Mr. Groner si allungò sulla sedia dietro la cattedra. Tra le mani stringeva una rivista accademica che con ogni probabilità gli avrebbe insegnato un nuovo metodo di tortura matematico. Non sembrava per nulla interessato a noi, anzi, con ogni probabilità quella punizione seccava anche lui. Continuava a sfogliare le pagine con stizza, gli occhi contratti in fessure e le labbra assottigliate in una linea dura e rigida.
Riusciva a mettermi i brividi pur non facendo nulla.
Allungai le braccia davanti a me cercando di stiracchiarmi senza dare troppo nell'occhio. Il suo sguardo mi fulminò peggio di un cecchino e così, seppur con frustrazione, tornai ai compiti extra che ci aveva assegnato. In realtà dovevo sbrigarmi. Prima li avrei finiti, prima sarei uscita da lì.
Oltre a non avere alcuna intenzione di passare altro tempo con Claiton e Mr.Groner, dovevo anche andare al lavoro.
Come ho già detto, i miei genitori non sono gente ricca. Mandarmi al Missan College fu solo un astuto espediente per liberarsi di me. E visto che i loro soldi non erano abbastanza per coprire tutte le spese, mi invitarono – anche poco gentilmente tra l'altro – a trovare un adeguato lavoro che potesse sostenerli economicamente in questa scelta troppo fuori portata dalle nostre tasche. E così, a causa di un loro errore di calcolo o di ego se vogliamo, avevo iniziato a fare i turni serali al Joily: un ristorante carino, poco distante dal mio appartamento, come cameriera.
Era un lavoro impegnativo ma piacevole. Bisognava mandare giù qualche boccone amaro ma presumo che ogni impiego abbia i suoi lati negativi. La paga era buona e questo era l'importante.
Mi tamburellai la penna sulle labbra e segnai un altro passaggio di un'operazione. Quel bastardo di Groner ci aveva rifilato degli esercizi davvero difficili. Ero certa che dietro quella rivista da cervellone stesse sghignazzando silenziosamente alle nostre spalle. Metterci in difficoltà lo divertiva.
«O'Neil hai finito? Sono dieci minuti che guardi il foglio... ti sei incantata?» I suoi occhietti sbucarono trapassandomi con insistenza e un pizzico di disgusto.
Non gli piacevo. Era così chiaro.
La cosa era reciproca. E non avevo il benché minimo interesse a fargli cambiare opinione su di me.
«Non ancora» Abbassai lo sguardo. Mi mancava un esercizio. Solo uno. Il più difficile.
Zack Claiton, il viscido bastardo che mi aveva ficcato in questa situazione, si passò una mano nei capelli e mi lanciò un'occhiata d'intesa. Non lo avevo ancora visto scrivere niente. Probabilmente aveva ancora il foglio vuoto. D'altronde se uno è stupido davanti a sé ha tutte le occasioni che vuole per dimostrarlo al mondo, no?
Iniziai ad appuntarmi qua e là alcune formule, maledicendo la mia poca competenza in materia. «Quest'ultimo esercizio è molto difficile, Mr. Groner.»
Il vecchio sorrise. «Lo so.»
Ma certo che lo sai, bastardo! Lo avrai certamente messo apposta!
Avrei volentieri lanciato fuori dalla finestra il quaderno, insieme agli appunti e tutto il resto del materiale. Peccato che non potessi permettermi un simile atteggiamento. La mia condotta doveva risultare immacolata fino a fine percorso studi. Per una come me, era un'impresa davvero ardua.
Entrare nel Missan College non era per nulla facile. O eri ricco sfondato o avevi attitudini degne di nota. Non eccellendo né da una parte né dall'altra, e avendo un curriculum pessimo come biglietto da visita, il dirigente scolastico mi aveva accettato con riserva. Un passo falso e mi avrebbe rimandato al mittente con tanto di francobollo sul culo. I miei genitori sarebbero impazziti, riavermi a casa era da considerarsi fuori discussione. Senza contare che probabilmente mi avrebbero spedito in qualche altro posto ancora più lontano, come l'Alaska ad esempio.
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Problema Pericoloso - Scorpion Queen (vol.1)
RomanceRobin O'Neil ha fatto molti errori nella sua vita. È caduta, si è rialzata e ha imparato cosa vuol dire pagare a proprie spese gli sbagli commessi. Ripudiata dalla famiglia e allontanata da casa è stata spedita dai genitori al Missan College: uno de...