardava il cielo e fumava una sigaretta.

Tristezza, malinconia, speranza.

Iniziò a disegnare, osservando l’uomo immobile con la sua giacca e i capelli al vento.

Ormai poteva anche non guardarlo, l’immagine era come una foto nella sua testa, continuò a disegnare lasciando liberi i margini e concentrandosi sulla sua figura longilinea.

Diede solo un’altra occhiata fugace all’uomo, e l’uomo era un ragazzo, un ragazzo che conosceva bene: Zayn.

Che ci faceva lì da solo? Perché aveva quell’espressione così triste e sconsolata?

“che ci fai qui?” una voce la fece sobbalzare.

Si voltò e vide suo fratello Liam “potrei farti la stessa domanda...non dovresti essere a lavoro?”.

“il capo ha detto che devo riposarmi un po’” suo fratello si sedette accanto a lei “mi ha visto particolarmente stanco”.

Angie ripose il foglio “dovrei lavorare anch’io...” disse sentendosi in colpa.

Liam ghignò. Con il suo problema come poteva trovare un lavoro? Forse avrebbe potuto fare la guardia svizzera fuori Buckingham Palace.

Gli arrivò un pugno sul braccio “stupido, perchè ridi?” domandò Angie irritata.

“niente, niente...” disse Liam sbirciando sul foglio “che disegni?”.

Angie gli mostrò il disegno “non mi crederai mai Liam...questo è...”.

“che piacere incontrarvi qui” era la voce irritante di Zayn.

Liam lo guardò male “peccato che per noi sia il contrario” si alzò “che vuoi Malìk?”.

“calma amico, volevo solo salutare la mia ragazza preferita” guardò Angie.

“non sono tuo amico, vattene qui non sei desiderato” Liam sembrò più freddo del solito.

Quelle parole ricordarono a Zayn quello che era successo la sera prima, anche sua madre gli aveva detto una cosa simile.

La ragazza notò l’espressione di Zayn cambiare per un momento, per poi tornare normale “ok, ci si vede a scuola Liam...” con un cenno della testa salutò anche Angie “piccola Payne...”.

Angie si alzò e prese il fratello per mano, prima che rincorresse Zayn per prenderlo a pugni “andiamo? Devo ancora fare la spesa!”.

* * * * * *

Dopo pranzo i due fratelli guardarono un film d’azione, Liam crollò sul divano prima della fine.

Sorridendo Angie andò a prendergli una coperta e mise il fratello al caldo. Doveva aiutarlo, doveva trovare un lavoro.

Angie andò nella sua stanza, pulita e ordinata una volta tanto. Sulla sua scrivania c’era una vecchia matita e un foglio con alcune cancellature. Non era il momento di mettersi a disegnare, ma non riusciva a togliersi un’immagine dalla testa: il viso triste di Zayn.

Si sedette e accese la sua lampada da scrivania.

Iniziò lo schizzo, concentrandosi sulla profondità di quegli occhi color cioccolato, passò poi all’improvviso inarcamento delle sopracciglia, al rapido movimento delle labbra.

Come una fotografia l’immagine uscì dalla sua mente, materializzandosi sul foglio.

Una volta completo, Angie guardò il suo disegno: ancora una volta aveva visto Zayn, non lo sbruffone che la prendeva in giro, ma un ragazzo che nascondeva tutto dietro ai suoi modi irritanti, dietro un sorriso falso, dietro al fascino del suo sguardo magnetico.

Ma cosa nascondevano in realtà quegli occhi?

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