39- Una cosa importante

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"E' tutto pronto?" Domandò quando era ancora stretta tra le mie braccia, poi si staccò e guardò le mie valigie ammassate sotto il muro di fronte alla porta d'ingresso.
"Sì, devo prendere solo le ultime cose" annuii e lei abbassò lo sguardo camminando verso il divano dove si mise seduta.
"Mi penserai?" Chiese improvvisamente, dopo qualche secondo di pausa.
"Ogni istante"
"Mhmh.." si toccò i capelli nervosa e mi misi accanto a lei "non ce la faccio a starti lontana così tanto tempo Piotr, mi sento soffocare, mi manca l'aria.." iniziò a respirare rumorosamente, ad agitarsi. "Ti amo e non voglio stare senza di te, non voglio.."
"Tesoro tu devi studiare per l'esame, devi stare calma, sono tre settimane che voleranno. Te lo prometto"
"Al mio esame ci sarai, vero?" Me lo chiese per l'ennesima volta, con gli occhi sgranati e le labbra che le tremavano.
"Certo che ci sarò, appena lo sai fammi sapere il giorno che mi organizzo"
"Va bene" annuì ma sembrò non calmarsi, anzi, sembrava sempre più agitata "cosa farai se una ragazza ti avvicina? Non devi risponderle, non devi guardarla. Devi allontanarti Piotr, giuramelo"
"Te lo giuro, ma tu giurami che ti fidi di me"
"Mi fido"
"Allora tranquilla" le presi il viso tra le mani e la baciai delicatamente le labbra. Si lasciò baciare ma continuava a fremere, aveva un non so che di strano, di diverso. Si mise seduta su di me spostando le sue gambe ai lati del mio corpo tenendomi al centro di lei e continuando a baciarmi. Non si staccava neanche per respirare, era come ipnotizzata. Mi fece sdraiare lentamente e spostò le sue labbra dalle mie per baciarmi prima le mascelle e poi il collo. Mi tolse la t-shirt e scese coi baci fino al petto e poi all'addome. Le accarezzavo i capelli mentre le sue labbra morbide e la sua lingua calda mi rilassavano e allo stesso tempo mi elettrizzavano. Ad un tratto tornò con gli occhi nei miei, mi fissò senza dire niente e mi baciò. Le mie mani si iniziarono a muovere sulle sue curve sinuose, volevo sentirle mie un'ultima volta prima di dover partire. Le gambe lunghe e lisce, non troppo magre come piacevano a me. Il fondoschiena alto e sodo che strinsi più volte tra le mani prima di salire e accarezzare i fianchi e poi i seni. Era perfetta, il mio paradiso in terra. Mentre continuavamo a baciarci e io ad accarezzarla, alzò gli occhi di nuovo verso di me, portò le sue mani sulle mie sul suo seno e lo strinse insieme a me, facendomi rabbrividire. Chiusi gli occhi godendomi quel momento, poi mi chiamò.
"Piotr.."
"Mh?" Mossi la testa con fare interrogativo e lei appoggiò la sua fronte alla mia. Mi guardò fisso negli occhi e annuì impercettibilmente. Le baciai le labbra ma si staccò subito annuendo di nuovo, stavolta con più decisione. Cosa stava cercando di dirmi? L'imbarazzo era palese nel suo sguardo e capii che forse quello era il suo modo per dirmi che era pronta. Voleva dirmi questo? Non sapevo se l'avevo interpretato bene quindi non feci mosse azzardate. Fu lei a prendermi le mani e portarle sul bordo dei suoi short di jeans a vita alta. Non mi mossi ancora, la scrutai. Annuì di nuovo, era come avevo capito io. Glielo sbottonai lentamente, poi tirai giù la zip. Passai con lo sguardo dallo short al suo viso e scivolai con due dita tra le sue gambe. Chiuse subito gli occhi e buttò la testa all'indietro, tremava su di me ed era la cosa più bella che potevo volere.
"No" disse sicura dopo un po' bloccando la mia mano quando era vicina al piacere "non così.." sussurrò e allora capii, capii che lo voleva davvero, voleva tutto.
"Carol, sei sicu.."
"Shhhhhh" mi zittì con un bacio e annuì ancora.
