Capitolo 21

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《Certo che è proprio strana la nuova arrivata!》esclamò Giulia la mattina successiva, durante la colazione.
《Chi, Monica Castello?》chiese Marta.
《Esatto. Dice tutto quello che le passa per la testa senza alcuna paura, sa tutto di tutti, e ci ha spinte a spiare Violetta e il signor Imbriani con quel dirigente della Rai》continuò la Ricci.
《Magari è il suo modo per integrarsi》ipotizzò la Sensi.
《Un modo un po' particolare, direi. Anche nei confronti della storia di Tancredi e Sofia è stata parecchio inopportuna. E poi non sappiamo nulla di lei...》commentò la piemontese.
《Nemmeno noi sapevamo niente l'una dell'altra quando il signor Mainaghi e la signorina Adele ci hanno assunte》le ricordò la veneta.
《Era un'altra epoca, il signor Mainaghi stava bene e non c'era ancora tutta questa gente nuova... Non immagino nemmeno cosa penserebbe... Camilla, gliene parlerai?》fece Giulia, rivolgendosi alla coinquilina che ancora non aveva parlato.
《Sì?》chiese quest'ultima.
《Dico, gliene parlerai, al signor Mainaghi, della nuova arrivata?》domandò l'una.
《Non ho idea di quando tornerò a Ginevra, con tutto quello che abbiamo da fare per San Martino...》ribattè l'altra.
《Puoi sempre scrivergli》suggerì la prima.
《Già, hai ragione...》replicò la seconda, poco convinta.
《Camilla, va tutto bene?》chiese premurosamente Marta.
《Sì, tutto bene. È solo che penso a Roberto e a tutte le novità che dovrà affrontare una volta tornato》le rassicurò la suchef.
Ma in realtà non ne era certa nemmeno lei; fortunatamente le coinquiline non toccarono più l'argomento.

                                     ***

Da tutt'altra parte, Monica faceva visita a Don Antonio nella sua parrocchia: il sacerdote le reggeva il gioco per quanto riguardava l'impiego a "L'ingrediente segreto" e le ricerche sul conto di Beatrice Morin.
《Ti trovi bene col tuo nuovo lavoro?》domandò il prete.
《È un luogo davvero interessante. C'è passata perfino la televisione, e ci passerà di nuovo. Le colleghe sono a posto, forse un po' ingessate. E anche il resto della squadra della cucina non è male》raccontò la ragazza.
《E per quanto riguarda Beatrice Morin?》chiese il religioso.
《È una donna composta, che non si sbilancia mai. Ha polso, anche se non è una dittatrice. Incute rispetto. Nessuno si è mai fatto una domanda su di lei, per le ragazze è solo una zitella rigida》rispose Monica.
《Mia cara, quante volte te l'ho detto che devi andarci piano, con le parole?》l'ammonì lui.
《Ma è stata l'amante di mio padre!》replicò indignata lei.
《Qualunque sia il ruolo della signorina Morin nella vita di tuo padre, promettimi che farai le cose con calma, e che non prenderai decisioni avventate》l'avvertì l'uno.
《Va bene, padre》promise l'altra.
《E che quando tutto sarà finito, dirai la verità a tuo padre sul tuo vero lavoro》continuò il primo.
《D'accordo, glielo dirò》giurò la seconda.

                                     ***

La presenza della Castello a "L'ingrediente segreto" aveva impensierito Beatrice: anche se non sapeva nulla di lei, quella ragazza aveva, ai suoi occhi, qualcosa di familiare che non prometteva nulla di buono, a partire da quell'accento chiaramente friulano che emergeva non appena la nuova arrivata apriva bocca; in secondo luogo, poi, il suo arrivo era stato seguito dall'ingresso di Stefano Dalmata a "L'ingrediente segreto" per un'ispezione sanitaria a sorpresa, due giorni prima.
Quella sfortunata e inquietante serie di coincidenze dava l'idea alla capocameriera di non essere più al sicuro: semmai Dalmata fosse arrivato a lei, sicuramente avrebbe scoperto anche l'esistenza di Lisa; da ciò che ricordava, l'uomo aveva un'altra figlia, ma a lei non aveva mai detto né il suo nome né quello della moglie.
Beatrice temeva che Stefano avrebbe esercitato la sua potestà genitoriale per portarle via la bambina, una volta che avesse scoperto dove si trovava.
Sarebbe dovuta andare in convento quella sera stessa e avvertire suor Paola del fatto che il padre di Lisa era a Milano, ma non doveva farlo capire alla bambina.
《Signorina Morin?》chiese una voce dietro di lei, che la fece trasalire.
《Ragioniere!》esclamò la donna, riconoscendo Vespucci.
《Va tutto bene?》domandò l'uomo.
《Tutto benissimo, è che il fatto dell'ispezione sanitaria mi ha un po' impensierito. Chissà cosa penserebbe il signor Mainaghi...》commentò lei.
《Penserà che ce la siamo cavata egregiamente, perché non abbiamo nulla da nascondere》rispose lui, enfatizzando sull'ultima frase.
《No, assolutamente nulla, ragioniere. Semplicemente, vorremmo delle sorprese più liete, come la visita del signor Tomei》ribattè velocemente l'una.
《La televisione è sicuramente un buon rilancio per questo ristorante. Ora la lascio, torno ai miei conti》la salutò l'altro.
《Arrivederci, ragioniere》ricambiò la capocameriera.
Dopo che se ne fu andato, la Morin si chiese il motivo di quella frase buttata lì da Vespucci. Che avesse cominciato a pensare che lei nascondesse qualcosa? Ormai sentiva che non poteva fidarsi di nessuno.

L'ingrediente segreto [Saga del Boom Economico]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora