☆Capitolo 3 - parte 3☆

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Queste poche parole hanno la capacità di illuminare il resto della mia giornata.
Continuo a ripetermi:" É solo che ti trovo carina."
A volte basta poco per essere felici.

Adam mi riaccompagna a casa.
Passeggiamo per Manhattan.
Lui cammina con disinvoltura, le mani in tasca.
Poi il suo sguardo si sofferma su di me, cercando di sondarmi.

Jess:" Che succede?"
Adam:" Mi sono reso conto che sei brava a farmi parlare, ma tu non mi hai confidato niente. So a malapena chi sei.
Tu sai che faccio surf, che lavoro come lavapiatti, che suono in un gruppo e così via.
Ma tutto ciò che so di te è che lavori per la Carter Corp con Matt e che ti piace la musica!"
Jess:" Di solito parlo di me solo quando qualcuno mi costringe.
Ho l'abitudine di ascoltare gli altri."
Adam:" In tal caso, ora è il mio turno di ascoltare. Dimmi qualcosa di succoso."
Jess:" Va bene, visto che ci tieni tanto... Odio il gelato al pistacchio.
All'università un ragazzo mi ha tagliato i capelli per vendicarsi del fatto che gli avessi dato del coglione. Sono più o meno in rotta con i miei genitori.
Amo il mio lavoro. Amo New York, anche se a volte mi spaventa."

Un sorriso si disegna sulle sue labbra. Lo vedo ascoltare attentamente le mie parole.
Ho paura che mi chieda dei miei genitori.
Non ho molta voglia di trattare l'argomento.
Meno penso a loro, meglio è.
Ma se voglio costruire una relazione, anche solo amichevole, immagino sia inevitabile.
Ma Adam non fa mai ciò che ci si aspetta da lui.
Mi afferra la mano, intrecciando le nostre dita e facendomi rabbrividire, e dice:

Adam:" Nota personale: mai offrirti gelato al pistacchio."

Mi strappa un sorriso.
Senza riflettere, poggio la testa contro la sua spalla.
Continuiamo la strada verso casa mia.
Camminiamo in silenzio per un pó, poi Adam riprende:

Adam:" Il tizio che ti ha tagliato i capelli aveva una cotta per te."
Jess:" Si, probabilmente. Strano modo di dimostrarlo, no?"

Alza le spalle e stringe le dita attorno alle mie.

Adam:" Da piccolo cercai di tirare le trecce a una bambina che mi piaceva. Volevo attirare l'attenzione!"
Jess:" Che ragazzo cattivo! Spero che qualche ragazza ti abbia dato del filo da torcere!"
Adam:" Alcune l'hanno fatto, sì, ma non credo di essermi mai attaccato abbastanza perché la cosa mi toccasse troppo."

Alzo lo sguardo.
Osservo il suo profilo, cercando di vedere la verità, ma i suoi occhi restano ostinatamente fissi al suolo.

Jess:" E non ti pesa?"

Alza le spalle.
Il palmo della sua mano è umido, ma non mi importa.
Mi piace sentire la pressione delle sue dita sulle mie.

Adam:" Dipende dalle giornate.
La mia vita è abbastanza movimentata. Ho paura di non avere il tempo di attaccarmi."

(Ok! Come dovrei prendere questa frase?)

Jess:" In tal caso... siamo solo amici?"

Lo sguardo di Adam piomba improvvisamente su di me.
I suoi occhi dalle sfumature dorate mi provocano brividi per tutto il corpo.

Adam:" A volte non so proprio parlare alle donne. Non mi riferivo a te, Jess. Vedremo dove ci porterà, no? È questo il bello del gioco."
Jess:" Va bene, mi sento in vena di conquiste."

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