3.

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≪Questo è staliking. Perchè siete nella mia macchina?≫ sbuffai.
Il ragazzo moro ignoró completamente la mia domanda e si rivolse direttamente a mia madre, come se si conoscessero da anni.
≪Signora sua figlia è stata attaccata da una furia. Lei sa a cosa va incontro se non dovesse andare al Campo, vero?≫
Mi voltai verso mia madre per vedere la sua faccia che sarebbe dovuta essere sconvolta, perlomeno sarebbe stata la mia se due perfetti sconosciuti fossero entrati nella mia macchina dicendo che mia figlia era stata attaccata da un mostro mitologico, ma lei senza battere ciglio tolse il freno a mano e partì a tutta birra imboccando la strada opposta a quella di casa nostra. Per quel che ne sapevo, non era neppure la direzione del centro psichiatrico più vicino, luogo in cui avrei voluto lasciare quei due ragazzi.
≪Perchè lo stai ascoltando? Insomma, gli credi?≫ chiesi confusa.
Mia madre non mi degnó neanche di uno sguardo e parló tra sè e sè sotto voce dicendosi "Sapevo sarebbe successo." e "È tutta colpa mia". Abbandonai ogni speranza di dialogare con mia madre e mi girai verso i due ragazzi.
≪Potrei almeno sapere i vostri nomi?≫
Annuirono ed entrambi mi porsero le mani sorridenti.
≪Io mi chiamo Percy Jackson≫ disse il ragazzo dai capelli neri. Osservai meglio i suoi occhi e mi stupii di non averne notato il colore prima: un verde limpido.
≪Io sono Annabeth Chase≫ si presentó la ragazza bionda. Mi soffermai sui suoi occhi grigio tempesta.
"Avete degli occhi molto belli" ecco cosa stavo per dire, ma mi fermai prima di rendere la situazione ancora più strana di quanto non fosse.
≪Io sono Elena≫ mi presentai ≪e grazie per aver ucciso quella cosa≫
≪Un vero piacere.≫ disse il Percy ≪Non avrei mai lasciato che un mezzosangue morisse≫
≪Eh?≫ riuscii a dire solo questo prima di ritrovarmi sulle gambe di Annabeth a causa di una frenata da incubo.
≪Mamma!≫ esclamai.
≪Scusate, non l'avevo visto≫ si scusó lei.
≪Visto cosa?≫ chiese Annabeth.
≪C'era un gatto sulla strada. È spuntato dal nulla.≫ specificó
Non era proprio il momento di fare gli animalisti.
Mi sedetti al mio posto dopo aver scavalcato le lunghe e snelle gambe di Annabeth e riprendemmo a camminare per le strade di Manhattan.
≪Ragazzi≫ li chiamai ≪Cos'è questo campo?≫
≪Poi vedrai. Non ti preoccupare, vedrai ogni cosa quando sarà il momento≫ mi rispose la mamma.
La guardai. Ci avevo sentito bene?
≪Consoci questo posto?≫ le chiesi.
Lei annuii facendomi rabbrividire. Possibile che solo io non consocessi questo campo? Roba da manicomio.
Mi ripetei le stesse cose per almeno un'ora finchè Percy non interruppe il silenzio che aleggiava nell'abitacolo.
≪Avete qualcosa da mangiare?≫ ci chiese sporgendo dallo spazio fra i due sedili anteriori.
≪Per gli Dei, Percy≫ rimproveró Annabeth. ≪Abbiamo già mangiato≫
≪Al volo≫ esclamai e lanciai il panino al prosciutto che che era avanzato a pranzo.
≪Grazie≫ disse aprendo la pellicola.
Io inclinai la testa.
La macchina frenó di colpo ed io mi ritrovai con la faccia premuta sul parabrezza. Mi staccai dal vetro massaggiandomi il naso e guardando mamma con uno sguardo di rimprovero.
≪Hai visto un'altro gatto?≫ chiesi sarcastica, ma la mia voce uscì più tagliente del previsto. Mi ero spaventata.
≪No, siamo arrivati≫ ci informó abbozzando un sorriso.
Girai la testa verso il mio finestrino e tutto quello che vidi fu una grande collina e un pino in cima.
"Che bel campoMolto accogliente devo dire..."
≪Dove sarebbe il campo in questione?≫ senza staccare gli occhi dalla collina.
≪È a valle≫ disse scocciata Annabeth.
Scendemmo tutti dalla macchina, meglio, quasi tutti: mia madre non scese.
≪Grazie per il passaggio signora≫ la ringraziarono Percy e Annabeth, poi iniziarono ad incamminarsi verso la collina. Io rimasi affacciata al finestrino guardando verso l'interno.
≪Ora dove andrai?≫ le chiesi preoccupata.
≪A casa, tesoro≫ disse lei sistemandosi la cintura ≪Non preoccuparti per me, pensa a stare al sicuro≫
≪Non vieni al campo? Vuoi abbandonarmi in questo posto dalla dubbia sicurezza con questi due pazzi? Mi stai abbandonando?≫
≪No≫ disse accarezzandomi una guancia ≪Sarebbe strano per tutti se venissi, tu stai serena e fa quello che ti dicono di fare. Comunque, non ti sto abbandonando.≫ mi sorrise, ma poi notò la mia faccia perplessa ed aggiunse ≪Saprai tutto quando sarà il momento≫

Mi allontanai dalla macchina con un groppo in gola e la sensazione che non l'avrei rivista per un po'.
Tolse il freno a mano e mi guardò con le mani salde sul volante ≪Elena, devi promettermi che farai tutto ció che ti diranno di fare, senza se è senza ma, d'accordo?≫
Annuii poco convinta e la salutai con la mano finchè non scomparve oltre gli alberi. Mi girai verso Annabeth e Percy che mi stavano aspettando sulla cima della collina.
Spalancai la bocca. Avrei dovuto salire fino lassù?
Non era molto alta, ma era ripida e li raggiunsi col fiatone. Poggiai le mani sulle ginocchia e cercai di riprendere fiato. Alzai lo sguardo e mi trovai di fronte ad un arco con due fiaccole accese ai lati, non ne capii l'utilià visto che eravamo in pieno giorno, ma non fu questo a stupirmi. D'un tratto le lettere incise sull'arco iniziarono a spostarsi e finalmente riuscii a leggere.
≪Campo Mezzosangue?≫ dissi a bassa voce, un flebile mormorio.
≪Come, Elena?≫ fece Annabeth
≪Campo Mezzosangue? Perchè ha questo nome. Prima Percy mi ha chiamata così. Che significato ha?≫ chiesi.
≪Ti spiegherà tutto Chirone≫ mi rassicuró Percy.
≪Chirone? Ha un nome familiare, chi è?≫ domandai guardando prima Annabeth e poi Percy.
I due ragazzi sbuffarono e mi presero a braccetto trascinandomi oltre l'arco e verso la valle. Ecco, ora lo vedevo il campo: case piccole disposte in modo tale da formare un giardino quasi rotondo, un lago gigante, una casa un po' più grande delle altre ed un sacco di altre cose che non vi sto ad elencare. Sembrava una piccola città, una piccola, graziosa, antica città


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