7. Sei Un Mostro

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Prima ancora che Greta potesse collegare i propri pensieri, W la tirò a sé, scostandola dalla traiettoria della vettura impazzita.

L'uomo dalla pelle scura, Altair, scoppiò a ridere, mentre l'auto riprendeva a inseguirli, stregata.

Anche questa volta W riuscì ad evitare che li investisse e questa finì nel canale che percorreva i bordi di quella stradina di campagna con un tonfo simile a un lamento gutturale.

W imprecò, allontanando malamente Greta e spingendola alle proprie spalle. Puntò subito la pistola su Altair e sparò. Greta si coprì istintivamente le orecchie, ma tenne gli occhi aperti, pronta ad assistere alle conseguenze dello sparo.

W sparò una seconda volta, verso l'altro uomo, ma come la prima il suo colpo non andò a segno.

Con uno strano senso di sconcerto, Greta si accorse dei due proiettili, accartocciati, che giacevano ai piedi dei due. Entrambi avevano un aspetto sereno e rilassato, come se non stessero facendo nulla di più impegnativo di prendere un the.

Le spalle di W s'incurvarono leggermente, nonostante tenesse le gambe ben piantate sul cemento rovinato.

Perché i suoi colpi non andavano a segno? La traiettoria era giusta e quei tre erano troppo vicini per mancarli, quindi cosa impediva ai proiettili di colpire il bersaglio?

Centinaia di film non l'avevano comunque preparata all'eventualità che lo facessero, in ogni caso.

<<Abbiamo finito con questo teatrino?>> borbottò l'uomo biondo, con l'aria di chi non vedeva l'ora di mettersi all'opera. Anche la donna con i capelli bianchi, Angelica, sembrava dello stesso avviso.

<<Basta giocare>> fece lei, con un sorriso sadico. <<Fai quel che devi, Cassius>>.

Fu allora che qualcosa di ancora più strano accadde: Greta si sentì come se una strana stanchezza si fosse impadronita di lei e le gambe minacciassero di cedere.

<<W>> mormorò, mentre il corpo le si intorpidiva, fino a perdere di qualsiasi sensibilità. Lui non le prestò attenzione, troppo concentrato sui tre: il biondo, Cassius, si stava avvicinando.

<<Indietro>> tentò W, per poi sparare un altro colpo verso l'uomo, che era ora distante solo una decina di metri. Anche quel proiettile fece la fine dei precedenti e quando colpì l'asfalto, un tintinnio si propagò fino alle orecchie di Greta, accompagnato da un'imprecazione di W.

Strano, pensò Greta: non era più in grado di sentire nessuna parte del proprio corpo, ma rimaneva in piedi, perfettamente immobile e ritta sulla schiena.

<<W>> ripeté, con voce flebile. Questa volta lui la sentì e, senza voltarsi, emise un grugnito.

<<Cosa c'è?>>.

In quel momento, Cassius schioccò le dita e qualcosa, alle spalle di Greta, prese a ringhiare.

Non ebbe bisogno di pensarci per riconnettere quel suono alla bestia che l'aveva attaccata la notte prima nel suo cortile. Le tornarono alla mente le ferite che le aveva inferto e come W era stato in grado di guarirle nel giro di una notte. L'immagine della propria pelle intatta, una volta tolta la fasciatura sporca di sangue freddo, le ferì la memoria.

Avrebbe voluto muoversi, scattare, ma era come se tutto il suo corpo fosse stato addormentato, anestetizzato a dovere prima di un'importante operazione. Non riusciva più nemmeno a parlare.

Al suo posto, fu W a voltarsi: i suoi occhi non la sfiorarono nemmeno, si concentrarono su quello che si trovava alle sue spalle e imprecò nuovamente.

HOSHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora