52- L'Amore

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Arrivammo nella Lapponia norvegese quasi alle otto della mattina, il nostro aereo era partito in ritardo e ci aveva fatto fare tardi.
Quando arrivammo un paesaggio di neve fitta e vegetazione rigogliosa ci accolse e ci colpì immediatamente.
"È fantastico qui.." il cielo era bianco e quasi non si distingueva dalle valli di neve accumulata da chissà quante settimane.
"Già, bellissimo. Mai visto nulla del genere"
Arrivati in albergo posammo le nostre cose e poi subito ci portarono in giro a visitare le gole più strette e più caratteristiche della zona. Incontrammo tantissime persone del posto, cordialissimi e gentili. La nostra guida parlava perfettamente italiano e ci spiegò per filo e per segno i posti che ci portò a visitare. La sera tornammo in hotel che ci aveva organizzato una cena romantica in una baita su un promontorio poco distante.
Io e Piotr ci dividemmo per un po', mi preparai e alle nove andammo alla baita. Era tutto stupendo: il camino pieno di ceppi scoppiettanti, le finestre larghe che davano sulla valle innevata, la tavola imbandita per noi due e poi Piotr. Congiunsi i miei occhi ai suoi e non potei non notare l'espressione sul suo viso mentre mi guardava. Era chiaramente emozionato e innamorato e da quando ci eravamo riappacificati non faceva che ripetermelo. Cenammo raccontandoci di questi mesi che ci avevano visti separati, mi raccontò delle sue serate con Fabián, di Clara e della solitudine. Io gli parlai di Jaqueline e di Cedric, degli esami e dello studio. Fu come se non ci fossimo mai lasciati, tutto sembrò essere tornato al suo posto.
Alla fine della cena arrivò una torta di compleanno con le candeline col numero diciotto.
"Esprimi un desiderio" mi disse prima che le spegnessi.
Lo feci, espressi il desiderio di essere per sempre felice come lo ero in questo momento, poi chiusi gli occhi e soffiai. Mangiammo una fetta di torta ciascuno e poi mi diede il suo regalo.
"Il viaggio era più che sufficiente Piotr, non dovevi fare altro.."
"Invece sì" si avvicinò e prese lo scatolino di velluto dalla tasca destra "questo è il simbolo del mio amore per te, ogni volta che lo guarderai saprai che io sono lì con te. Rincorri i tuoi sogni, vivili al massimo, sbaglia, impara. Io sarò sempre al tuo lato, per sempre" disse e aprì lo scatolino mostrandomi il solitario che brillava come fosse un lampione.
"Grazie, ti amo" non dissi altro, lo abbracciai e sperai che le sue parole si avverassero.
Volevo davvero essere felice con lui, lo amavo dal più profondo del mio cuore e sapevo che lui era quello giusto per me.
"Vieni, è ora.." guardai l'orologio e mancava poco alla mezzanotte. Mi prese per mano e mi portò in giardino dove c'era un igloo artificiale con il tettuccio panoramico. Entrammo dentro e ci sdraiammo, osservando i meravigliosi lampi di luci e colori del cielo. Il profondo nero era squarciato da luci verdi poi gialle, azzurre. Era uno spettacolo che lasciava a bocca aperta, non avevo mai visto niente di simile in vita mia.
"Grazie per tutto questo" dissi rompendo il silenzio "ti amo"
Si voltò verso di me e mi baciò, mi baciò così teneramente che potei sentire il suo cuore fondersi col mio nel preciso istante in cui le nostre labbra si sfiorarono. Ci baciammo e tutto intorno a noi scomparve, c'eravamo solo io e lui, nient'altro.
Si trascinò lentamente su di me e senza neanche accorgercene ci ritrovammo nudi, l'uno sopra l'altra, illuminati dai colori dell'aurora. Non ci dicemmo niente, non ce n'è fu bisogno. Sapevamo entrambi che quello, quello era il momento giusto e che tutti i momenti precedenti ci avevano portato qui per un motivo preciso.
Mi entrò dentro delicatamente, facendo appena pressione e tenendo i suoi occhi fissi nei miei per registrare le mie espressioni. Si fermò un attimo e poi ricominciò, stavolta per davvero. Continuò ad amarmi e ad accudire il mio corpo, ad accarezzarmi, a baciarmi ovunque le sue labbra arrivassero fino al momento clou. Sentii dentro di me un terremoto di sensazioni a me sconosciute, mi sentii pervadere da un calore e da un tremore potentissimi. Lo sentii tremare su di me, poi un esplosione mi riempì il ventre e delle fitte di piacere mi fecero contorcere. Piotr si accasciò su di me stremato, col fiatone e sudato. Continuò a baciarmi e ad accarezzarmi fino a quando non ci addormentammo.

Mi sentivo finalmente completa e in pace con me stessa. Avevo la persona che più amavo al mondo con me e finalmente avevo la consapevolezza che niente ci avrebbe più divisi. Passammo i mesi successivi tra viaggi in aereo, veloci vacanze al caldo e telefonate lunghissime. Appena potevamo ci vedevamo, anche se solo per un giorno, anche se solo per una notte. Ci amavamo e la distanza non annullò il nostro amore che anzi, si rafforzò e durò negli anni.

FINE.


*****

Grazie ancora una volta a tutte! A presto.. molto presto!

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora