Capitolo 92

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S: Emma...
C: Emma? Non vorrai dire....oddio quella Emma?
Sento a mala pena le sue parole,perché i miei occhi rimangono incatenati a quelli di Emma. Probabilmente potrebbe crollare tutto intorno a noi e nemmeno ce ne accorgeremmo: in un secondo mi passano davanti tutti i nostri momenti e anche se non posso leggere nella mente di Emma,so che sta capitando lo stesso anche a lei.
M: mamma? Mamma,ma li conosci questi signori?
Il bambino le tira il braccio riuscendo solo dopo qualche secondo a distoglierla dai suoi pensieri.
E: ehm...ah scusa amore. Sì...io conosco solo questo signore.
M: come fai a conoscerlo mamma? Io non l'ho mai visto e sono sempre con te.
Oltre a piacergli molto il gelato,questo bambino sembra essere molto curioso e sveglio per la sua età e questo mette Emma un po' in difficoltà.
E: lui...beh lui era un mio compagno di scuola.
Non sono ingenuo e so che Emma ha giustamente detto una scusa per non fomentare la curiosità del figlio,ma essere catalogato come solo un compagno di scuola,mi fa male al cuore,ma cerco di non darlo a vedere.
C: beh piacere,io sono Cristiana,Simone mi ha parlato tanto di te.
E: davvero?
Negli occhi e nel tono di Emma si legge un velo di ironia: dopo cinque anni,è ancora arrabbiata e non ha dimenticato nulla.
C:certo....so tutto di voi.
M: mamma.. io voglio il gelato adesso però.
E: hai ragione,andiamo. È stato un piacere conoscerti,scusate se vi saluto così,ma è da stamattina che mi chiede il gelato.
S: ehm...no figurati. Mi ha fatto piacere rivederti e conoscere te...
Sposto lo sguardo sul bambino perché in tutto quello che era successo,non avevo ancora saputo il suo nome. Lui sta per rispondere,ma Emma lo ferma e Cristiana si aggiunge.
C: Simo dobbiamo andare...devo fermarmi da Roberto.
E: si scusa ma anche noi,ciao Simone.
Emma prende la mano a suo figlio e entra senza dire niente in gelateria e io come un idiota la seguo con lo sguardo,nonostante Cristiana mi abbia già preso la mano per portarmi via,ma dopo qualche passo quando già siamo quasi a metà via,mi fermo.
S: amore...scusa,ma perché non vai tu da Roberto?
C: e tu? Non vieni?
S: per risparmiare un giorno,mi vorrei fermare in un posto.
C: dove?
S: un posto.
C: c'entra quella Emma? L'hai rivista un secondo e già vuoi parlarle di nuovo?
S: amore ma secondo te? Devo andare a comprare una cosa che ho visto e che vorrei regalarti e vorrei fosse una sorpresa.
C: davvero? Sicuro che non vuoi parlare di Emma? Lo sai che ti capirei e ti ascolterei.
S: lo so tranquilla. Emma è una cosa passata...solo una vecchia compagna di scuola come ha detto lei.
So che le sto dicendo l'ennesima bugia,ma non posso dirle che rivederla ha fatto solo che farmi sentire di più quello che ancora provo per lei. Fortunatamente sembra credermi e dopo avermi sorriso,mi da un bacio.
C: va bene,allora vado e ci vediamo a cena ok?
S: perfetto.
C: ti amo.
S: anche io.
Mi da un altro bacio e se ne va tutta contenta. In questi cinque anni io mi sono sempre limitato a dire "anche io" perché il "ti amo" non è mai partito da me: non mi esce proprio e so benissimo il motivo.

Mischiando il tuo sorriso,alle mie lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora