In quei giorni l’unico pensiero era quella scellerata di sua madre, che continuava a prendere farmaci su farmaci e bere disperatamente. La cosa era peggiorata da quando lui aveva avuto quell’attacco di gentilezza. Era davvero lui la causa del malessere della donna?
Un pugno sulla schiena di un suo amico lo riportò alla realtà “oh, a chi stai pensando?” lo schernì Kevin sorridendo.
“ultimamente il nostro capitano è sempre sovrappensiero” disse il bestione.
“perché al contrario di te ho un cervello Jason” scherzò Zayn sorridendo “stavo pensando alla partita” mentì, la partita era l’ultimo dei suoi pensieri.
Tutti si congratularono con lui per il suo attaccamento alla squadra, e le cheerleader improvvisarono un coro stupido come al loro solito.
“canterò solo per Zayn” disse una cheerleader ammiccando verso il ragazzo, e provocando la gelosia degli altri membri della squadra.
Kevin maliziosamente sgomitò verso Zayn “se permetti allora lei è mia!” indicò Angie che stava tranquillamente leggendo un libro mentre beveva un succo di frutta.
Zayn la guardò, non le parlava più da quando si erano incontrati nella classe di musica “lei non fa per te, fidati” affermò.
La campanella suonò e Angie non sembrava particolarmente entusiasta dell’ora successiva, quella di ginnastica. Tutta colpa della gravidanza della professoressa di arte, che a quanto pare si era divertita parecchio in quei mesi con il suo nuovo compagno.
Nello spogliatoio la voce di Queen era quella che risaltava di più nel chiacchiericcio generale, ma la ragazza preferì ignorare quella voce così irritante.
Strinse i lacci delle scarpe e raggiunse il campo di calcio, dove le cheerleader stavano tranquillamente facendo le prove della coreografia per la partita imminente.
Passò a qualche metro da loro e Queen le rivolse un’occhiataccia delle sue, ma la ragazze la ignorò, preferendo raggiungere i compagni nel rettangolo verde.
Il professore fischiò l’inizio della partitella, raccomandando ai ragazzi di andarci piano con le compagne.
“che hai?” le domandò Niall palleggiando insieme ad Angie “è tutta la mattina che hai il muso”.
“non ho il muso”.
“oh, si che ce l’hai” insisté l’amico “riguarda qualcuno che conosco?”.
“non riguarda nessuno, piantala Niall!” s’irritò Angie calcando più forte il pallone e facendolo rotolare lontano dai piedi del ragazzo che lo rincorse per recuperarlo.
Sospirò, mentre le oche, che tutti chiamavano cheerleader, sembravano prenderla in giro.
Perché le stavano così addosso? Insomma la questione con Zayn era chiusa, anche se le faceva male ammetterlo. Strinse i pugni e ignorò la rabbia crescente verso quelle tipe e specialmente verso Queen, il loro “capo”.
Tra poco le arriva una pallonata sui denti.
Angie stoppò il pallone con il piede destro e lo rilanciò verso Niall con un poderoso calcio “meglio di Rooney!” scherzò la ragazza sorridendo verso l’amico che alzò il pollice sorridendo.
Si sentì osservata e si voltò verso la porta da calcio vuota. Dietro la rete bianca Angie intravide Zayn che se ne stava seduto tranquillo ad ascoltare musica e a osservarla mentre giocava.
In automatico fissò lo sguardo sul prato sintetico verde, non voleva guardarlo, non voleva che lui fosse lì.
Ma lui era lì, e la guardava.
E qualcosa lo stava infastidendo, glielo si leggeva in faccia.
Una pallonata le colpì l’avambraccio e lei scosse la testa, non si era accorta di essere sovrappensiero.
Niall la raggiunse preoccupato “sveglia Rooney” le disse scherzando, e notò che il pallone le aveva lasciato un segno rosso “cavolo ti ho fatto male...”.
“sto bene” lo rassicurò Angie.
Il biondo prese il polso sottile della ragazza e osservò bene la chiazza che si era formata sulla sua pelle “andiamo a metterci su un po’ d’acqua, ti farà stare meglio”.
Lei annuì e seguì Niall che la teneva per mano.
Raggiunsero gli spogliatoi e l’irlandese bagnò il suo asciugamano con dell’acqua fresca e l’appoggiò sull’avambraccio di Angie “va meglio?”.
“sì, ma non c’è bisogno di tutta questa premura” sospirò “comunque grazie”.
“ti ho salvato dagli ultimi venti minuti di ginnastica, vedila in questo modo” le scompigliò i capelli sorridendo.
Improvvisamente Angie lo abbracciò senza dire nulla. Ne aveva semplicemente bisogno.
Lui ricambiò, stando in silenzio per un po’ “si può sapere che hai? Se fai così mi fai preoccupare...” le sussurrò dolcemente e senza sembrare troppo invadente.
I due sciolsero l’abbraccio e si guardarono negli occhi. Niall notò la tristezza del suo sguardo e la accarezzò la guancia. Sperò tanto che la colpa non fosse sua.
Angie sospirò “Zayn...riguarda lui” ammise sussurrando la frase a bassa voce.
“che ti ha fatto questa volta?” domandò Niall iniziando ad arrabbiarsi.
“beh, noi...”.
“ma che bel quadretto” li interruppe il moro standosene lì impalato con le braccia incrociate.
Niall scattò in piedi “che vuoi?” domandò seccato.
Ammazzarti, se non ti allontani subito da lei.
Pensò Zayn, ma preferì tenere quella frase per se.
E poi, se Angie si fosse fidanzata con Niall sarebbe stato meglio per tutti.
Quindi, perché lui era lì? Non sapeva che scusa inventarsi, aveva fatto una pessima figura davanti ai due ragazzi.
Anzi aveva fatto la figura del fidanzato geloso. Inghiottì della saliva e ficcò le mani in tasca, imbarazzato. Frugando trovò dei biglietti per la partita “uh...sono qui per questi” disse con tono poco convinto estraendo dei biglietti leggermente spiegazzati.
“dei biglietti per la partita?” domandò Niall con un sorriso di scherno “possiamo procurarceli anche da soli”.
Zayn guardò verso Angie “voglio solo assicurarmi che la mia ragazza preferita mi guardi mentre gioco” le sorrise leggermente “e che faccia il tifo per me”.
Angie abbassò lo sguardo e si alzò “se andrò alla partita sarà solo per mio fratello” farfugliò senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Seguita da Niall lasciò gli spogliatoi. Anche se sicuramente una parte di se avrebbe tifato per il suo Zayn.