45- La lontananza

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I giorni in ritiro passavano lenti, a tratti lentissimi. Si stava bene, l'aria era buona, il cibo pure, la compagnia non era da meno e i tifosi ci facevano sentire sempre il loro calore però mancava qualcosa. Sentivo Carolina ogni giorno, sia tramite whatsapp che tramite telefonate, mi diceva che stava studiando tanto per i test universitari e che stava anche organizzando le vacanze coi suoi genitori. Sarebbero partiti per Sharm il tre agosto e sarebbero tornati direttamente a settembre, quindi ci saremo visti dopo l'estate.
"Questa tristezza ti passa o no? Guarda che tutti abbiamo lasciato le famiglie a casa eh, non solo tu.." Fabian mi avvicinò dopo un allenamento e mi diede uno schiaffetto in faccia.
"Sto bene non sono triste"
"Eh sì.. la tua ragazza tutto bene?"
"Sì tutto bene, studia sempre"
"Che ragazza intelligente, ancora mi chiedo come fa a stare con te.." rise e io con lui.
"Ho le mie qualità" alzai le spalle "con la tua ragazza invece?" Mi guardò male, come non aveva mai fatto prima.
"Non ho la ragazza non dire cazzate"
"Prima o poi arriverà quella giusta anche per te"
"Spero più tardi possibile, non ho voglia di complicazioni"
"Ah certo.."
"E' così Piotr" sbuffò "io non sono ancora pronto alle storie serie e stronzate simili, io non sono ancora come te"
"Nessuno dice che devi esserlo, però non devi neanche frenarti per paura di una cosa che non conosci, tipo l'amore.."
"L'amore.. che parolone, lo sai che nemmeno ci credo"
"Ognuno crede in ciò che vuole, questo è ovvio. Tu però datti la possibilità di credere in nuove cose, non partire prevenuto"
"Sì, ci proverò un giorno" mi fece la linguaccia e corse da José che da qualche metro più avanti lo aveva chiamato.
Che consigli saggi avevo appena dispensato, non era proprio da me. Però effettivamente, ora magari avevo un po' di esperienza in più che potevo mettere a disposizione dei miei amici meno esperti. Me ne tornai in camera e chiamai Carolina come facevo tutte le sere e come avrei fatto per tutte le sere successive.
I familiari dei miei compagni di squadra vennero diverse volte al ritiro, chi prima chi dopo, vennero tutti. Vennero anche il fratello e la sorella di Fabian, i fratelli di Arek e la sua nuova ragazza, mio fratello e un mio caro amico. Una sera uscimmo tutti insieme e ci trovammo molto bene.
Carolina invece, non venne mai. La invitai più volte, invitai anche i suoi genitori ma declinarono sempre i miei inviti. Una volta addirittura stavo per fare i biglietti ma lei mi fermò all'ultimo dicendo che non poteva assolutamente.
Quando il ritiro finì, alla fine di luglio, girammo l'Europa giocando diversi tornei e partite amichevoli e tornai a casa a Napoli solo il sette di agosto quando lei era già in Egitto.
Tornai ad allenarmi a Castelvolturno, Mia tornò ad essere l'unica donna a farmi compagnia in quelle giornate di calore afoso in città. Ricominciò il campionato, le partite, le trasferte. Ricominciò la mia vita di sempre senza però un tassello importante: Carolina. Non vedevo l'ora che arrivasse settembre per rivederla, per sapere a che punto era con lo studio, per aiutarla a ripetere, per guardarla negli occhi mentre luccicavano dall'entusiasmo nel raccontarmi una cosa nuova che aveva scoperto leggendo un nuovo libro di filosofia o cose del genere. Mi mancava tutto di lei. Tutto.
Settembre arrivò e io senza avvisarla mi presentai a casa sua e lì, sull'uscio di quella porta, forse per la prima volta nella mia vita mi sentii il cuore in mille pezzi.

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora