“secondo te, il capitano ce la farà?”.
“non so, ma con il braccio in quelle condizioni...”.
Due componenti della squadra di basket stavano guardando Zayn mentre si esercitava nei tiri liberi. La sua espressione tradiva il dolore che stava provando.
“quella caduta non ci voleva davvero...”.
Il coach guardò il ragazzo preoccupato e lo raggiunse “perché non riposi, ragazzo?” gli disse con voce stranamente tranquilla.
Zayn afferrò il pallone “la partita è domani, devo esercitarmi” disse tirando la palla verso il canestro, ma la sfera non entrò nel cesto, Zayn sbuffò “i ragazzi contano su di me”.
“devi pensare a te stesso” disse il coach fermandolo prima che potesse tirare di nuovo “ti sei quasi rotto il braccio cadendo” l’espressione del prof Morrison si fece più dura “perché sei caduto, vero?”.
Zayn inghiottì della saliva “l’importante è che non si sia rotto, no?”.
“Malik dimmi la verità, come ti sei infortunato?” chiese il coach “questi lividi non sono frutto di una caduta”.
“sono caduto” ribadì Zayn “sono caduto dalle scale di casa”.
“ho visto centinaia di ragazzi cadere rovinosamente, ma sono certo che quelle ferite le ha provocate qualcuno”.
Sa cos’è successo? Per ogni attimo di felicità me ne toccano tre di dolore. È sempre così, almeno finché vivrò con Jack e con quella pazza di mia madre. Anzi, non posso nemmeno definirla tale, mentre Jack mi aggrediva con tutta la forza che aveva in corpo lei era lì e guardava. Guardava i segni che sarebbero rimasti per giorni, guardava il sangue che sporcava i miei vestiti. Guardava senza la minima pietà e ascoltava i miei lamenti. Ma sa una cosa coach? Non ho pianto mentre Jack mi prendeva a calci. Non piango ormai da anni, non gliela darò mai la soddisfazione di vedermi piangere, non più.
“sto bene” disse Zayn con la testa che vagava in quegli attimi, ripensò all’espressione di Jack mentre lo prendeva a calci nello stomaco, intimandogli di non guardarlo negli occhi. Ma ovviamente Zayn avevo continuato a guardarlo, provocandolo. Forse non era una buona idea provocarlo, ma l’orgoglio gli diceva di mantenere lo sguardo alto, anche se era caduto.
Ma la cosa che gli faceva più male era che la donna che lo aveva messo al mondo lo aveva guardato senza dire nulla, inespressiva, mentre Jack lo insultava e lo picchiava.
Il coach capì che non avrebbe ricavato un ragno dal buco con quel ragazzo, testardo e riservato com’era “riguardati Malik”.
Zayn abbassò lo sguardo e un pallone raggiunse il suo piede. Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Liam “devo parlarti” gli disse il ragazzo indicando la porta.
Il moro lo seguì e i due raggiunsero il retro della palestra. Liam tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette: ne mancavano già cinque “vuoi?” chiese a Zayn che accettò volentieri.
“non sapevo che fumassi” disse Zayn accendendo la sigaretta.
Liam accese anche la sua “infatti non fumo...o almeno non sempre” prese un bel tiro e lasciò andare il fumo dalla sua bocca “lo faccio solo quando sono nervoso, o preoccupato”.
“e adesso sei preoccupato?”.
Liam annuì “che ti sta succedendo Malik?”.
Zayn ridacchiò “come mai questa domanda?”.
“Angie è molto preoccupata per te, e lo sono anch’io”.
“tua sorella dovrebbe preoccuparsi per altro, non per me” disse Zayn con tono duro.
“mi ha detto della scenata dell’altra sera” continuò Liam “di tua madre e di Jack” cacciò fuori il fumo “lei me lo ha detto perché è davvero in ansia per te, Zayn. Specialmente dopo che ha visto quelle...” indicò l’enorme livido sul collo.
“tu e lei siete davvero uniti” disse Zayn guardando il muro alle spalle di Liam “sei stato anche un padre per lei”.
“tu sai dei...”.
Il moro annuì “me ne ha parlato, ma molto vagamente”.
Liam rimase sorpreso. Angie non parlava mai dei loro genitori e dell’incidente.
“dev’essere stata dura per voi due”.
“per fortuna siamo stati sempre molto uniti, ma ho temuto di perderla a volte...sai per il suo problema...” Liam sospirò ripensando a quei giorni bui. Ma fortunatamente era passato.
“è una ragazza apposto” disse Zayn gettando la cenere sull’erba “sa essere anche di buona compagnia”.
“lei sta guarendo, è migliorata da quando ha conosciuto Niall...e te”.
Zayn lo guardò perplesso “me?”.
Annuendo Liam sorrise “sei un po’ la sua ispirazione, sei un ragazzo forte, ma sai dar spazio anche ai sentimenti”.
Zayn arrossì, non sapeva di essere così importante per la sua piccola Payne, di essere la sua ispirazione, il suo punto di riferimento.
“per questo sia lei che io siamo preoccupati per te” disse Liam avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla “sappi che per qualsiasi cosa tu abbia bisogno...la nostra porta è sempre aperta”.
Quelle parole ebbero un effetto benefico su Zayn. Il ragazzo sentì finalmente un po’ di quel calore umano di cui aveva bisogno, si sentì parte di qualcosa. Non sapeva cosa, ma era una sensazione stupenda sapere che qualcuno lo sostenesse nonostante il suo caratteraccio, nonostante non fosse un tipo raccomandabile. Sentì il cuore leggero, e le ferite sembrarono far meno male.
“grazie Liam...” gli disse porgendo la mano al ragazzo, che invece di ricambiare pacificamente, gli diede uno schiaffetto amichevole sulla guancia.
“non farti strane idee Malik, ti odio ancora” scherzò Liam.
“è ricambiato” disse Zayn sorridendo.
Quello era uno di quei sorrisi spensierati e senza alcuna malizia. Uno di quei sorrisi dolci e leggeri che da tempo non comparivano sul viso di Zayn.
Nascosta poco più lontano dai due Angie guardò quel sorriso, commossa. Era sicura che quello sarebbe stato uno dei disegni più belli che avrebbe mai fatto in vita sua.