43- La isla bonita

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"Piotr dimmi immediatamente dove stiamo andando, non voglio ripeterlo più"
"Non mi fai paura con le tue minacce Carol, è inutile che insisti" sghignazzai guidando verso l'aeroporto mentre la vedevo agitarsi sul sedile del passeggero con gli occhi bendati. Avevo chiesto alla madre di prepararle una valigia con lo stretto necessario per cinque giorni di vacanza al mare e al padre il permesso di portarla con me. Avevo prenotato tutto all'ultimo minuto, volo e resort per Ibiza.
"Ora basta me la tolgo.."
"Sta ferma che siamo quasi arrivati, ferma" le diedi uno schiaffetto sulle mani e lei sbuffò incrociando le braccia sotto il seno.
"Se non mi stai portando da Gucci o in un luogo esotico ti ammazzo Piotr, te lo giuro"
"Uff.." sbuffai anche io "ti lamenti sempre.. siamo arrivati, ecco.." parcheggiai e scesi prendendo le nostre sue valigie, poi andai ad aprire il suo sportello.
"Vieni con me" la presi sottobraccio e la portai all'interno dell'aeroporto.
"Ma non vedo niente, dai, toglimi questa cosa dagli occhi.." piagnucolò durante tutto il tragitto.
"Eccoci. Sei pronta?"
"Sì, sbrigati" disse sfregandosi le mani. Mi misi alle sue spalle e gli slegai la fascia che aveva sugli occhi.
"Che.. Che significa?" Mi domandò guardandosi intorno e fissando le due valigie accanto a me.
"Significa che il prossimo volo per la Spagna è il nostro, andiamo ad Ibiza"
"Ibiza?" Urlò facendo un saltello.
"Sì tesoro, cinque giorni solo io e te a Ibiza"
"Stupendo!" Mi abbracciò forte e mi baciò sulle labbra "ma potevi dirmelo almeno mi sarei fatta la valigia per bene.."
"Ho detto a tua madre di mettere qualcosa che sa che ti piace di più, il resto lo compriamo lì"
"Shopping ad Ibiza?"
Annuii e lei scosse la testa incredula.
"Volevi la follia? Eccoti la follia"
"Ti amo, follemente"
"Anche io amore, non sai quanto"

I nostri giorni di vacanza insieme iniziarono così e proseguirono sempre meglio. Il viaggio fu piacevole e quando arrivammo al resort ci accolsero subito nel migliore dei modi. Ci mostrarono la nostra dependance, ci fecero vedere le spiagge più belle spiegandoci dove si trovavano, ci prenotarono delle escursioni che scegliemmo di fare. Ma più di tutto, più di ogni altra cosa, ci vivemmo. Ci vivemmo come non avevamo mai fatto prima, ci addormentammo ogni notte insieme, ci svegliammo ogni mattina abbracciati, facemmo il bagno insieme, le corse sulla spiaggia, mangiammo il gelato ogni pomeriggio. Nuotammo con le razze e affittammo un pedalò che ci portò a largo per quasi una giornata intera, per poi passare all'ozio totale al sole.
"Ma lo vedi che stai diventando un pomodoro al sole? Mettiti la protezione"
"Ma se sono già abbronzato da Dubai, guarda.." mi sporsi verso di lei che già rideva "sono nero come Faouzi" terminai.
"Sì certo, proprio come lui, identico" scosse la testa e prese la crema protettiva per spalmarmela sulla schiena.
Passammo le giornate così, sempre tra le risate e gli sfottò.
Un giorno la portai in giro per negozi, le comprai tutto ciò che le piaceva senza badare a nulla. Volevo solo che fosse felice, volevo solo vedere il sorriso sulle sue labbra.
La sera girammo tutti i ristoranti e tutti i locali più Inn dell'isola, ballammo e bevemmo spesso, non esagerando mai. Anche in queste situazioni di relax Carolina era sempre responsabile e ci teneva a non oltrepassare i limiti.
Fu la vacanza più bella che potessimo fare, e fu la più bella tra quelle che avevo fatto. La amai sempre di più, ogni secondo che passò con me in quel paradiso.

*

Fu il regalo più bello che potesse farmi. Mi sentii me stessa ogni momento che trascorsi tra le sue braccia. Mi fece sentire sempre amata, desiderata, apprezzata. Mi diceva in continuazione che ero la visione più bella che i suoi occhi avessero mai visto, che per lui ero la perfezione in persona. Fu dolcissimo con me in ogni istante, mi tratto sempre come se fossi la sua regina.

Quando tornammo a casa, sentii un vuoto nel non averlo più con me prima di addormentarmi e appena sveglia. Volevo stare sempre con lui e infatti cercavo ogni scusa per andare a casa sua anche se ora non avevo più il progetto come alibi. Ci vedevamo spesso di nascosto, mio padre mi accompagnava da lui e me ne andavo solo quando era notte.
Mancava l'ultimo giorno, l'ultimo giorno prima che partisse quando mi arrivò l'email che cambiò la mia visione dell'estate e anche di qualcosa in più forse. La lessi e la archiviai, non dissi niente a nessuno, nemmeno a mia madre. Glielo avrei raccontato poi, ora volevo solo trascorrere il mio ultimo giorno con Piotr e non avere rimpianti.

Atelophobia ❆ Piotr ZielińskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora