Zayn lasciò cadere la moto sul vialetto di casa, mentre urla isteriche e rumore di piatti che si infrangevano provenivano dalla casa. Il ragazzo riuscì a distinguere le urla di Denise.
“DENISE!” urlò disperatamente aprendo la porta di casa. La piccola era seduta in un angolo, tremante, mentre Jack e sua madre stavano litigando di nuovo.
“DENISE!” urlò per farsi sentire dalla bambina, che piangeva tenedo le mani sulle orecchie.
“basta, basta” urlava la piccina con il viso rosso dalla paura e con le lacrime che le ricoprivano le guance.
Zayn fece per avvicinarsi alla sorella, ma fu colpito alle spalle da Jack “lascia stre mia figlia!” gli ulrò strattonandolo all’indietro e facendolo cadere su delle porcellane rotte.
Il ragazzo si alzò “smettetela di urlare la state spaventando!” ringhiò Zayn con rabbia.
Elise iniziò a gridare e piagere “va via, andate tutti via!” urlò e si rannicchiò sulla moquette di casa completamente macchiata e piena di vetri rotti.
“che cosa le hai fatto?!” domandò furioso Zayn “che le hai fatto!? “.
“sei stato tu a ridurla così, è solo colpa tua!” gli urlò Jack.
Innervosito, Zayn urlò “si può mai sapere cosa ho fatto?!”.
“sei nato, bastardo!” gli urlò spingendolo contro il muro “giuro sulla mia vita che ti rispedirò all’inferno da dove vieni!”.
Jack iniziò a colpirlo a volto e Zayn cercò di difendersi, spingendolo lontano da lui con un calcio nello stomaco “è questo il mio inferno!” dise non riuscendo a trattenersi e colpendo Jack con un altro calcio.
“smettila, smettila!” urlò Elise “sta fermo”.
Zayn si voltò verso sua madre “sei l’ultima persona che può dirmi cosa devo fare!”.
Proprio in quell’attimo di distrazione Jack lo colpì all’inguine, facendolo crollare per terra. Si alzò e continuò a calciarlo nello stomaco “ti ammazzo, bastardo, questa volta ti ammazzo!” disse colpendolo più forte.
“ZAYN!”.
Al ragazzo parve di sentire la voce della sua amata Angie, ma i rumori stavano diventano a poco a poco più fievoli, fino a scomparire del tutto.
“stia fermo!” intervenne Liam placcando Jack e gettandolo al suolo “lei è pazzo!” gli urlò.
“LIAM, CHIAMA UN’AMBULANZA TI PREGO!” urlò Angie in preda al panico “SVGLIATI, ZAYN, SVEGLIATI! TI PREGO!!” gridò tra le lacrime e guardando il volto sanguinante del ragazzo. Lo strinse a se talmente forte da non sentirsi più le braccia “Zayn svegliati...” sussurrò disperata “ti prego, ti scongiuro...apri gli occhi” farfugliò debolmente tra le lacrime.
Esattamente come 10 anni fa.
È tutto come allora. Ho amato, ho perso.
Amavo mia madre e mio padre più di ogni altra cosa al mondo e un ubriaco me li ha portati via risparmiando me, ma lasciandomi con ricordi e problemi che mi sono portata dietro per questi lunghi 10 anni. Ma se sono sopravvissuta un motivo ci sarà e forse quel motivo sei proprio tu, Zayn, e adesso non puoi lasciarmi così.
Non adesso che tutto sembrava andare per il meglio, non ora che sono pronta a dirti “ti amo”. Tu non mi puoi lasciare sola di nuovo. No, non puoi.
Voglio rivivere ogni attimo passato con te, dal quasi bacio nello stanzino dei bidelli all’attimo in cui ci siamo baciati nella villa di Roxanne, voglio rivivere tutti i nostri litigi, tutti i momenti belli e brutti che abbiamo vissuto insieme. Perché solo insieme possiamo migliorare e migliorarci. Solo insieme possiamo essere invincibili, superare qualsiasi ostacolo. Basterà che le nostre mani si uniscano e il mondo sembrerà un posto migliore di quanto non sia. Resta con me, sempre. Ho bisogno di te, amore mio.
Angie sbatté le palpebre e come se il tragitto all’ospedale come non fosse mai esistito, si ritrovò seduta in un corridoio sterile del reparto di terapia intensiva, con Liam che andava avanti e indietro come un cane rabbioso.
Perché non abbiamo mai parlato? Perché non ho mai capito? Perché sono stato così stupido e cieco da non aver visto che il comportamento di Zayn era solo legato a questo?
Ecco cosa generano l’odio e l’orgoglio: cecità.
Sono stato talmente preso dal dimostrare di essere migliore di lui, da non cogliere i segnali che mi stava dando. Lui soffriva e nessuno se ne è accorto.
Zayn, amico mio, resisti, ti prego.
Perdona la mia cecità, perdonami per tutte le offese, le risse e per tutte le volte che ti ho reputato la causa dei miei problemi. Perdonami.
L’infermiera uscì dalla stanza in cui Zayn era stato ricoverato, ma abbassò la testa, evitando gli sgaurdi di Angie e Liam.
Qualcuno giunse accanto a Liam ehi fratello” disse Niall abbracciando il ragazzo “notizie?”.
Liam scosse la testa “lo tengon dentro dal almeno un’ora...”.
“un’ora e mezza” precisò Angie guardando nel vuoto “perché non ha mai detto niente?” cominciò Angie con le lacrime agli occhi.
Niall le si avvicinò e la strinse “non fare così...”.
“avrei dovuto capire cosa non andava...avrei dovuto capire” continuò singhiozzando disperata.
Liam si avvicinò ai due “non sei la sola Angie...tutti noi abbiamo sempre pensato che lui fosse un altro genere di persona”.
“mi sento così male Liam...mi sento distrutta” disse la ragazza con il viso tra le mani “lo amo, ti giuro che lo amo più di me stessa” dichiarò, lasciando che le parole uscissero dalla sua bocca “se lui non dovesse farcela non riuscirò a riprendermi mai più”.
Una lacrima rigò il volto di Liam “è forte” disse tirando su col naso “è un ragazzo forte e ce la farà, vedrai” disse cercando di convincere anche se stesso.
Niall si poggiò al muro accanto a loro strofinandosi gli occhi umidi “abbiamo vinto” farfugliò “e vincerà anche lui...è il nostro capitano e non mollerà mai”.
Uno dei dottori uscì dalla stanza di Zayn e comunicò i risultati ai tre ragazzi che attendevano ansiosi di sapere le condizioni del loro Zayn.