«Questi.» Lattner sventolò un paio dei suoi boxer proprio davanti al mio naso, rischiando di uccidermi prima del tempo. Aver un infarto all'età di diciotto anni era un tantino precoce.
Anche per una come me.
«Ho detto di no» berciai, mettendo il divano come distanza tra noi.
Da quando gli avevo detto che sarei uscita con degli amici, non aveva smesso di punzecchiarmi con ogni sorta di sciocchezza. Si stava divertendo un mondo. «Ma te li presto volentieri. Sono nuovi, Rob. Li ho presi la settimana scorsa.»
«Ma come diavolo te lo devo dire che ce li ho? Ce li ho dei fottutissimi boxer! Li ho, cazzo!»
E poi figurati se esco con Takeru e le altre vestita da Robert!
«Ma se ancora non hai nemmeno disfatto tutte le tue valigie. Insomma... vuoi andare in giro per locali con dei boxer luridi pur di non usare i miei?» Mi agguantò per il collo, gettandosi a peso morto sul divano. «Avanti, Robert... non fare il timido. Ti giuro che non c'è stato niente di mio lì dentro. Nada de nada.»
Porco mondo. Ma da quand'è che Lattner è così, eh?
Ormai avevo superato la soglia del bordeux. Il mio viso era una distesa di chiazze che andavano dal rosso acceso al viola pre-morte.
Io ragazzi non sono sicura di riuscire a reggere così per molto. Ve lo dico.
Insomma, viverci insieme okay... ma tutta questa confidenza, questo toccarsi... cioè, capitemi... non avrò una certa età ma il mio cuore è fragile.
Avevo scoperto una nuova sfumatura di Lattner. Non avrei mai pensato fosse un dispettoso, scorbutico e infantile ragazzino.
E diamine, mi piaceva questa cosa. Mi piaceva troppo.
«Mollami! Mollami, Lattner!» Più gli ringhiavo contro, più mi soffocava con il suo braccio. Gli sferrai una gomitata cercando di sgusciare via. Era peggio di un lottatore di wreasling. Placcava che era una meraviglia.
«È una dichiarazione di guerra?»
«Che?» Non feci in tempo nemmeno a voltarmi per guardarlo, mi sentii sollevare di peso e un attimo dopo me lo ritrovai addosso. Sopra. A cavalcioni.
Sentii l'aria uscirmi dai polmoni con un sibilo.
La sensazione del suo corpo sopra il mio mi fece trasalire. Mi ghiacciai sul posto, troppo sconvolta perfino per urlare. Per un attimo restai perfettamente immobile, assorbendo ogni dettaglio di lui premuto contro di me.
Cercai di imprimermi in mente tutto, dalla stretta delle sue cosce attorno alle mie, ai capelli che gli ricadevano sul viso nascondendo quelle due crudeli acquamarine, al suo cavallo premuto contro il mio inguine che ad ogni movimento si strofinava facendomi ricordare che non sono uomo... ma lui sì. Lui lo è eccome.
Lo avrei voluto guardare molto di più, compiacermi più a lungo di quello spettacolo, sentire il calore del suo corpo premuto addosso per molto altro tempo. Ma non potevo. Ero Robert. E Robert non sarebbe stato sotto un uomo a lungo, a guardarlo con sguardo trasognante immaginando un contatto più ravvicinato, più intimo.
Schiusi le labbra per dire qualcosa che mi togliesse da quell'impiccio, che gli facesse credere che quella situazione fosse per me seccante o sconveniente o assurda; e invece, la voce si incastrò tra i denti uscendo nell'ennesimo sibilo. Lattner mi fissò con un ghigno, alzando le mani e muovendo le dita in aria, pregustando qualche dispetto. «E ora... tecnica del solletico di casa Lattner» gridò, un attimo prima di abbassarle in picchiata. Gli bastò toccarmi i fianchi perché lanciassi un grido isterico, scalciando come un somaro. «Ti farò sentire la potenza di questa tecnica che mi è stata tramandata direttamente da mio fratello.»
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Problema Pericoloso - Scorpion Queen (vol.1)
RomanceRobin O'Neil ha fatto molti errori nella sua vita. È caduta, si è rialzata e ha imparato cosa vuol dire pagare a proprie spese gli sbagli commessi. Ripudiata dalla famiglia e allontanata da casa è stata spedita dai genitori al Missan College: uno de...