38- Il passato

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Sentii gli squilli giusto in tempo, risposi un attimo prima che la chiamata terminasse.
"Pronto?"
"Signor Zielinski, la contatto dal Liceo Sannazzaro di Napoli, abbiamo trovato i responsabili di quel post. Appena può passi nel mio ufficio"
"Ah bene, credo di poter passare per mezzogiorno, va bene preside?"
"Certo, l'aspetto"
"A dopo" attaccai e contattati subito Carolina su Whatsapp.

Hanno trovato i responsabili, a mezzogiorno sono a scuola.

Devo esserci anche io, giusto?

Certo, ti vengo a chiamare verso quell'ora, devi esserci.

Va bene, ti aspetto.

A dopo piccola.

A dopo <3

Posai il cellulare ed andai ad allenarmi, la prossima era l'ultima partita di campionato e volevamo onorarla. Dopo gli allenamenti andai diretto alla scuola di Carolina. Bussai alla sua aula e una voce adulta mi diede il permesso di entrare.
"Avanti" sentii dire ed entrai.
"Salve professore, se non è un problema Carolina dovrebbe venire con me dalla preside" chiesi rivolgendomi al docente e alle mie spalle sentii delle risatine e un chiacchiericcio generale.
"Silenzio, ragazzi. Crescenzini, vada, ha il mio permesso"
"Grazie professore" si alzò e fece un passo verso di me.
"Buon divertimento" sghignazzarono delle ragazze sedute in fondo alla classe.
"Come scusa?" Mi rivolsi a loro, guardandole.
"Niente" risposero sbiancando.
"Io ho sentito qualcosa, ripetetelo che non si è capito bene"
"Niente" ripeterono e io annuii tornando al professore.
"Noi andiamo, grazie per la disponibilità" gli strinsi la mano e uscimmo.
"Potevi anche lasciarle perdere, sono due oche"
"Non lascio perdere niente, non devono comportarsi così con te"
"Sì.. speriamo di chiarire questa faccenda una volta per tutte"
Entrammo nell'ufficio del dirigente scolastico che era seduta con un ragazzo che ci dava le spalle.
"Peppe?"
"Carolina, ti giuro che non è stata una mia idea.. la pagina è mia ma me l'hanno riferito, non me lo sono inventato"
"Sei uno stronzo, un vero stronzo!" Carolina alzò la voce e si scagliò contro di lui, la fermai giusto in tempo prima che gli desse uno schiaffo.
"Calma Carol.. sediamoci.."
"E' stato lui, capisci? Mi dovrei anche sedere e parlarci?"
"Sediamoci un attimo signorina" la preside si intromise e Carolina la ascoltò mettendosi seduta accanto a me.
"Giuseppe Cataldo ora ci racconterà come stanno le cose"
"Gliel'ho detto preside, uno mi ha contattato su instagram e mi ha detto che Crescenzini sta insieme a Zielinski e tutte le altre cose, e io l'ho pubblicato"
"Tu non hai scritto che stiamo insieme, hai scritto e pubblicato cose molto più volgari e gravi" risposi.
"Lo so, era per fare scena.. mi dispiace"
"Lo capisci che la mia vita e quella di Piotr non è un giocattolo? Sei un incosciente Peppe, un vero irresponsabile"
"Lo so Carolì, lo so che ho sbagliato. Solo che.." abbassò lo sguardo, poi quando lo rialzò guardò me e la preside, non più Carolina continuando però a parlare con lei "tu mi piaci e non fai altro che rifiutarmi, volevo solo vendicarmi, farti stare male" distolse lo sguardo e io strinsi i pugni e le mascelle, questo ragazzino mi stava dando davvero sui nervi.
"Chi ti ha mandato il messaggio?"
"Non lo so, un account falso" prese il cellulare "e poi ho chiesto a Raucci in classe tua che mi ha detto che secondo lei anche chissà che avevi fatto per convincerlo a stare con te" mi indicò e poi abbassò di nuovo gli occhi.
"Io sono scioccato, davvero. Carolina è la ragazza più ingenua e timida che abbia mai conosciuto, soprattutto in ambiti così personali e non accetto una cosa del genere. Non accetto, e lei preside dovrebbe essere d'accordo con me, che la vita privata di una ragazza debba essere esposta in questo modo. E' tremendo"
"Avete ragione, certo" la preside annuì costernata con l'aria preoccupata.
"Raucci non sa niente di me, non dovevi fidarti" Carol rispose al ragazzo e gli prese il cellulare di mano leggendo il nome dell'account falso da cui Peppe aveva avuto la soffiata.
"Lo so scusami, non so che mi è preso.."
"Posso andare?" Carolina si alzò di scatto guardando la dirigente e restituì il cellulare al ragazzo.

