34. Solo Vederti Brillare

48 2 18
                                    

I capelli di W erano sottili tra le sue dita, simili a nastri di raso. Le accarezzavano i dorsi delle mani quando ve le passava attraverso. Il riflesso nello specchio le rimandava l'immagine di lui, seduto su uno sgabello, con le braccia incrociate e l'espressione imbronciata.

Greta non aveva ancora iniziato a tagliare, anzi, si era già pentita di essersi offerta come parrucchiera. Che cosa le era saltato in mente? Si impose di mantenere la calma: cosa aveva imparato in quasi vent'anni di tagli di capelli?

Prese un profondo respiro, tentando di ignorare gli occhi di lui, che non si erano spostati dai suoi fin da quando era entrata in bagno. In quei giorni in cui tanto li aveva desiderati, si era dimenticata l'effetto che sortivano su di lei.

<<Iniziamo?>> le chiese. Non era infastidito, la sua voce era tranquilla, quasi atona.

<<Va bene>>. Prese una ciocca tra due dita e la sollevò, perché W potesse vederla.

Annuì distrattamente. <<Taglia quanto vuoi>>.

<<Perfetto>> mormorò Greta, afferrando le forbici e calandole cautamente su di essa.

***

<<Devo essere onesto: pensavo peggio>> affermò W, dopo che Greta ebbe annunciato di aver concluso.

Con lo sguardo chino sulle forbici, si lasciò andare a un sospiro di sollievo. <<Grazie al cielo>>.

Lo sentì ridere. <<Se avevi così tanta paura di farlo, perché ti sei offerta?>>.

<<Volevo farti un piacere, credo>>.

<<Beh, mi piacciono, in ogni caso>>. Gettò l'ennesima occhiata allo specchio, contemplandosi con un sorriso. <<Cosa posso fare per ripagarti?>>.

Per poco non le caddero le forbici di mano. <<Niente>>.

<<Ma come niente?>>.

<<Hai già fatto fin troppo per me. Questa in confronto è una sciocchezza>>. Si avvicinò al lavandino per sciacquarsi le mani e lui la osservò incuriosito.

<<Potrei ingaggiarti ufficialmente come tagliatrice di capelli>>.

<<Volevi dire parrucchiera?>>.

<<Quella è una parolona. Una volta ho fatto delle crepes, ma non mi considero certo un pasticcere>>.

Greta raccolse la volontà rimasta e ricambiò il suo sguardo. I capelli ora gli sfioravano le orecchie, dove si arricciavano appena. Gli davano un'aria ordinata ed elegante. Si trattenne dallo scostargliene una ciocca dagli occhi. <<E come sono venute?>>.

Si strinse nelle spalle. <<Uno schifo esemplare. Ho dimenticato le uova>>.

Tutti i pensieri sul quanto fosse bello vennero spazzati via da un'espressione sconcertata. <<Stai scherzando?>>.

<<Purtroppo no. Gli altri mi hanno preso in giro per giorni>>.

Greta rise. <<Va beh, dai. Capita a tutti di fare casini, da piccoli>>.

<<E' successo due mesi fa>>.

<<Ah>>. Riuscì a trattenersi solo per un paio di secondi, prima di scoppiargli a ridere direttamente in faccia.

HOSHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora