Milano, 31 agosto 1959
Erano passati sei mesi, da quel giorno.
Roberto Mainaghi era davanti al suo ristorante, "L'ingrediente segreto", insieme alla sua Camilla Reggiani, quando avvenne il suo tentato omicidio: un colpo di pistola indirizzatogli da un uomo di cui non era nota l'identità, e il fiore all'occhiello dell'alta cucina milanese si sarebbe ritrovato senza il suo geniale ideatore, gettando nel panico la famiglia e i dipendenti, se Camilla non avesse gridato con tutta la forza possibile per far accorrere quanta più gente possibile in soccorso del suo fidanzato.
Mainaghi fu ricoverato d'urgenza in una clinica a Ginevra, in Svizzera, tenuto sotto osservazione dai migliori medici e completamente lontano da ogni fonte di stress; questa cosa proprio non gli andava bene - non c'era stato un attimo della sua vita che avesse passato con le mani in mano.
Sua sorella minore Adele aveva preso in mano le redini dell'attività, e insieme al suo fidanzato Andrea Del Bosco - chef de "L'ingrediente segreto" - e a Camilla gli portava notizie da Milano e dal mondo; sapeva benissimo che altrimenti sarebbe morto a causa dell'inerzia.
Avevano sempre lavorato, Roberto e Adele Mainaghi, ogni loro ricchezza era frutto della loro fatica: nel 1945 l'uomo era emigrato a New York, lasciando la sorella in custodia ad una zia - erano orfani - e aveva trovato lavoro come lavapiatti presso il ristorante italiano Ferraro's, i cui proprietari, suoi connazionali benestanti, lo avevano ospitato in casa loro.
Ma la svolta era arrivata il giorno in cui aveva incontrato Linda De Angelis, la figlia di un ambasciatore italiano a New York: la giovane era rimasta affascinata dall'intraprendenza e dalla capacità di fare soldi di Roberto a tal punto che, travolta dalla passione, aveva rotto il fidanzamento con un giovane italiano di buona famiglia ed era scappata con Mainaghi a Las Vegas, dove si erano sposati e, dopo aver vinto un'ingente somma a poker, tornarono in Italia, a Milano, ed aprirono un ristorante sui Navigli, "L'ingrediente segreto", in cui vennero assunti i primi collaboratori: il cuoco Stefano Neri, la capocameriera Beatrice Morin, la responsabile di sala Maddalena Veralli con la figlia Sofia, a cui si aggiunsero col tempo la cassiera Grazia Vallesi, i lavapiatti Nanni Borghese e Rino Lojacono, e le cameriere Giulia Ricci, Marta Sensi e Camilla Reggiani, che con la sua spontaneità e il suo talento s'era fatta strada sia all'interno dell'azienda e poi nel cuore di Roberto: all'inizio non venne vista di buon occhio da Adele, che la considerava un'arrampicatrice sociale, ma poi depose l'ascia di guerra non appena si innamorò del geniale chef Andrea Del Bosco.
Roberto permise a Camilla di lanciare sul mercato le sue ricette, che avevano incrementato la fortuna de "L'ingrediente segreto", mentre Adele e Andrea cominciavano a parlare di matrimonio, finché non si verificò il terribile attentato.
Da sei mesi Camilla, Andrea e Adele facevano avanti e indietro da Milano a Bonn per aggiornare Roberto: in quell'arco di tempo sembravano invecchiati, ma non così tanto da cambiare del tutto.
Il proprietario de "L'ingrediente segreto" era un uomo sui quarant'anni, con i capelli neri, gli occhi marroni e la barba che fino a qualche mese prima non c'era, ma che aveva deciso di tenersi in quei mesi di convalescenza; alto e snello, era di costituzione forte, e se non fosse stato per il colpo di pistola, chiunque lo conoscesse avrebbe detto che niente lo avrebbe buttato giù.
Sua sorella gli somigliava nel colore degli occhi grandi e dei capelli corti cotonati; di carattere forte, aveva competenze economico-finanziarie tali da non avere nulla da invidiare a suo fratello, tanto che non aveva avuto paura di prendere il suo posto a capo del ristorante; in anticipo sulle mode, era stata una delle prime donne di Milano a indossare i pantaloni.
Lo chef Del Bosco aveva una trentina d'anni, esattamente come Adele, e una bella presenza: con i suoi riccioli scuri e gli occhi azzurri aveva fatto strage di cuori tra le ragazze meneghine, ma era stata la giovane Mainaghi a farlo diventare definitivamente un uomo serio; non era stato facile per Roberto digerire che la sorella si impegnasse con quella canaglia, ma era il suo migliore amico, e alla fine era stato ben contento di benedire la loro unione.
Infine c'era Camilla Reggiani: venticinque anni, lunghi capelli biondo cenere, occhi verdi e un simpatico accento romagnolo, era arrivata a "L'ingrediente segreto" come cameriera e subito era stata presa di mira dalla capocameriera Morin, che la considerava una selvaggia indisciplinata, e da Adele, che non aveva gradito l'influenza della ragazza su Roberto e sul geniale chef Del Bosco, che l'avevano sostenuta fin dal primo momento; ma il suo carattere buono e gioviale, e le sue idee brillanti le avevano fatto conquistare la fiducia di tutti, specialmente dell'esigente marchesa Margherita Toledo, la cliente più ricca e incontentabile del ristorante, che l'aveva presa subito in simpatia.
Erano nel giardino della clinica, quando videro un'elegante limousine parcheggiata lì davanti: erano Raffaele Galiardi, suo figlio Francesco e il loro braccio destro Alfredo Vespucci, esperto di conti; aspiravano a diventare i potenziali soci de "L'ingrediente segreto".
《Sono loro?》chiese il padre, un uomo sui cinquant'anni, brizzolato, dai piccoli occhi neri incavati.
《Non ho dubbi. Manca Mainaghi, ma è convalescente, dobbiamo farci andare bene loro tre》rispose suo figlio, un bel giovane di trent'anni, con i capelli castani e grandi occhi blu.
《Penso che saranno ben disposti a trattare. Hanno bisogno di liquidi》rispose il ragionier Vespucci, scrutandoli da dietro i suoi occhiali rettangolari.
《Bene, raggiungiamoli》domandò Galiardi senior. 《Gianni, aspettaci qui》ordinò poi all'autista.
《Sì, signore》rispose quest'ultimo, prima che gli altri tre scendessero.
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L'ingrediente segreto [Saga del Boom Economico]
Historical FictionMilano, 1959. Roberto Mainaghi, proprietario de "L'ingrediente segreto", noto ristorante sui Navigli, subisce un attentato da parte di ignoti mentre è in compagnia della fidanzata Camilla Reggiani. Ricoverato in una clinica svizzera, lascia l'attivi...