Capitolo 9

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Emma's
Appena adesso ho finito la lezione di tedesco e finalmente c'è la ricreazione. Come al solito esco dalla classe senza incrociare lo sguardo di nessuno per evitare inutili discussioni e vado di corsa verso il bar dell'Istituto. Proprio mentre sto per entrare senza volere vado addosso ad un ragazzo facendogli cadere le cose che aveva comprato.
E: oh mio Dio scusa.
I: tranquilla.
Mi abbasso per aiutarlo a raccogliere quello che ho fatto cadere, ma lui mi precede.
E: é che sono così distratta.
Mi rialzo mettendomi a posto i capelli che mi erano andati davanti agli occhi e il ragazzo davanti a me compie un gesto davvero strano: mi sistema dietro all'orecchio un'ultima ciocca di capelli.
I: chi non lo è! 
E: mi dispiace per averti fatto cadere tutto.
I: un succo e un pacchetto di patatine, non si sono mica sporcati.  E: beh grazie, sei molto gentile.
I: stavi per prendere qualcosa? 
E: sì.
I: ti dispiace se ti faccio compagnia?
E: no....ma sei sicuro di voler farti vedere con me?
I: perché sei fidanzata con qualcuno?
E: no, ma che c'entra?
I: allora non darò fastidio a nessuno posso solo fare invidia agli altri. Entriamo nel bar e prendo qualcosa per fare merenda Poi usciamo subito e sì offre di accompagnarmi davanti alla mia scuola.
I: comunque piacere Filippo.
E: Emma piacere mio.
I: fai il linguistico suppongo, visto che non ti ho mai visto da noi.
E: si, ma in realtà sono qui da poco: vengo da Malta.
I: Figo,e ti trovi bene qui?
E: insomma...
I: non ti piace la scuola?
E: paradossalmente adoro la scuola, ma non so perché i compagni mi prendono un po' in giro.
Non so perché mi sto aprendo così tanto con una persona che ho appena conosciuto e conoscendomi non sono nemmeno una di quelle persone che danno molta fiducia ma è stato l'unico a parlarmi con il sorriso quindi mi viene naturale.
I: tutti facciamo cose stupide...loro non saranno capaci di vedere che bella persona sei e anche se tu conosco da pochi minuti, credo che tu lo sia davvero. Dentro e fuori. 
Sì gira verso di me lanciandomi un'occhiata che non ha bisogno di parole ed immediatamente abbasso lo sguardo imbarazzata.
I: scusa non volevo essere maleducato.
E: no scusa tu. È che non sono abituata a sentirmi dire dei complimenti.
I: allora meno male che mi hai incontrato.
Ci mettiamo a ridere e passo dopo passo arriviamo davanti all'ingresso della mia scuola che è proprio di fronte alla sua.
E: beh io andrei.

Mischiando il tuo sorriso,alle mie lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora