Märten continuava a sgranocchiare le patatine che avevamo appena comprato al minimarket. Si era offerto di portare la borsa della spesa e io glielo avevo lasciato fare.
Nel frattempo, era rimasto in un attento silenzio mentre gli raccontavo ogni cosa. A partire dal mio ex proprietario di casa, che mi aveva dato lo sfratto; a finire con l'annuncio nella bacheca docenti e il motivo per cui mi ero ritrovata a essere Robert.
Sulla mia copertura ormai potevo farci una bella croce sopra, con lui era saltata; ma la questione della Wood non la menzionai. Temevo potesse dire qualcosa a Lattner e almeno per quella faccenda volevo agire con prudenza. Quella donna mi sembrava il tipo capace di tutto pur di arrivare a ottenere ciò che voleva. Non avevo alcuna intenzione di mettere Lattner nei casini più di quanto già non avessi fatto.
«E quindi questo è tutto.»
«E T. non lo sa» concluse lui. Sembrava divertito.
Lo chiamava T.
Mi sembrava tanto una roba stile "Man in Black". Per certi versi mi faceva sorridere.
«Già. Non sa nulla.»
«Oh, bé... è proprio un gran bel fesso.» Märten sghignazzò, infilandosi due patatine in bocca.
«Bé, sono stata molto attenta.» Forse mi sarei dovuta complimentare con me stessa per una volta tanto. Avevo fatto i salti mortali per mantenere quella copertura. E non era stato sempre facile, molto spesso c'erano stati momenti in cui avrei gettato tutto al diavolo solo per il gusto di sentirmi libera di essere semplicemente me stessa. A volte anche solo per il semplice fatto di potermi godere la compagnia di Lattner come una vera ragazza e non come Robert.
«Oh, immagino. E dire che il tuo corpo grida la parola femmina da ogni angolo lo si guardi.» Inclinò la testa quasi cercasse di vedermi sotto un'altra prospettiva. I suoi occhi grigi inchiodati addosso mi fecero arrossire. L'idea che fosse lui il motociclista iniziò a tornarmi a ronzare in testa. Se avessi trovato abbastanza coraggio gliel'avrei chiesto. Prima o poi.
Seh, apetta e spera allora.
«Che – che cosa vorresti dire?»
Märten rise. «Oh, niente... solo che quel gran figlio di puttana è decisamente più figlio di puttana di quello che immaginavo. Ma in fondo... da un tipo così fesso, non potevo aspettarmi altrimenti.» Scoppiò a ridere fragorosamente, tenendosi la mano sulla pancia come se avesse i crampi. Si asciugò perfino le lacrime. La cosa doveva divertirlo davvero da morire.
Non potei far altro che guardarlo perplessa.
Era il più strano personaggio che mi fosse mai capitato a tiro. Probabilmente nella mia giovane e stupida vita non avevo mai incontrato nessuno di tanto singolare ed eccentrico.
Nemmeno negli Scorpion eravamo tanto strani.
Sì, bé... c'erano i soliti teppisti che amavano crearsi un personaggio ma Märten non sembrava fosse calato in qualche strano panno che si era costruito a doc. Sembrava così e basta.
«Senti, ma... toglimi una curiosità. Tu come diavolo hai fatto a capire che sono una ragazza?»
Si fermò in mezzo alla strada e mi fissò con l'espressione di uno che mi avrebbe tanto voluto dare della stupida. Era la stessa espressione che faceva Takeru quando mi strillava baka. «Oltre al fatto che il tuo corpo grida "sono una ragazza, vi prego, guardatemi"?»
Avvampai. «G – già.»
Bé, non lo grida così tanto se Lattner non mi ha ancora scoperto.
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Problema Pericoloso - Scorpion Queen (vol.1)
RomanceRobin O'Neil ha fatto molti errori nella sua vita. È caduta, si è rialzata e ha imparato cosa vuol dire pagare a proprie spese gli sbagli commessi. Ripudiata dalla famiglia e allontanata da casa è stata spedita dai genitori al Missan College: uno de...