Ero riuscita ad arrivare al lavoro in orario, con il fiatone e il viso paonazzo. Ben Marshall, il mio capo, mi aveva come suo solito squadrato da testa a piedi, chiedendomi se fosse tutto a posto. Era un uomo di mezza età dall'aria burbera e il cuore tenero. Fingeva disinteresse verso ogni suo dipendente ma in realtà ci osservava con molta attenzione, assicurandosi che ognuno di noi desse il meglio di sé ma al contempo stesse bene. Eravamo un gruppo affiatato.
Quando gli dissi che non era successo nulla di grave, non insistette. Aveva un carattere molto riservato e rispettoso, non si impicciava più di quanto gli fosse concesso. Confidava sul fatto che contassimo su di lui qual ora ce ne fosse bisogno; un po' come uno zio.
Appena indossai la divisa, la tensione causata dalla combo Claiton-Lattner sparì, facendomi immergere nel lavoro con più concentrazione e determinazione che mai. Era facile passare le ore lì dentro, soprattutto quando il locale era pieno di gente e il tuo cervello doveva mettere in stand-by i pensieri opprimenti che lo tormentavano. Molto spesso mi ero rifugiata in quelle ore di lavoro quando avevo bisogno di mettere a tacere le mie preoccupazioni.
La serata partì con slancio, tanto che non mi sorpresi quando il campanello da banco proprio accanto alla cassa venne fatto risuonare tre volte. Era il nostro segnale. Il Joily era in chiusura. Veniva suonato quando il locale era spoglio di clienti e bisognava iniziare a fare le pulizie.
Il tempo era volato. La mente era stata zitta e buona, spoglia.
«Stasera ce la siamo cavate proprio alla grande, Rob.» Le dita di Olive mi sfiorarono una spalla mentre mi passava il panno per la polvere. Venni travolta da un brivido prima di sottrarmi a quel tocco, stringendo la pezza tra le mani. I contatti mi hanno sempre fatto un certo effetto. «Sono rimasta sorpresa... eri così veloce ed energica che non abbiamo avuto nemmeno tempo per scambiarci due parole durante il servizio.» Olive era più grande di me di cinque anni eppure non dimostrava affatto la sua età. Aveva un viso dai tratti delicati e molto femminili, occhi allungati e un taglio a caschetto che la ringiovaniva parecchio; inoltre, spesso indossava dell'abbigliamento sportivo che la faceva sembrare una collegiale.
«Sì, è vero... mi spiace. Ero molto nervosa e ho scaricato qui tutto lo stress.» Mi allungai ripulendo le mensole e alle mie spalle sentii il fruscio dello straccio passato sul pavimento.
Eravamo veloci e collaborative. Secondo Marshall il team del Joily era il più organizzato di tutti i ristoranti che possedeva. E credetemi, Marshall ne aveva parecchi di ristoranti.
«Stress? Ti hanno fatto arrabbiare?»
La fissai senza nasconderle la brutta e corrucciata espressione spuntata al ricordo dei fatti. «Sono stata messa in punizione a causa di un idiota.»
Olive scoppiò a ridere. La sua risata trillò come il cinguettio degli uccellini, riempiendo l'intera stanza. Sembrava illuminare tutto ciò che le stava attorno e ogni volta non si poteva evitare di restarne colpiti. Era contagiosa. «Un idiota, dici?»
Gonfiai le guance cercando di mascherare l'imbarazzo. «Un idiota molesto» precisai.
«I maschi sono sempre idioti. Ma... non è che magari ti viene dietro?»
Dannazione! È così palese?
Mi sentii colpita sul vivo e non riuscii a trattenere un grugnito costernato e pieno d'indignazione. Presi a pulire con più foga, come se eliminare la polvere dal Joily potesse in qualche modo eliminare Claiton dal mondo.
Oh, sì! Ti eliminerò dall'universo piccolo lurido ammasso di depravazione, testosterone e stupidità.
Vomitevole scarto umano! Meriteresti di essere strizzato come questo panno.
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Problema Pericoloso - Scorpion Queen (vol.1)
RomanceRobin O'Neil ha fatto molti errori nella sua vita. È caduta, si è rialzata e ha imparato cosa vuol dire pagare a proprie spese gli sbagli commessi. Ripudiata dalla famiglia e allontanata da casa è stata spedita dai genitori al Missan College: uno de...