Capitolo 9 - parte 7

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Sig.ra Peterson:" Oh mio Dio!"

Non è il fatto che sua madre ci abbia sorpresi a sconvolgermi.
No... Sono le lacrime che scorrono lungo le sue guance, e lo sguardo improvvisamente vuoto che le rivolge Adam.

Adam si solleva dal divano, liberandomi dal suo peso.
Io sono sconvolta. Sua madre balbetta, imbarazzata, le sue guance rosse.
Smette di piangere e si asciuga le lacrime con il dorso della mano.
Adam si schiarisce la gola.

Sig.ra Peterson:" Mi dispiace avervi disturbati. La cena è servita in terrazza. Potete raggiungerci quando volete."

Mi rivolge un sorriso un po' forzato e, senza aspettare, si volta e scompare in corridoio.
Sono confusa. Le reazioni di Adam e di sua madre mi sembrano strane, esagerate.
Perchè mettersi a piangere nel sentire suo figlio confessarmi i suoi sentimenti?
Perchè Adam si è fatto improvvisamente distante?

Gli poggio una mano sulla spalla, ma lui la caccia via e si raddrizza di scatto.
Si passa una mano fra i capelli, evitando il mio sguardo.
Guarda fuori dalla finestra, si inumidisce le labbra e sospira.

Adam:" Devo andare da mia madre. Torno subito."

Senza aggiungere altro, nè darmi il tempo di chiedere spiegazioni, sparisce lasciandomi sola nel salone.
Non riesco a stare ferma, ho bisogno di muovere le gambe.
Faccio avanti e indietro sul tappeto.
Una sagoma appare improvvisamente sulla soglia.
Le mani infilate in tasca, il padre di Adam mi osserva.
Alzo nervosamente lo sguardo su di lui. Mi sento fuori posto.
Il suo sguardo di ghiaccio mi paralizza. Mi sento ancora peggio!

Sig. Peterson:" Va tutto bene?"

Rimango scioccata dalla sua domanda. Perchè vuole sapere come mi sento?
Quello che tutti mi nascondono è così orribile che suo padre ha sentito il bisogno improvviso di interessarsi a me?
Ho paura. Inizio a immaginarmi ogni genere di scenario, uno più incredibile dell'altro.

Jess:" Sì, sto bene. La ringrazio."

Non ho alcuna intenzione di confidarmi con il signor Peterson.
Mi fa troppa impressione!

Sig. Peterson:" Stavo per versarmi da bere. Vuole favorire?"
Jess:" Volentieri."
Sig. Peterson:" Qualcosa di forte?"
Jess:" ..."

Il signor Peterson serve a entrambi un bicchiere di whiskey.
Si avvicina e mi tende il mio.
E, sorprendentemente, brinda con me.

Sig. Peterson:" Contrariamente a ciò che starà pensando, sono molto felice che mio figlio l'abbia incontrata. Sembra molto felice, con lei."

Rimango a bocca aperta.
Sta dicendo la verità o sta cercando di abbindolarmi.
È un manipolatore. Magari ha bisogno di qualcosa.
Forse vuole che convinca Adam a unirsi al consiglio di amministrazione?
Di fronte alla mia confusione, le sue labbra si stendono in un sorriso.
Beve un sorso del suo drink, per poi poggiarsi alla cappa del camino.

Sig. Peterson:" Non la sto prendendo in giro, Jess. È stata così gentile da riportare qui mio figlio.
Sua madre è raggiante.
Anche se la nostra relazione è complicata, è pur sempre mio figlio. Mi fa piacere vederlo."
Jess:" E il fatto che si rifiuti di far parte della società non la disturba?"
Sig. Peterson:" Certo che sì.
Vorrei lavorare accanto a mio figlio, ma non mi faccio illusioni.
Si ribella contro di me."
Jess:" Perchè?"

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