Quel giorno di metà dicembre non fu la gelida alba milanese a svegliare Sara, la quale non aveva dormito affatto: aveva promesso che avrebbe cercato di portare sua madre dalla parte dei Mainaghi.
Non sarebbe stato affatto facile: la signora Renata, ferma com'era nella sua convinzione che i Galiardi fossero i loro benefattori, non avrebbe subito cambiato idea; tuttavia aveva conosciuto Roberto quando era magazziniere ai Ferraro's Store di New York, e se anche non ne avesse sentito parlare affatto bene da quando era scappato con Linda De Angelis, sicuramente non avrebbe potuto negare che fosse sempre stato un lavoratore onesto e inappuntabile.
La giovane Lentini affrontò l'argomento dopo la colazione.
《Ti devo parlare》esordì.
《E che cosa mi devi dire? Devo preoccuparmi?》domandò Renata con tono apprensivo.
《Oggi il signor Mainaghi verrà dimesso dalla clinica di Ginevra》cominciò la figlia.
《Ah, bene. Così potrà vederla direttamente la fine di quella sua attività infernale che ha distrutto la vita alla nostra famiglia》inveì la madre.
《Non dimenticarti che è stato papà a sparare al signor Mainaghi su commissione di Francesco Galiardi》sottolineò coraggiosamente l'una.
《Shhh! Ma pazza sei? Dici queste cose ad alta voce?》fece scioccata l'altra.
《È la verità, e non possiamo continuare a tacerla. Ho raccontato la verità alla signorina Mainaghi, al signor Imbriani e al ragionier Vespucci》confessò la ragazza.
《Che facesti tu? Andasti a spiattellare tutte cose a chillu fetuso del ragioniere, che è un presunto traditore?》sbottò la donna.
《Ho fatto quello che ritenevo più giusto》sostenne la prima.
《Hai fatto una fesseria, Sara. Ma non ci hai pensato a tuo padre? E a me? Che malasorte quel Mainaghi, se il lavoro veniva fatto bene un anno fa, a quest'ora nemmeno ci dovevamo preoccupare di lui!》sbraitò la seconda.
《Mi dispiace, mamma, ma io non la penso come te》ribattè l'aiuto-contabile.
《Lo so io che ti piglia, a te. Ti innamorasti di quel povirazzo dell'amico tuo lavapiatti. L'ho visto che ti veniva a prendere qui sotto. È stato lui a rovinarti, che prima certe cose neanche le pensavi!》continuò furibonda la casalinga.
《Nanni non c'entra niente. Sono io che ho imparato a pensare con la mia testa, e dovresti farlo anche tu!》replicò Sara. 《Pensaci, mamma. Un'altra vita è possibile》aggiunse poi, prima di andarsene, rassegnata dal volto irremovibile di Renata.***
Non appena Monica entrò a "L'ingrediente segreto" come ogni mattina, le sue colleghe le vennero incontro festanti.
《Sei stata bravissima!》esclamò Giulia.
《Un talento naturale!》concordò Marta.
《Sembra che tu sia nata per stare in televisione!》si aggiunse Sofia.
《Signorine, un po' d'ordine, per cortesia... Comunque voglio farle i più sinceri complimenti, signorina Dalmata》intervenne la Morin, che sul posto di lavoro dava del lei alla sua quasi figliastra.
《Grazie, signorina Morin!》contraccambiò la diretta interessata.
《Ma brava, prenditi pure la gloria, tanto sei solo una ladra!》fece la voce di Grazia Vallesi, tagliente come una lama.
《Grazia...》cercò di dire Monica.
《Quella pubblicità era mia, io avevo bisogno di fare quel maledetto provino... Tu invece da quando sei arrivata non hai fatto altro che ottenere tutto con uno schiocco di dita: il lavoro qui, Tancredi Galiardi, la pubblicità del Lavabianco e probabilmente anche il letto di Alessandro Tomei!》insinuò velenosa la Vallesi.
《Ma come ti permetti? Solo perché tu sai farti rispettare solo visitando molti letti, non significa che chiunque altra faccia lo stesso!》si difese la Dalmata.
Le due sarebbero venute alle mani se la Morin non si fosse messa in mezzo.
《Signorine, per favore, non diamo spettacolo! Signorina Vallesi, lei cerchi di pensare dieci volte prima di fare affermazioni sgradevoli!》ordinò, ristabilendo la calma.
Grazia tornò alla cassa lanciando uno sguardo omicida a Monica, che invece ricambiò con un'espressione di sufficienza: era lei ad aver vinto, in tutto e per tutto.***
Quando Adele tornò a casa in compagnia del fratello, tutti i dipendenti di Villa Mainaghi applaudirono commossi, stringendo ad uno ad uno la mano a Roberto ed esprimendo ciascuno la propria gioia per il suo ritorno.
《Ma sei proprio sicura che devo stare a letto?》domandò lui, non appena la sorella lo accompagnò in camera da letto.
《Più che sicura. Non hai sentito il direttore della clinica? Devi riposare...》gli ricordò lei.
《...almeno un giorno e una notte, lo so. Ma il fatto è che non vedo l'ora di tornare al ristorante...》ribattè l'uno.
《E da Camilla》completò l'altra.
《E da Camilla, giusto. Voglio capire cosa è successo durante la mia assenza, e soprattutto voglio capire se rivedermi le fa ancora l'effetto di un tempo》confessò il primo.
《Capisco tutto, Roberto, ma è troppo presto per andare incontro ad emozioni così forti》cercò di dissuaderlo la ragazza.
《Adele, io e Camilla abbiamo vissuto una relazione a distanza, e in questi mesi sono successe molte cose che potrebbero averla allontanata da me. Ma se ci rivedremo sono sicuro che tornerà tutto come una volta》la rassicurò l'uomo.
Adele avrebbe voluto credergli; non aveva avuto il coraggio di dirgli che Camilla e Francesco si erano avvicinati molto più di quanto lasciassero trasparire. Gli augurò un buon riposo, prima di lasciare la stanza.
Nemmeno Roberto ebbe il coraggio di dirle che Emma era venuta da lui, quando era ancora ricoverato, e che l'aveva baciato; tuttavia sentiva che non era poi così importante.
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L'ingrediente segreto [Saga del Boom Economico]
أدب تاريخيMilano, 1959. Roberto Mainaghi, proprietario de "L'ingrediente segreto", noto ristorante sui Navigli, subisce un attentato da parte di ignoti mentre è in compagnia della fidanzata Camilla Reggiani. Ricoverato in una clinica svizzera, lascia l'attivi...