*

"Carol ehi, dove scappi?" Piotr uscì dall'ufficio della preside qualche secondo dopo di me e mi rincorse.
"Resta tu e risolvi con la preside, io devo sbrigare una faccenda. Ci vediamo dopo da te, okay?"
"Sicura che non vuoi che ti accompagni?"
"No, faccio da sola. Grazie" gli lasciai un bacio sulla guancia e scappai via. Aspettai il pullman che passò dopo un quarto d'ora, chiesi informazioni all'autista che mi spiegò a quale fermata scendere e scesi quando lui me lo indicò. Mi trovai a pochi passi da casa di chi sapevo fosse il responsabile, ne ero sicura. Bussai alla porta e mi aprì la madre.
Mi guardò con aria quasi schifata e incrociò le braccia.
"Cosa vuoi?"
"Devo parlare con Stefano, so che è in casa"
"Sei incinta per caso? Se è così sparisci, Stefano non merita una troia come te"
"Se non me lo chiama subito inizio ad urlare qui fuori, glielo giuro" attese qualche secondo poi si girò e chiamò il figlio all'interno dell'appartamento.
"Ciao" mi disse quando mi vide, freddo.
"Perché?"
"Cosa?" Tamburellò le dita sul braccio che aveva incrociato con l'altro e appoggiato al grembo.
"Perché hai scritto quelle cose su di me e le hai mandate a Peppe?"
"Peppe? E chi è?"
"Il ragazzo che gestisce Scoop Sannazzaro" spiegai e lui cambiò immediatamente espressione, come se improvvisamente fosse ritornato in sé.
"La prossima volta ci pensavi prima di tradirmi con quel calciatore.. ho solo riportato la verità"
"No che non lo è! Io e Piotr non facciamo sesso, non l'abbiamo mai fatto e non facciamo quelle cose che hanno scritto su quelle storie. Sono tutte bugie"
"Uhm.." sospirò alzando un sopracciglio "a chi vuoi darla a bere?"
"Stefano, ti sto dicendo la verità anche se non dovrei perché non ti devo spiegazioni. Esci dalla mia vita e lasciami stare, lasciami vivere in pace e non ti intromettere"
"Ora siamo pari" disse con un ghigno sul volto "ciao"
Mi chiuse fuori casa e io chiamai mia madre che mi venne a prendere e mi portò da Piotr.
"Davvero vuoi che non lo denunci? Va bene il ragazzino, ma lui è adulto e quello che ha fatto è un reato penale Carol, penale"
"Lo so ma non mi interessa Piotr, voglio solo stare tranquilla col ragazzo che amo e concludere quest'anno scolastico nel migliore dei modi"
Era di fronte a me con la mano sui fianchi e un'espressione contrariata.
"Come vuoi ma non è giusto, sappilo"
"Lo so ma Piotr.." lo avvicinai e gli presi il viso "è meglio così, niente scandali perché non ne ho proprio voglia"
"Sì va bene, ho capito"
Ci mettemmo insieme sul divano e provammo a non pensare più a quella stupida storia.

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora