6.

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Sulla schiena di Leo c'era Nico che era riuscito a prendergli il braccio e a tirarlo sempre di più verso il suo collo. Leo gemeva di dolore e se Nico non si fosse fermato sono sicura che il moro si sarebbe ritrovato con un arto in meno. Decisi di intervenire e spinsi via Nico.
≪Ma cosa ti è preso?≫ chiesi indicando con una mano Leo che si stava massaggiando la spalla.
≪Non sono affari suoi le litigate tra me e Clarisse≫ ribattè lui accovacciandosi per prendere la spada.
Io fui più veloce e la presi per prima.
≪Cosa stai facendo?≫ chiese allungando la mano verso la spada, ma io la portai ancora più lontano. ≪Ridammi la spada≫ ordinò, seccato.
Credeva che fossi un elfo ai suoi ordini o cosa?
≪Hai dimenticato le buonemaniere nel letto? E comunque non mi dispiacerebbe imparare ad usare una spada. Tu che dici?≫ chiesi maneggiando la spada e punzecchiandolo con la punta della lama.
≪Che me la dovresti ridare≫ cantilenó lui.
≪Perchè?≫
≪Perchè non sai maneggiarla≫
≪Ah si?≫ accennai un sorriso. Vedere quanto lui fosse irritato dai miei toni leggeri mi faceva ridere. Non potevo farci nulla.
Lui annuii. ≪Sei appena arrivata al campo. Con ogni probabilità una ragazza come te sa soltanto guardarsi le unghie≫
Ci rimasi male, e parecchio. Era questa l'impressione che davo? Quella di una ragazza che pensa solo alle apparenze e passa le giornate a smaltarsi le unghie? La rabbia non mi fece più rispondere dellla mie azioni e gli ferii il braccio con la lama. Lui si portó la mano nel punto in cui lo avevo colpito, rialzó la testa e rimasi, letteralmente, di sasso quando vidi i suoi occhi: nonostante fossero due pozzi di oscurità ebbi come l'impressione di riuscire a distinguere delle strane ombre. Si lanció su di me, ma io lo schivai.
≪Se non la smetti di comportarti da strafottente non ti daró la tua spada≫ lo avvertii io.
Se avessi potuto, avrei già lanciato laser dagli occhi per ridurlo a cubetti di carne umana.
Lui si raddrizzó e porto le braccia lungo i fianchi con le mani chiuse in due pugni ed abbassó la testa.
≪Nico, calmati≫ gli suggerì Leo, ma lui sembrava troppo concentrato per dare retta a qualsiasi cosa. All'inizio non successe niente, poi la terra tremó.
Guardai a terra vidi una crepa che si ingrandiva sempre di più poi allarmata, guardai Nico che non si era mosso. Accadde in un secondo, con una velocità che mi tolse il fiato dai polmoni e caddi dentro la voragine. Per pura fortuna riuscii ad appendermi ad un bordo roccioso con la mano libera, ma non avrei resistito a lungo. Alzai lo sguardo e vidi un sacco di ragazzi che si avvicinavano curiosi, nessuno peró venne ad aiutarmi.
Io stavo per finire in un buco nella terra e nessuno che mi venisse ad aiutare. Come se fosse la cosa più normale del mondo.
≪Nico≫ urlai. ≪Cosa diavolo stai facendo?≫
≪Povera piccola≫ mi prese in giro lui, un sorriso malvagio gli comparve sulle labbra. Mi faceva paura, devo ammetterlo. ≪Dammi la spada e ti aiuteró ad uscirne fuori tutta intera.≫
≪Stai facendo il cretino per una spada≫ gli rammentai io con la
vice spezzata dal dolore che si propagava dal mio braccio fin alle punete dei piedi.
Lui mi guardó truce e la terra tremó di nuovo. Stavo per cadere, dovevo dargli la spada. Raccolsi tutte le forze che mi erano rimaste per lanciare la spada ai suoi piedi. Lui si precipitó a prenderla lasciandomi appesa. Con la mano libera mi appesi al bordo della voragine e cercai di tirarmi su, senza successo. Stavo per credere che sarei morta nel giro di pochi secondi, ma Nico mi prese per le braccia e mi tiró su come se fossi una piuma. Mi sedetti sul bordo e cercai di respirare profondamente. Ero distrutta, sia fisicamente che mentalmente.
≪Sto aspettando≫ disse Nico incrociando le braccia difronte al petto.
≪Oh, quasi me ne dimenticavo≫ dissi ironicamente mettendomi una mano sulla fronte ≪Fottiti≫
≪Come scusa?≫ disse Nico cercando di rimanere calmo, ma riuscivo a vedere la vena sulla fronte pulsare.
≪Fot-ti-ti≫ ripetei sillabando ≪Mi hai quasi uccisa per quella stupida spada.≫ lui aprì bocca per ribattere, ma io lo fermai ≪Sei solo uno stupido bambino capriccioso che non conosce altri modi per dialogare all'infuori delle risse. Sei vuoto!≫ dissi puntandogli un dito contro e facendo un passo avanti ≪Con aria al posto del cervello≫ ed avanzai ancora facendolo indietreggiare ≪ed infantili al limite dell'immaginablie!≫ avanzai e lui indietreggió cadendo in acqua.
"Acqua?"
C'era un ruscello, limpido e cristallino e Nico ci era cascato dentro con tutte le scarpe. Alzó la testa guardandomi stupito.
Feci dietrofront correndo verso Leo e mi feci portare verso la casa di Ermes. Ne avevo abbastanza di emozioni per tutta la giornata. Volevo solo riposarmi un paio di minuti, non chiedevo altro.

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