40- Le telefonate

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".. davvero, mi sento di morire, non riesco a fare niente senza di te. Non riesco a concentrarmi mi manchi troppo. Ti amo Piotr, oggi più che mai" sbuffai aspettando la sua risposta che dopo qualche attimo arrivò.
"Io sono sempre con te anche se siamo un po' distanti. Chiudi gli occhi e immaginami lì vicino a te. Devi trovare il modo di concentrarti e studiare non voglio che trascuri l'esame a causa mia"
"No tranquillo, in un modo o nell'altro c'è la farò"
"Ecco, brava"
"Ma io ti manco o stai bene?" Mi sembrava così rilassato e tranquillo come se la mia lontananza non lo toccasse affatto.
"Sto bene perché sono al mare, mi sto divertendo e mi sto rilassando ma questo non significa che non mi manchi. Mi manchi tanto"
"Secondo me no" sibillai e lo sentii sospirare dall'altra parte della cornetta.
"Ti sbagli. Mi manchi ogni momento, avrei voluto starci con te qui"
"Sì lo so, però non te la stai passando male, no?"
"No, te l'ho già detto, mi sto rilassando. Vuoi che me la passi male?"
"No assolutamente no, non intendevo questo. Però saperti lì senza di me mi fa stare male mentre tu sembri sereno come se la mia assenza non ti pesasse"
"Sono sereno perché so che presto ci rivedremo non perché non mi manchi" rispose quasi scocciato, poi una voce fuori campo lo zittì. Era in polacco e non capii ma Piotr scoppiò a ridere e poi tornò alla nostra telefonata per salutarmi.
"Ora vado che hanno bisogno di me, ci sentiamo dopo?"
"Che devi fare?"
"Dobbiamo giocare al biliardino"
"Tutti uomini?"
"Sì Carol, tutti uomini" rispose alla mia domanda come se non mi sopportasse più ma io non riuscivo a fermarmi, non riuscivo a stare tranquilla. "Le donne qui ci sono e sono anche belle, ma per me esisti solo tu.." si interruppe e sentii la sua voce più vicina "per me esisti solo tu" ripeté.
"Sicuro?"
"Sicurissimo, quante volte devo ripeterlo per fartelo credere? Per me esisti solo tu, il mio cuore è tuo"
"Okay, vai allora. Buon divertimento, a dopo"
"A dopo piccola" fece schioccare le labbra vicino al microfono del cellulare lasciandomi un bacio e poi riagganciò. Mi lasciai cadere a braccia larghe sul letto fissando il soffitto. Mi fidavo di lui, sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male ma ero lo stesso preoccupata per la nostra lontananza, soprattutto dopo il mio ultimo rifiuto. Non so perché mi tirai indietro, ancora ci penso e mi maledico. Sono sicura di amarlo, sono sicura di voler stare con lui, allora perché lo fermai? Non mi so rispondere e il bello è che se lo avessi ora qui sarei sicura di fare l'amore con lui.
È a Dubai da una settimana ma a me sembra una vita. Eravamo abituati a vederci ogni giorno e ora non vederlo più mi mette di malumore. Non faccio che pensare a ciò che starà facendo lì col suo gruppo di amici, non faccio che immaginarmi scene di lui ubriaco che cede ad una ragazza, non faccio che immaginarmi la sua voce che tramite telefono mi lascia. Neanche lo studio mi distrae più dal pensarlo, quando apro i libri devo forzarmi a ripetere e devo impegnarmi il doppio del necessario. Sono esausta, non vedo l'ora che tutto finisca, di andare all'esame con Piotr, di prendere il mio cento e iniziare finalmente le mie vacanze.
Mi alzai a fatica dal letto e mi costrinsi a ripetere geografia astronomica sperando in una chiamata di Piotr che però per quel giorno non arrivò.

*

Ero in spiaggia, erano appena le nove di mattina quando il mio cellulare iniziò a squillare.
"Zielu, il cellulare" Igor mi avvertì ma gli feci cenno che l'avevo già notato "inizia già a quest'ora?" Mi domandò ridendo quando lesse il nome di Carolina sul display.
"Già" sorrisi e mi alzai per rispondere.
"Pronto.."
"Amore.. come mai tutto questo tempo per rispondere? Che stavi facendo?"
"Ero sul lettino al sole. Come stai?"
"Bene, un po' stanca ma bene"
"Gli scritti come sono andati?"
"Domani avremo i voti ma credo tutto bene"
"Non avevo dubbi"
"Ho saputo la data dell'esame orale" disse con la voce un po' diversa dal solito, più pesante, più rauca.
"Finalmente. Quale è?"
"Il tre luglio. Ci sarai vero?" Sentii il suo respiro farsi più pesante e capii che aveva bisogno di rassicurazioni.
"Certo che ci sarò, lo sai bene. Dopo prenoto il volo per Napoli"
"Sì, prima che puoi. Il ritiro quando comincia?"
"Il dieci di luglio"
"Quindi abbiamo una settimana prima che tu poi parta, giusto?"
"Esatto"
"Non vedo l'ora che torni, voglio stare con te"
"Dieci giorni e ci vediamo"
"E poi la sera festeggiamo?"
"Facciamo tutto quello che vuoi, decidi tu"
"Sicuro?" La sentii finalmente ridere e mi rilassai, la preferivo quando non mi faceva tremila domande mi metteva l'ansia.
"Sicurissimo"
"Bene allora inizio a pensarci. Stasera che farete?"
"C'è una festa qui sulla spiaggia, se i ragazzi sono tutti d'accordo ci facciamo un salto"
"Farete tardi?"
"Probabile"
"Berrete?"
"Qualcosina"
"Ti prego non fare sciocchezze" si interruppe sospirando "ti prego".
"Nessuna sciocchezza, le sciocchezze le faccio solo con te"
"Tipo?"
"Che ne so, mangiare il gelato in inverno, fare il bagno al mare col gelo, visitare musei e città sconosciute.."
"Oh mamma che sciocchezze che abbiamo fatto, davvero folli"
"Colpa tua, devi sempre studiare. Appena avrai finito ti prometto che faremo un paio di follie insieme"
"Io ne ho già in mente una" rispose di scatto e poi la sentii borbottare qualcosa a bassa voce che non compresi.
"Sì poi vediamo" capii a che si riferiva e non volli approfondire l'argomento, ci ero già stato male abbastanza e credo anche lei quindi meglio non ripensarci. Avevo desiderato e tuttora desidero stare con lei dalla prima volta che l'avevo vista in quella email e quando poco prima che partissi mi fece capire che si sentiva pronta, mi sembrò un sogno. Poi è successo quel che è successo e non nego che mi sento frustrato e nervoso ma il mare e le vacanze mi stanno aiutando a riprendermi. Di sicuro qui non farò sciocchezze perché a Carol ci tengo, davvero, nonostante tutto.

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora