Era l'ultimo giorno al Missan prima dell'inizio delle vacanze natalizie. Lo attendevo come una bambina può attendere la vigilia per scartare i regali.
Nei corridoi si respirava aria di festa, la gente girovagava euforica anziché trascinarsi come zombie verso le proprie classi e i professori ti salutavano con un sorriso.
Anche a me. Me, la teppista.
Era proprio Natale.
«Sai, dicono che sia già tornato Sullivan a scuola.» La voce di Takeru si infilò nel mio cervello avvolto da balli e canti festosi come una freccia.
Mi voltai scaricandogli addosso la mia espressione più furente. Se il collo avesse cigolato come nei film horror mi sarei potuta ritenere soddisfatta al cento per cento. E invece no, dovevo accontentarmi della mia semplice espressione omicida. «Grazie per aver interrotto Jack Skellington mentre cantava "Cos'è" nella mia mente.»
Takeru strabuzzò gli occhi. «Che? Hai fumato merda liofilizzata prima di venire qui?»
Assottigliai lo sguardo e lui sollevò le mani per rabbonire la mia aria demoniaca.
«Pietà?» domandò, incerto.
«Bene, visto la tua uscita infelice... ora mi canterai "Cos'è" di Nightmare before Christmas.»
Rise. «Tu sei pazza.»
Lo afferrai per il colletto scuotendolo come un centrifugato alla frutta. «Ridammi il mio Natale, maledetto Giappo-Grinch!»
Takeru rantolò, afferrandomi le mani e cercando di liberarsi da quello scuotimento continuo. Era diventato paonazzo. «La – lasciami. Muoio.»
«Impossibile! Voi non morite mai. Non ho mai visto un necrologio di un giapponese qua attorno.»
Ero intenzionata a chiudere l'anno bene visto che ci saremmo rivisti a gennaio. Le intenzioni buone c'erano tutte, almeno quelle. E invece, quell'infame di Takeru mi aveva appena azzerato l'umore.
L'unico modo per risollevarlo era un bagno di sangue, la sua redenzione o vederlo saltellare per i corridoi cantando canzoni di Natale. A lui la scelta.
«Parlay» rantolò.
«E che cavolo è?» Lo scossi ancora un po' e gli occhiali gli scivolarono sulla punta del naso.
«È il codice dei pirati ne "La Maledizione della Prima Luna".»
Stavo per ridere. Mi morsi un labbro cercando di restare seria. «Mi prendi per il culo?»
«No, ma non sapevo se ne esistesse uno per i teppisti.»
«Sì, certo che esiste. Si chiama "chiudi gli occhi e stringi i denti".» Lo mollai con uno sbuffo e gli passai una mano nei capelli consapevole che lo odiava. «Ti va bene perché sono una teppista in pensione.»
Si sistemò il colletto, gli occhiali e i capelli tutto impettito, lanciandomi un'occhiata malvagia. «E per fortuna! Comunque non lo dicevo per rovinarti la giornata ma solo per metterti in guardia nel caso lo incrociassimo. Lo dicevo per te, baka!»
«Oh, grazie tante del pensiero Giappo-Grinch!»
Rise. «Eddai, ti ho preso anche un regalo... non sono poi così tanto Grinch.»
Mi voltai a fissarlo sorpresa. Non immaginavo mi facesse un regalo, anche se a dire il vero ci avevo pensato anche io a fargli qualcosa; inerente al mondo della musica visto che ne era così appassionato. Era l'unico a cui avevo preso un regalo. Non lo avevo preso nemmeno a Lattner ancora. «A me?»
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Problema Pericoloso - Scorpion Queen (vol.1)
RomanceRobin O'Neil ha fatto molti errori nella sua vita. È caduta, si è rialzata e ha imparato cosa vuol dire pagare a proprie spese gli sbagli commessi. Ripudiata dalla famiglia e allontanata da casa è stata spedita dai genitori al Missan College: uno de...