30. È In Cerca Di Alleanze

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Di tutte le cose possibili e immaginabili riguardanti Rubidia, Greta non avrebbe mai e poi mai potuto pensare che il suo genere di musica preferita fosse nulla di meno che la trap.

<<Mi piace il ritmo>> aveva affermato, quando l'aveva vista sbarrare gli occhi davanti alla vasta collezione di CD che teneva in auto: un ampio elenco di artisti da ogni parte del mondo, più o meno famosi. In quel momento, c'era su 6ix9ine.

Greta aveva cercato lo sguardo di Andrea, ma quella si era limitata a coprirsi la bocca, nell'intento di nascondere una risata. Sua sorella aveva fatto finta di non accorgersene, mantenendo entrambe le mani ancorate al volante.

A parte quelle quattro parole, non è che avessero conversato granché, quella mattina. Subito dopo colazione, Rubidia aveva deciso che non si sarebbero fermate in quel luogo, perché era troppo pericoloso. Le era sembrata molto arrabbiata.

<<Non mi è ancora chiaro come tu abbia fatto a trovarci>> borbottò, qualche tempo dopo. Greta distolse rapida lo sguardo, concentrandosi sul paesaggio invernale che scorreva fuori dall'abitacolo.

Andrea, sul sedile del passeggero, si irrigidì. <<Ne abbiamo già parlato...>>.

<<Non lo so come io abbia fatto. È accaduto tutto in un istante, fuori dal mio controllo>> spiegò, per l'ennesima volta. Tutto sommato, non era nemmeno una bugia, si disse.

Rubidia le gettò un'occhiata furiosa dallo specchietto retrovisore. <<Sai, Greta, io potrei benissimo leggertela nella mente, la verità che nascondi. Potrei aprire in due il tuo bel cervellino, anche adesso, senza nessuna fatica. Ma sai cosa succederebbe se ci mettessi appena più forza del dovuto? Se scavassi nel punto sbagliato?>>. Sorrise, spietata. <<Ti trasformeresti in un vegetale, una graziosa pianta ornamentale. Ora, tu non vuoi questo, giusto?>>.

<<Santo cielo, Rubidia>> ruggì Andrea, furiosa. <<Si può sapere che ti prende? Sei impazzita?>>.

<<Sei tu ad essere uscita di testa. La tua amica mente, non lo vedi?>>.

Scosse la testa, piccata. <<Greta non mi mentirebbe mai, ne abbiamo già parlato>>.

<<E allora spiegami come ha fatto a trovarci>>. Il suo tono di voce era aspro, molto diverso da quello della sorella. Le graffiò le orecchie.

Andrea sollevò gli occhi al cielo. <<Non l'hai ascoltata? Qualcuno deve averla teletrasportata qua>>.

<<Qualcuno?>> rise. <<Davvero non ti viene in mente chi potrebbe averlo fatto?>>.

L'altra le gettò un'occhiata feroce. <<Basta>> ruggì. <<Sono veramente stanca di questo discorso. Se non riesci a smettere di lanciare accuse, almeno stai zitta>>.

Greta desiderò ardentemente di essere invisibile, premuta con forza contro lo schienale del sedile. Si aspettava una reazione da parte di Rubidia, magari che urlasse e la insultasse direttamente, ma ciò non accadde. Rimase in silenzio, la bocca ridotta a una linea sottile.

Emise un profondo respiro e nient'altro, ignorando le occhiate colme di sorpresa che Greta le lanciava dallo specchietto retrovisore. Imboccò l'uscita per l'Autogrill e parcheggiò nel primo posto libero, per poi scendere dall'auto senza aggiungere altro.

Osservarono la sua figura slanciata allontanarsi, fino a sparire tra le porte automatiche del bar, in un turbinio di capelli ricci e dorati.

Solo allora, Andrea si slacciò la cintura e si voltò interamente verso di lei. Greta cercò i suoi occhi, in apprensione.

HOSHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora