Capitolo 15

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“davvero ieri sei andato in un pub in periferia?” domandò Kevin.

Zayn ghignò “sì e sono stato coinvolto in una maxi rissa” spostò gli occhiali scuri mostrando il suo occhio nero come prova evidente.

Gli scimmioni pendevano dalle sue labbra “e le hai prese?” domandò qualcuno.

Zayn ridacchiò “ne ho prese e ne ho date...diciamo che me la sono vista brutta”.

“non posso credere che sei dovuto scappare senza moto...chissà dov’è adesso la tua piccola”.

Malìk si spaparanzò sulla sedia “ho già denunciato il furto, me la riporteranno stasera”.

Aveva dovuto inventarsi quella storia per forza. Non poteva raccontare di essere stato picchiato da suo patrigno perchè aveva insultato quella donna, perchè aveva insultato lui.

Inoltre oltre al danno anche la beffa, la sua moto e la sua macchina erano stati messi sottochiave.

I fratelli Payne si salutarono e Liam entrò in classe. Zayn non lo degnò di uno sguardo, ma a Liam andava bene così, non voleva che gli altri sapessero.

Ascoltò attentamente quello che Zayn aveva da dire.

Coinvolto in una maxi rissa in un pub di periferia? Che cavolata aveva raccontato?

Il professore di spagnolo Martinez entrò con molta nonchalance. Tutti pensavano che fosse omosessuale, ma lui aveva sempre smentito.

“Malìk, ti dispiacerebbe metterti composto e toglierti quegli occhiali da sole?” domandò il prof gentilmente.

Zayn sbuffò “oggi voglio tenerli, ok?”.

Il prof sbuffò a sua volta “qui siamo in una classe non in una spiaggia di Ibiza”.

“inizi la lezione professore, prima che qualcuno si addormenti” disse facendo lo sbruffone.

Il professor Martinez sbatté le mani sulla cattedra “non osare darmi ordini Malìk, smettila di fare lo sbruffone, togliti gli occhiali e facciamola finita”.

“come preferisce professore...” Zayn si tolse gli occhiali, Liam osservò stupito l’occhio nero. La sera precedente non aveva nessun segno. Era forse caduto dal letto?

Zayn lo guardò, Liam notò anche un taglio sul labbro inferiore e alcuni lividi alla base del collo.

No, non era caduto dal letto.

La lezione finì prima del previsto, Liam andò al suo armadietto, molto vicino a quello di Zayn. Preoccupato si avvicinò al ragazzo “che ti è successo? Cosa sono quelle ferite?”.

Zayn sbatté l’anta dell’armadietto “non ti riguarda Payne”.

“ieri sera non avevi nulla” gli ricordò Liam.

“ieri sera sei stato gentile, ma tra me e te non è cambiato niente” andò via nascondendo gli occhi dietro alle grandi lenti scure.

Qualcuno coprì gli occhi di Liam “indovina chi è?”.

“Angie, smettila” disse seccato.

La ragazza sbuffò “antipatico...” poi vide lo sguardo preoccupato di suo fratello “cos’hai?”.

“devo smetterla di preoccuparmi, ecco cos’ho”.

Il biondo li salutò in lontananza, poi andò verso di loro “ciao ragazzi...come mai queste facce?”.

“ciao Niall...chiedilo a mio fratello, è un po’ strano oggi” Angie si sistemò la borsa sulla spalla”oggi abbiamo arte, andiamo?” prese Niall per mano e si avviarono verso l’aula di arte della prof Nilson.

“Liam mi è sembrato davvero preoccupato...” commentò Niall in pensiero per l’amico.

Angie sospirò “non so perchè, ma è da ieri sera che è strano...” disse preparando lo schizzo.

“oh, cavolo! Ho dimenticato il giallo nell’armadietto!” disse Angie rovistando nel suo borsello.

La prof le accordò di uscire e lei si fiondò fuori dalla classe.

Raggiunse il suo armadietto, aveva corso per tutta la scuola e aveva il fiatone “giallo, adesso sei mio!” sospirò sorridendo.

“e tu sei mia adesso!”.

Si sentì trascinare di peso nella vicina guardiola dove c’erano gli attrezzi dei bidelli.

Venne sbattuta contro il muro con una forza incredibile, quando ebbe finalmente il tempo di guardare chi era stato.

“sorpresa, piccola Payne...” la voce era la sua.

Angie sentì che la paura stava prendendo il sopravvento, si sentiva in trappola.

“grida pure se ce la fai...non ti sentirà nessuno” le afferrò i polsi, lei cercò di combattere contro la forza di Zayn.

“non devi avere paura di me, piccola Payne...” disse lui minaccioso

Angie si ritrovò come un topo che sta per essere mangiato dal gatto, spalle alla muro e tremante.

Zayn le sfiorò il collo con un bacio, Angie fremette e con lo sguardo lo pregò di fermarsi.

Ti prego, lasciami andare, non farmi del male...

Cercò di liberarsi ma non poteva farcela, lui era più forte, più alto, più scaltro.

Si sentì perduta, un giocattolo tra le mani di lui, iniziò a piangere.

Le lacrime sfiorarono la pelle di Zayn “piangi?” sussurrò fermandosi, ma continuando a tenere la testa nell’incavo tra la spalla e il viso di Angie “se vuoi che mi fermi devi dirlo piccola Payne...”.

La stava chiaramente prendendo in giro, lui conosceva il suo problema. Le partì un singhiozzo e tutto il suo corpo fu scosso.

Zayn la guardò dritta negli occhi.

Ho paura. Ho paura di te.

Quegli occhi innocenti urlavano quella frase, il suo viso pieno di lacrime urlava quella frase, il suo corpo che tremava come una foglia lo stava implorando di fermarsi.

Zayn si sentì un mostro.

Sei il figlio del demonio.

Sua madre aveva ragione.

La baciò sulla fronte e le sussurrò “vai via...scappa via da me finché sei in tempo, piccola Payne...”.

Angie lo guardò negli occhi, scorgendo uno Zayn diverso, distrutto. I suoi occhi cioccolato fecero trasparire la sua disperazione.

Le lasciò abbastanza spazio per farla uscire, e Angie corse via terrorizzata.

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