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YOONGI'S POV:

stringo il tanto giusto la sua mano in modo da poterla riscaldare. Sta nevicando, la strada e le macchine sono ricoperte da uno spesso e soffice manto bianco. Lasciamo impronte alle nostre spalle man mano che camminiamo, e l'atmosfera intorno a noi è ovattata. ho pensato a mille cose oggi, ma appena ho sentito la voce di dejavu al citofono, è rimasto solo lui come punto fisso nella mia testa.

è da giorni che mi tormento e ho sempre lo stesso incubo; Jimin è rimasto un mio punto interrogativo costante pur avendo milioni di problemi durante il giorno.

"Cosa sono io per te", quella domanda non ha avuto una risposta chiara ancora oggi. È come quando sei indeciso su quale risposta mettere in un test a crocette, e finisci tu stesso per non capirci nulla per quante "x" e "no" hai messo su quel foglio, ormai disordinato e stropicciato.

si sente il rumore della neve che viene schiacciata sotto il nostro peso.

Riesco a sentire il suo odore, lo stesso odore che mi ha tenuto per ore sveglio la notte, in compagnia di qualche sigarette e un'indecente voglia di contatto.

Jimin: hyung

la sua voce è piccola e dolce come una tazza di te.

Yoongi: dimmi

Jimin: sembri pensieroso, tutto ok? Se non volessi a-andare al ballo siamo ancora in tempo per andare di nuovo a casa tua

sorrido lievemente per la proposta premurosa di Jimin-ie. Scuoto la testa e stringendogli lievemente la mano gli rispondo.

Yoongi: tranquillo è tutto ok, stasera ci divertiremo

mi sorride e torniamo a fare silenzio. In pochi minuti arriviamo alle strisce pedonali davanti scuola e attraversando riusciamo sin da subito a sentire la musica da discoteca provenire molto probabilmente, o dalla palestra o dall'aula magna.

qualche metro prima di raggiungere i cancelli, lui sfila la mano dalla mia presa e la mette in tasca. Non fiato, è da quando ci conosciamo che ha sempre avuto paura di mostrare segni d'affetto in pubblico.

Depressione: o magari non si vuol far vedere in giro con uno sfigato come te.

paghiamo e appena mettiamo piede nel corridoio per andare in aula magna, un chiacchiericcio e una musica assordante si fanno strada nelle nostre orecchie.

ci guardiamo entrambi con un'espressione disgustata, per poi metterci a ridere.

Yoongi: cazzo che puttanaio.

dejavu ride colpendomi il braccio.

Jimin: andiamo con calma dai, non abbiamo fretta, in fondo siamo solo io e te ora c-cioè, intendo, nessuno l-lì dentro ci c-conosce.

ridacchia imbarazzato. Ricambio.

Yoongi: dai, ora togliamoci i giubbotti

mi sfilo il giubbotto in pochi secondi. Subito dopo che Jimin riesca ad abbassare la zip lo aiuto a spogliarsi, per poi tenergli il giubbotto.

Jimin: awe, grazie hyung~

arrossisce e sorride un po' imbarazzato. Mi riscalda il cuore vederlo così... da bravo amico quale sono giusto...?

arriviamo finalmente alle porte della festa. Faccio passare dejavu per primo per poi seguirlo e chiudere la porta dietro le mie spalle.

Jimin: non c'è molto casino in fondo dai.

commenta colpendomi dolcemente la spalla. La stessa spalla dove è seduta in questo momento la mia ansia sociale. Tutta quella massa di studenti mi da urto, ed è una cosa difficile da buttare giù, ma per Jimin posso pure fare uno sforzo.

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