La presi per i fianchi e la feci sdraiare sotto di me, le sfilai il pantaloncino e la maglia. Restò in intimo, cotone bianco semplice. Non l'aveva programmato e mi piacque ancora di più, lei nella sua semplicità mi aveva sempre attratto. E ora a guardarla così davanti ai miei occhi nella sua fragilità più totale, mi sentivo fortunato. Scesi con le labbra sul suo ventre le lasciai tanti baci caldi fino al reggiseno che in un attimo le sfilai. Si coprì un attimo ma poi si lasciò andare. Mi aiutò a togliermi il pantalone, mi guardò tutto il tempo con gli occhi innamorati. Mi appoggiai su di lei delicatamente, facendole sentire quanto la desideravo. Trattenne il respiro, poi annuì come a darmi conferma di ciò che voleva. Ci baciammo ancora, ci consumammo di baci. Le tolsi piano gli slip e poi sfilai via il mio boxer. Presi un profilattico e me lo misi, sempre sotto il suo sguardo vigile. Le nostre labbra si incontrarono di nuovo, si sciolsero l'una nell'altra, si fusero. Continuai ad accarezzarle i fianchi, a solleticarle la pancia, a farle sentire la mia voglia. Quando vidi che era pronta spinsi un po' di più tra le sue gambe, feci una leggera pressione e lei chiuse gli occhi. Per un attimo non sentii niente se non i nostri cuori battere, poi la sua voce ruppe l'incantesimo.
"Aspetta Piotr, no, ti prego aspetta" mi spinse con le mani sul petto e scivolò via dal divano. Si rimise le mutandine e si coprì con la maglia.
"Io non.. mi dispiace.."
Mi misi seduto e mi coprii, non dissi niente all'inizio, la guardai solo.
"Hai fatto tutto tu Carol, tutto tu. Non c'era bisogno di fare tutto questo cazzo di casino se non volevi farlo, nessuno ti ha chiesto niente" alzai la voce mentre mi rivestii.
"Lo so Piotr, lo volevo fare, ne ero sicura solo che.. non lo so.. io.." si mise le mani tra i capelli e iniziò a singhiozzare.
"Non piangere Carol, non fa niente. Lasciamo stare"
"Non posso lasciar stare, stavamo per fare l'amore Piotr, è una cosa importante!"
"E credi che io non lo sappia? È importante anche per me anche se non è la mia prima volta"
"Lo so ma per me è diverso, devo esserne sicura al mille per mille.."
Scossi la testa, non riuscivo a capirla.
"Sei stata tu a mettere in mezzo questa cosa, non io. Non te l'ho mai chiesto e non ci ho mai provato per darti i tuoi tempi. Ora non puoi farmi una scenata"
"Non la sto facendo, sto solo dicendo che voglio essere sicura prima di fare una cosa così importante"
"E hai ragione! Cosa vuoi che ti dica?"
"Ti amo Piotr, ti amo e non desidero altra persona che te, credimi. Ma ho paura, forse troppa"
"Tesoro.." la avvicinai e le presi il viso tra le mani avvicinandolo al mio "è una cosa bella, bellissima ma devi esserne sicura tu. Non c'è nulla di cui avere paura"
Restò in silenzio con gli occhi lucidi per qualche secondo, poi rispose.
"Una cosa c'è"
"Quale?"
"Che tu non mi ami" disse.
Mi sentii pugnalato, ferito.
"Credo di startelo dimostrando, o no?" Risposi. Annuì tra le lacrime, tirò su col naso e ribatté.
"Ma non me l'hai mai detto e io sono insicura e ho paura, paura che non sono abbastanza per te, paura che te ne trovi un'altra, paura che non mi amerai mai"
"Le parole non mi piacciono, lascio parlare i fatti. Se non li capisci, non posso farci niente" presi le chiavi della macchina "andiamo, ti accompagno a casa"
"Piotr ti prego.." si aggrappò alla mia maglia e mi abbracciò.
"Andiamo" ripetei andando verso la porta e poco dopo mi seguì anche lei.
La riaccompagnai a casa e la salutai.
Non avevo intenzione di dirle che la amavo solo perché voleva sentirselo dire, non ero il suo robot e doveva capirlo. L'avrei detto quando lo ritenevo opportuno e non quando voleva lei.

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora