46- Il sogno

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Passai dal fioraio e presi una composizione di rose gialle e bianche fantastiche, il fioraio mi disse che simboleggiavano la gelosia e il desiderio e decisi che erano adatte a noi. Parcheggiai fuori casa sua, l'adrenalina mi stava consumando, volevo solo stringerla tra le mie braccia dopo due mesi di lontananza forzata. Bussai al campanello e dopo qualche secondo mi aprirono la porta. Non era Carolina ma una versione di lei più adulta e truccata.
"Piotr, ciao, che piacere.." La madre di Carolina mi abbracciò qualche attimo e mi sorrise, tornando al suo posto.
"Salve signora Crescenzini, come sta?"
"Bene, ma vieni entra.. che rose magnifiche, sei un tesoro grazie" me le prese da mano e mi fece accomodare in salotto.
"Grazie, sono per Carolina" sorrisi e lo fece anche lei di rimando, annuendo poi distrattamente.
"Ti preparo il caffè.." si mise subito all'opera ed evitai di dirle che non preferisco il caffè ma mi alzai e la raggiunsi vicino all'isola della cucina.
"La ringrazio, è davvero ospitale però.." mi grattai la testa, imbarazzato "sono qui per Carolina, posso andare a salutarla?"
"Carolina?" Mi chiese arricciando leggermente la pelle attorno agli occhi.
"Sì, sua figlia, la mia fidanzata.. come vuole che la chiami?" Sorrisi ancora ma lei stavolta non lo fece.
"Ti ha detto che l'avresti trovata qui oggi?"
"No la mia voleva essere una sorpresa" spiegai e la vidi agitarsi più del solito. Riempì la mia tazzina di liquido marrone e bollente e lo stesso fece con la sua, poi si mise seduta al tavolo di fronte a me.
"Mi sorge un dubbio, tu sai vero dov'è Carolina?" Mi domandò, schiarendosi la voce e alzando leggermente la sopracciglia perfettamente pettinata.
"Al piano di sopra?" Risposi sorridendo.
Si prese qualche secondo di pausa, poi mi rispose.
"E' a Parigi, alla Sorbona ed è lì da fine agosto"
"Alla.. Sorbona? A Parigi?"
"E' sempre stato il suo sogno e ad inizio luglio ebbe l'email di conferma che l'avevano accettata. Lo sapevi, no?"
"No, non mi ha mai detto niente, io sono.." mi lasciai cadere contro lo schienale della sedia con lo sguardo perso nel nulla.
"Non sapevi nulla?"
"No" iniziai ad innervosirmi anche io, la delusione era palese "non mi ha mai detto niente di Parigi"
La sua espressione si rabbuiò, divenne triste quasi quanto me.
"Non immaginavo, non so perché si è comportata così" scosse la testa.
"E' chiaro che non le interessa niente di me ma poteva dirmelo almeno"
"Piotr, tu la vedi ferma e determinata ma lei è sempre stata fragile, odia gli addii e forse per questo non te l'ha.."
"Non mi interessa.. non mi interessa niente se è fragile o è complicata, se odia gli addii o le lacrime, doveva dirmelo. E' una codarda"
"Hai ragione, lo è stata" annuì d'accordo con me.
"Meglio che vado ora, non ha senso che io resti ancora" mi alzai e lo stesso fece lei.
"Mi dispiace, ti chiedo scusa da parte sua"
"Grazie.. è stato un piacere conoscerla, mi saluti suo marito"
"Certo" ci stringemmo in un abbraccio leggero e andai via.

Per tutto il tragitto verso casa non feci che pensare e ripensare al modo infantile e meschino in cui Carolina mi aveva trattato. Pensai di andare da Arek per sfogarmi ma poi mi ricordai che non era a casa, pensai di andare da Fabian ma sapevo che mi avrebbe solo fatto sentire ancora più stupido nell'aver creduto nella mia storia con Carolina quindi non ci andai.
Arrivato a casa presi Mia e me la portai sulla spiaggia che di solito il mare mi aiutava a rilassarmi e lì presi la decisione di chiamarla e chiudere definitivamente la storia.

'Pronto?'
'Carol? Sono Piotr'
'Ah ciao Piotr, tutto bene?'
'No, in realtà no. Sono appena stato a casa tua, volevo farti una sorpresa'
'C'era mia madre?'
'Sì'
'Ti ha detto dove sono?'
'Sì'
'Mi dispiace Piotr, ma non potevo rinunciare al mio sogno'
'Non te l'avrei mai chiesto, mai'
'Lo so ma mi sarei sentita in obbligo e non volevo. Voglio vivere il mio sogno libera'
'Dovevi dirmelo, solo questo'
'E' stato meglio così, credimi. Abbiamo evitato drammi inutili e addii difficili'
'Non mi hai detto che te ne andavi in un'altra nazione, non è una cosa da niente Carolina, ma lo capisci?'
'Certo che lo capisco e l'ho fatto per non darci una sofferenza inutile. Tu saresti stato lontano e io pure, alla fine che cambia?'
'Che cambia? Dovevi dirmelo e basta'
'Lo so ma ho scelto di non farlo'
'Quindi noi?'
'Non credo nelle storie a distanza'
'E tutto quello che abbiamo fatto insieme, tutti i mesi insieme, non li consideri?'
'Non rinnego niente e mi è servito tutto per essere quella che sono ora, ma adesso devo pensare al mio futuro'
'Tutto qui?'
'Sì'
'E' finita?'
'Sì'
'Come desideri, in bocca al lupo per il tuo sogno'
'Grazie anche a te'

Staccò senza aggiungere altro e da quel giorno il mare divenne il posto più triste del mondo per me.

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Ciao ragazzeeee😘 Da oggi pubblicherò tutti i giorni, ci stiamo avviando verso la fine, purtroppo🙄 un bacio a tutte, vi voglio bene❤️

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora