22 - L'ULTIMO REGALO DI MR.GRONER

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Erano passati alcuni giorni da quella domenica nel minimarket e ancora non avevo incrociato Nate nei turni.

Sembrava mi evitasse e non gliene potevo fare una colpa. Il trattamento di Lattner, seppur mi avesse tirato fuori da una situazione scomoda, non era stato dei migliori.

Mi sentivo sollevata e in colpa allo stesso tempo.

Da una parte le avance di Nate mi lusingavano, dall'altra la tormentosa idea che fosse il motociclista mi frenava dall'uscirci insieme.

Perché vi chiederete. Bé, molto semplice in realtà: i teppisti riescono a entrarti bene nel cuore, ci escono difficilmente e nel frattempo fanno un sacco di danni. Lo avevo provato sulla mia pelle già troppe volte per cascarci ancora. Non volevo uscire dall'ennesima relazione disastrosa con il cuore in una mano e lo scotch nell'altra per riattaccarne insieme i pezzi.

Diciamo che non era Nate in sé per sé a spaventarmi, quanto più lo stereotipo del bello e dannato che poteva in qualche modo incarnare.

Aspirai una boccata di fumo, continuando a camminare stretta nel giacchetto di Takeru. Me lo aveva prestato quando si era accorto che per fare il tragitto da casa al Missan, vestita da Robert, non indossavo altro che una delle mie solite tute da maschio.

Mi aveva rimproverato così tanto che avevo ceduto quasi per sfinimento o forse più per timore che gli prendesse una sincope.

«Odio le mattine.» Takeru mi si affiancò stropicciandosi gli occhi da sotto le lenti. Gli risposi con un grugnito e forse fui più esaustiva di qualsiasi frase di senso compiuto.

Non aspettatevi che sia cordiale alle otto di mattina. È già tanto se non vi mordo.

Camminammo uno vicino all'altro nel più completo silenzio. Avevamo deciso di comune accordo di parlarci e interagire tra noi il meno possibile quando ero vestita da Robert; questo per non rischiare che venisse ricollegato a Robin.

Takeru era l'unico giapponese a frequentare il Missan college, non ci avrebbero messo molto a fare due più due. Inoltre, un attento osservatore avrebbe riconosciuto subito la Robin O'Neal nascosta sotto gli occhiali da nerd e il cappellino con visiera. Il mio travestimento camminava sul filo del rasoio costantemente.

Ci separammo non appena varcati i cancelli, fingendoci sconosciuti. Era meglio così. Almeno finché non m'imbucai nel bagno femminile, riemergendo dieci minuti dopo vestita di tutto punto con la mia divisa del Missan. Ero tornata Robin.

Questo cambio direttamente tra le mura del Missan era necessario. Non potevo partire di casa vestita da me stessa, con il rischio che Lattner mi cogliesse in fallo.

«Sei lenta» borbottò Takeru, appoggiato a braccia conserte contro il muro accanto alla porta del bagno. «Siamo di nuovo in ritardo, Rob. E lo sai che il giovedì alla prima ora abbiamo quel dito in culo di Mr.Groner.»

Serrai la bocca trattenendo una risata che avrebbe certamente fatto eco in tutto il corridoio. Lo colpii mentre sghignazzava e tenendo il borsone a tracolla macinai i metri che mi separavano dal mio armadietto. «Ho cercato di fare più veloce che potevo, non iniziare a rompere come tuo solito giappo-mamma!»

Roteò gli occhi al cielo e assestando un pugno al mio borsone, per aiutarmi a farlo entrare tutto nell'armadietto, richiuse l'anta con un colpo. «Muoviti, baka

«Sai che quando mi insulti in giapponese ti trovo tremendamente sexy?» gli dissi, sporgendomi in sua direzione.

Takeru sobbalzò sul posto e il suo viso sembrò esplodere improvvisamente di un rosso acceso. Fu come gettargli una secchiata di pomodoro in faccia. Si tirò indietro coprendosi il volto con il dorso della mano. «Stu – Stupida! Stupida! Stupida!»

Problema Pericoloso - Scorpion Queen (vol.1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora