13- Il litigio

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Bussai al citofono e dopo qualche secondo qualcuno mi rispose, qualcuno che non era Piotr.
"Salve signorina, prego.." mi aspettò alla porta e con un sorriso gentile mi accompagnò all'interno.
"Salve, grazie. Il Signor Zielinski è in casa?"
"Certo, la accompagno da lui, la sta aspettando" mi sorrise ancora e mi fece strada al piano di sopra "prego.. buona giornata" mi indicò una porta socchiusa e andò via. La guardai scendere per le scale, era giovane, ad occhio e croce non aveva nemmeno trent'anni, era bella e spigliata. Aveva un grembiulino in vita e i capelli biondi platino legati in uno chignon. Iniziai a fare strani pensieri su lei e Piotr ma poi cercai di riconcentrarmi e tornare a quella porta socchiusa.
"Piotr.. Posso?" Mi annunciai ma il rumore del phon era più forte della mia voce, così mi sporsi all'interno della stanza.
"Ehi Lollina eccoti, sei in ritardo" mi sorrise e spense un attimo l'asciugacapelli per parlarmi. Io annuii senza riuscire a staccare gli occhi dal suo busto nudo.
Il mio corpo ebbe delle reazioni senza che nemmeno me ne accorgessi, mi fossilizzai su quelle sue linee che dalla pancia piatta finivano per sparire nei calzoncini appoggiati sulle anche. Mi inumidii le labbra e risposi quando mi accorsi che stavo facendo passare troppo tempo dalla sua affermazione.
"Sì ho fatto prima una commissione" cercai di sorridere ma non so se ci riuscii.
"Capisco.. dammi un minuto che iniziamo, ho dovuto farmi una doccia veloce perché mentre giocavo con Mia mi ha fatto cadere nel terreno, ce l'avevo ovunque" rise scuotendo la testa e ci provai anche io ma ero distratta.
"Ti aspetto" dissi senza muovermi.
"Sì ma prima mi metto una maglia o rischio di perderti" rispose infilandosi un maglione nero di Gucci che aveva lì vicino. Io diventai rossa, poi bordeaux e poi viola.
"Scusa io.. è meglio che ti aspetto giù.." chiusi la porta alle mie spalle e corsi di sotto mettendomi comoda sul divano. Il cuore mi batteva forte, non capivo perché mi faceva quest effetto. Era vero che coi ragazzi non avevo esperienze ma a mare ci ero andata spesso, fin da piccola, e mai quattro addominali mi avevano fatto sentire così. Forse perché era lui, non lo so. So solo che mi vergognavo di queste mie stupide reazioni da ragazzina.
"Lolli.. perché sei scappata? Stavo scherzando" si mise seduto vicino a me e mi accarezzò i capelli lentamente.
"Lo so ma non ero a mio agio.."
"L'ho notato perciò mi sono vestito, non voglio traumatizzarti"
"Non è successo ero solo in imbarazzo, serve ben altro per traumatizzarmi" sembrava voler prendermi in giro e mi stava facendo innervosire.
"Signor Zielinski io per oggi ho finito, passo domani alle dieci"
"Si va bene Ila non ti dimenticare la spesa perché il frigo è di nuovo vuoto"
"Certo, domani vado al supermercato"
"Va bene grazie e buona serata"
"Buona serata a lei, Signor Zielinski" sorrise e fece un cenno di saluto anche a me. Se ne andò e Piotr tornò a darmi la sua attenzione.
"Che ci vuole per traumatizzarti? Sentiamo.."
"Uff.." sbuffai "hai voglia di giocare per caso? Perché io no, sono qui per lavorare"
"E io per traumatizzarti.." sorrise e veloce come un fulmine mi prese la mano portandola sotto il maglione facendomi accarezzare il suo addome liscio e dannatamente scolpito.
Avvampai di nuovo, tirai via la mano e lui scoppiò a ridere.
"Sei uno stupido, un deficiente.. queste cose falle con le tue amiche.." dissi indicando la cucina per riferirmi ad Ilaria "non con me, capito?" Urlai. Continuò a ridere fino alla mia illazione alla sua domestica, poi tornò serio.
"Che vuoi dire?"
"Hai capito bene" incrociai le braccia, ormai l'avevo detto non potevo tirarmi indietro.
"Tu non sai niente e non ti permetto di parlare di me e di Ilaria così"
"Dico quello che vedo e non ti azzardare mai più tu a fare quello che hai fatto"
"Stavo scherzando"
"Non mi interessa niente, non farlo mai più"
"Va bene" annuì con lo sguardo corrucciato, si allontanò da me e tornammo al progetto.
Forse me l'ero presa troppo ma il fatto che toccarlo mi desse quelle sensazioni e mi facesse avere quelle reazioni mi faceva sentire fragile e vulnerabile e non volevo esserlo. Non mi piaceva sentirmi così, soprattutto di fronte a lui. Non mi piaceva che mi schernisse e si prendesse gioco di me. Mi faceva sentire insicura e imperfetta, cosa che non tolleravo minimamente.
Tornai quella fredda e distaccata dell'inizio, lo ritenni più giusto per entrambi.

*

Avevo sbagliato? Forse. Aveva sbagliato? Sicuro. Non doveva permettersi di insinuare che avevo una relazione con Ilaria, lei non conosce me e non conosce la storia di Ilaria quindi non si doveva permettere di dire quelle cose.
Io potevo evitare di farmi toccare ma il mio era davvero un gioco, un modo simpatico di prenderla in giro dato che so che il contatto fisico è uno dei suoi punti deboli. In futuro eviterò sicuramente. Ora eravamo punto e accapo, tornò a chiamarmi signor Zielinski, tornò in alcune circostanze a darmi il lei, non mi parlò più delle sue cose personali. Andammo avanti così per una settimana più o meno. Io onestamente avevo altre cose a cui pensare, il campionato era a metà e dovevamo impegnarci per raggiungere i nostri obiettivi, con la nazionale c'era un nuovo allenatore e quindi dovevo capire ancora bene cosa voleva da me, l'Europa League era appena all'inizio e volevamo arrivare in fondo.
Le cose da pensare erano tante e lei era l'ultimo dei miei pensieri. O almeno così volevo che fosse. Poi una sera, era un venerdì, mi mandò un'email e ricominciammo a parlare civilmente.

I biglietti per la Juve me li procuri ancora o mi odi?

Scrisse. All'inizio pensai di non risponderle ma poi lo feci nonostante non mi piacque il pretesto.

Non li hanno ancora fatti, lunedì li prendo.

Capisco.. e la seconda parte della domanda?

Non ti odio.

Sicuro?

Sì.

Mh. Perché io so di essere rompiscatole e antipatica a volte.

Il più delle volte.

Vero. Mi dispiace.

Dispiace anche a me, nemmeno io sono perfetto.

Nessuno lo è. Mi dispiace soprattutto per quella storia della tua cameriera..

Non è la mia cameriera, mi aiuta con la casa. E non abbiamo nessuna relazione se ti interessa saperlo. È sposata e ha due figli.

Scusa. Così giovane?

Sì. Li ha avuti da piccola, quando l'ho conosciuta mi ha detto che cercava disperatamente lavoro e l'ho assunta.

Ho capito.. so che sei una brava persona.

Ci provo. Ogni tanto però faccio anche io stronzate, tipo l'altro giorno con te. Ti chiedo scusa.

Accettate.

Ok.

Che fai?

Sono da Arek, stiamo per cenare.

Che belli siete, buon appetito allora. Ci vediamo lunedì.

Va bene, grazie e anche a te.

Non ci dicemmo chissà che ma sperai che da quel momento in poi il nostro rapporto potesse tornare quello amichevole e informale delle settimane precedenti al nostro litigio.

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora