18- Il fidanzato

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Quando quella mattina la sveglia non suonò capii subito che sarebbe stato un giorno tremendo. Erano le otto meno un quarto quando mi svegliai di soprassalto, nessuno mi aveva svegliata né tanto meno l'avevo fatto sola quindi mi ritrovai a dover fare le corse. Mi lavai velocemente, feci una coda alta, presi la borsa coi libri e scesi di corsa. Arrivai a scuola col fiatone alle otto e dieci e per poco non mi presi il ritardo. Mi misi seduta e finalmente mi rilassai. Le ore scorsero tranquille se non per piccoli screzi con Roberta, come ogni giorno d'altronde. Non riusciva a tollerare che io fossi più brava di lei in tutto, più amata dai professori, più bella, più ricca, più tutto. Faceva qualsiasi cosa per farmi innervosire e ultimamente giocava molto sul progetto mio e di Piotr. Quando potevo non le davo retta, quando dovevo e non potevo evitare, le rispondevo per le rime.
Alla quarta ora successe qualcosa a cui fino a quel momento non avevo mai pensato.
"Signorina Crescenzini, come va?" Mi chiamò a gran voce nel cambio d'ora mentre andavo al bagno.
"Dottore, salve" gli sorrisi, ero molto più rilassata e tranquilla della prima volta che ci conoscemmo e lo notò anche lui "a me bene, a lei?"
"Bene grazie, la vedo in splendida forma. Il progetto come prosegue?"
"Grazie. Il progetto va a gonfie vele, il signor Zielinski è un ragazzo fantastico. La ringrazio per avermi dato l'opportunità di partecipare"
"Lo sapevo che avrebbe cambiato idea, non avevo dubbi. Comunque sono qui proprio per questo"
"Per cosa, scusi?" Mi schiarii la voce e domandai curiosa.
"E' passato quasi un mese dall'inizio del progetto ed è il momento di tirare una somma parziale"
"In che senso?"
"Venerdì deve portarlo qui, per farlo conoscere alla classe e illustrare il vostro primo mese insieme"
Sbiancai, non mi piaceva come idea. Volevo che Piotr rimanesse una cosa mia e non volevo condividerlo con nessuno.
"Che c'entra la classe?"
"E' un modo per condividere, sono sicuro che anche a Piotr farà piacere. Quando vi vedrete?"
"Oggi pomeriggio"
"Bene, due giorni di preavviso sono abbastanza, può avvisarlo oggi"
"Ma lui la mattina ha gli allenamenti, non può saltarli per seguire me qui a scuola" cercai di dissuaderlo ma non funzionò.
"Questa settimana gioca di lunedì, quindi gli allenamenti ce li ha il pomeriggio venerdì. Ho già chiesto in società, è tutto programmato"
"Va bene" non potetti più rifiutarmi anche perché il professore di fisica era appena entrato in classe e dovevo andare.
"A venerdì allora, gli dica per le dieci, ok?"
"Sì va bene, a venerdì" lo salutai e tornai al mio banco.
Le altre ore passarono velocemente e all'una precisa scappai via. Tornai a casa e mangiai un panino col prosciutto al volo, senza neanche sedermi a tavola. Mia madre mi redarguì ma appena le dissi che dovevo studiare e poi andare da Piotr non disse altro. Quando facevo il suo nome era sempre contenta.
Appena terminai di mangiare mi misi a studiare antologia per domani, avevo un interrogazione programmata dallo scorso mese ma ero arrivata all'ultimo giorno per studiare bene tutto. Ci provai, lessi tutti gli argomenti e molte cose le studiai ma poi quando si fecero le tre e mezza andai in panico, chiusi tutti i libri e scesi da mamma a chiederle se mi accompagnava da Piotr. Lei acconsentì subito e andai a prepararmi. Mentre sceglievo il jeans da mettermi, il mio cellulare squillò, era Stefano.

Sono giù da te tesoro, ci andiamo a fare un giro?

Non posso ora, devo andare da Piotr.

Piotr, Piotr, Piotr.. sta sempre davanti al cazzo questo, mi ha rotto.

La prossima volta chiamami prima di venire, così ti dico se posso o no.

Per Piotr puoi uscire però, per me no.

Piotr lo vedo per il progetto non per divertimento.

Ci vorrei credere.. anzi sai cosa? Ti accompagno io, scendi.

No grazie, mi porta mamma.

Sono già giù da te, ti do solo un passaggio.

No grazie.

Carolì, eddai.. hai qualcosa da nascondere?

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora