21. Chiedere È Sempre Lecito

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La luce del soggiorno era accesa e W non esitò a varcarne la soglia con una certa furia. Greta, alcuni passi dietro di lui, lo richiamò per l'ultima volta. Non aveva tenuto conto della lunghezza delle proprie gambe, come spesso faceva.

La prima a ricambiare i loro sguardi fu Febe, seduta sul bracciolo del divano. Isso ne occupava la porzione più distante da lei, ma qualcosa lasciava intuire che si fosse allontanato pochi istanti prima. Entrambi avevano le guance arrossate e i vestiti leggermente sgualciti. Febe si accorse delle occhiate che entrambi le rivolgevano e sistemò l'orlo della maglietta che indossava con uno strattone infastidito.

Greta indietreggiò di qualche passo, spaziando per la stanza con lo sguardo pur di non concentrarsi sui due.

<<Notizie da mio padre>> annunciò W, grattandosi la nuca. Porse il bigliettino all'amico, che se lo rigirò tra le mani con riverenza, prima che Febe glielo sfilasse rapida dalle dita tremanti.

<<Era ora>> borbottò, controllandone il retro.

<<Non c'è nient'altro?>> si riprese Isso. <<Un indirizzo? Un nome?>>.

<<No, nient'altro>>. La voce di W trasudava frustrazione. Incrociò le braccia al petto. <<Lo ha recapitato Gordon, sul tetto>>.

<<E tu cosa ci facevi sul tetto?>>.

<<Non penso proprio che fosse solo>>. Themis fece il suo ingresso seguito da Umbriel. Entrambi avevano l'aria di chi avesse appena abbandonato il letto controvoglia: capelli scompigliati e occhi stanchi.

<<Stavo venendo a chiamarvi>> mormorò W, spostando il proprio peso da una gamba all'altra. Greta lo osservò confusa, mentre Febe passava il biglietto a Themis.

Questi fece un gesto con la mano libera, come a dire che non importava.

<<Che è successo?>> domandò Umbriel, affiancandosi al ragazzo.

<<Mio padre ha mandato un messaggio>>.

<<Roma>>. La voce di Themis assunse una sfumatura incredula. <<Ha scritto altro?>>.

<<Ne stavamo parlando adesso.>> rispose Isso, sollevando per la prima volta lo sguardo sui presenti. <<E no>>.

Themis imprecò, rigirandosi febbrilmente il foglietto tra le mani. <<Non si fa sentire per mesi e quando torna lo fa con una parola. Tipico>>.

<<Credo ci sia qualcosa sotto>>. W si passò una mano tra i capelli, chiudendola a pugno vicino al collo. <<Ho come il presentimento che a Roma ci sia più gente di quanto vorremmo, in questo momento>>.

<<Poteva comunque darci un indizio in più, che so, un quartiere>> proseguì l'altro, con uno sbuffo.

<<Se avessero intercettato Gordon, è lì che sarebbero andati a cercarlo>>. A sorpresa, era stata Febe a parlare, con un tono che Greta non le aveva mai sentito usare. Stava difendendo il padre di W. <<Sarà lui a trovarci, vedrete>>.

Umbriel storse la bocca in una smorfia. <<Facciamo le valige, quindi?>>.

Febe scattò in piedi, stiracchiandosi pigramente. <<Direi di sì>>. Ostentava calma, ma il modo in cui si muoveva la tradiva.

<<Tra quanto giù?>>.

<<Il viaggio è breve. Meglio partire domattina>> sentenziò Isso. Era sprofondato nel divano con tutto il corpo, come se pesasse una tonnellata. Indossava un paio di pantaloni della tuta e una maglietta maniche corte, grigia.

HOSHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora