Capitolo 4 - parte 5 "Montauk"

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Sono le 8 di sabato mattina.
Un furgone mi attende di fronte a casa mia.
Adam è appoggiato alla portiera, le mani in tasca. Un sorriso gli illumina il volto.
Avanzo verso di lui, sorridendo a mia volta.
Il cuore mi batte violentemente.
Mi fermo di fronte a lui.
Non ho intenzione di facilitargli il lavoro baciandolo subito sulle labbra!
Non sono una ragazza tanto facile!
Proprio quando sto per fare una mossa, Adam si raddrizza e inclina il volto verso di me.
È come se un tornado mi esplodesse nel corpo e nell'anima.
Mi dà un bacio leggero all'angolo delle mie labbra, poi si sposta immediatamente per aprirmi la portiera.

Adam:" Buongiorno, dolcezza."
Jess:" Eh... sì, buongiorno!"

Tremo ancora. Ho ancora la pelle d'oca su tutto il corpo.
Adam mi sorride, come se fosse consapevole delle sensazioni che ha risvegliato.
Poi aggira il furgone per mettersi al volante.
Mi siedo accanto a lui e, proprio quando chiudo la portiera, scorgo il volto di Owen dallo specchietto retrovisore.
Speravo non sarebbe stato presente da subito.
Sfortunatamente, mi sbagliavo.
Faccio un lungo sospiro, facendolo sogghignare.

Owen:" Buongiorno, Jess. Delusa di vedermi?"
Jess:" Non saprei. Non vuoi andare a prenderti un caffè da qualche parte?"

Abbozza un sorriso, mentre Adam gira la chiave e fa ruggire il motore.

Adam:" Lo perderemo per strada. Non preoccuparti, dolcezza."
Owen:" Io sono un amore, però, non capisco."

Mi volto a fissare Owen.
I suoi capelli neri gli cadono un pó di fronte agli occhi, dando maggior profondità ai suoi occhi castani.
Un sorriso gli piega le labbra.
Ho la sensazione che si prenda costantemente gioco di me.
Da una parte, mi avvisa di non giocare con i sentimenti di Adam, prendendomi per una groupie.
Dall'altra, sembra accettare vagamente la mia presenza, ma per qualche ragione sconosciuta non riesce a smettere di prendersi gioco di me.

Adam:" Sei solo un rompipalle, e Jess l'ha già capito. Non vale la pena nasconderglielo!"

Rido e annuisco verso Owen, contemplando Adam.
È rasato di fresco e i suoi capelli sono arruffati come al solito.
Le sue ciocche bionde volano in tutte le direzioni, dandogli un aspetto libero e selvaggio.
Adam trasuda costantemente la libertà, il vento fresco, l'oceano.
Adoro il suo modo di essere.
In lui c'è un misto di forza bruta e spontaneità disarmante.
Amo quando batte furiosamente sulla sua batteria, o il guizzare dei suoi muscoli mentre cavalca un'onda.

Il furgone scivola nel traffico, diretto alla costa.
Le strade di Manhattan non sono mai vuote.
Per raggiungere la città di Montauk dobbiamo attraversare il Queens, Long Island, Hampton Bays.
Da lì raggiungeremo East Hampton, alla fine della quale troveremo il porto.
Abbiamo quasi tre ore di strada, in mezzo agli ingorghi, con in sottofondo della musica metal.
Adam canticchia le parole.
Owen sbatte la testa contro gli interni del furgone.

Jess:" Posso sapere perché stai maltrattando questo povero furgone?"
Owen:" Perché qualcuno sta torturando i miei timpani!"
Adam:" Non hai alcun gusto musicale! Ascolti ancora il country! Non rompere le palle."

Scoppio a ridere, per poi voltarmi verso Owen, che brontola e si acciglia.

Owen:" Che c'è? È proibito?"
Jess:" Non hai la faccia di uno che ascolta la musica country."
Owen:" Di chi, allora?"
Jess:" Sembri più uno che ascolta rock anni 70. Sempre arrabbiato, in guerra contro qualcosa."
Owen:" Spera che non sia mai contro di te, allora. So essere violento."

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