Aprii gli occhi ed incontrai due palline nere che mi osservavano preoccupate. Mi sentii avvolgere in un abbraccio e tossii per quanto era forte. Finalmente codesta creatura mi molló ed io potei respirare a pieni polmoni, tossicchiai ancora un po' e mi ributtai di schiena sul morbido materasso sicuramente contenta di non stare soffocando in una stanza di pietra. Osservai meglio la persona seduta ai piedi del mio letto: era sicuramente un ragazzo, capelli scuri, maglietta nera, idem per i pantaloni, una spada nera, insomma Nico di Angelo. Nico di Angelo era nella mia capanna, sul mio letto e mia aveva appena abbracciata. Urlai così forte da far tremare la terra.
- CHE CI FAI TU QUI !? - sbraitai.
-Ti lamentavi nel sonno così forte che ti ho sentita dal lago.- mi spiegó lui sorridendomi. Nico che sorride?
-Sto ancora sognando! Notte Nico- mi ricoprii la testa con le coperte e chiusi gli occhi. Immaginai di ritrovarmi con la ragazza nella stanza in pietra e spalancai gli occhiali senza pensarci troppo su.
-Che succede?- mi chiese lui con fare comprensivo.
-Piuttosto tu, dove hai battuto la testa?- gli chiesi sarcastica -È stato quel "decapitateste" di Leo, non è vero?-
-No- ribattè secco.
-Bien, pourquoi tu est chez moi?-
-Non sono figlio di Afrodite, non lo capisco mica il Francese- ah...allora scusa!!
-I figli di Afrodite parlano francese?- chiesi stupita.
-Bhe, almeno Piper lo conosce...Poi non so gli altri- mi spiegó lui. Si alzó dal letto e girovagó per la capanna soffermandosi sul libro che avevo lanciato distrattamente su un tappeto verde acqua -Comunque è ora di cena-
"Ha detto cena? Evvai! Sto morendo di fame!"
-Yehhah- esultai prendendolo per il polso. -Vamos amigo!!
-Non parlo spagnolo! Solo Leo lo conosce!!- sbuffó lui cercando di non cadermi addosso mentre lo trascinavo verso il padiglione. Durante il tragitto pensai a quanto il campo mezzosangue fosse multietnico, ora ci manca solo un cinese e siamo al completo!!
-Finirai col staccarmi il braccio- Nico protestó per tutto il tragitto finchè non lo lasciai al tavolo di Ade. Io riuscii a sedermi al tavolo di mio padre senza essere calpestata dai satiri che gironzolavano per i tavoli. Al tavolo c'era Percy che parlava con un satiro dalla pelle scura e i capelli neri e riccioluti da dove spuntavano delle corna caprine.
-Hei- lo salutai poggiando sul tavolo il mio piatto stracolmo di patatine fritte.
-Ciao- mi salutarono all' unisono.
-Io sono Grover Underwood- si presentó il satiro stringendomi la mano.
-Elena Tedesco- ricambiai sorridendo e poi mi sedetti al tavolo trangugiando patatine finchè Grover (o come si chiama lui) non mi interruppe.
-Ehm...Percy, lei non è una figlia di Poseidone, vero?- nella sua voce notai un po' di preoccupazione.
-Si...perchè?- Percy era stupito quanto me dalla sua domanda.
-Posso...uhm...parlarti?-
Ci guardammo ed io tornai a rimpinzarmi di patatine facendo a attenzione a non mangiarmele tutte e lasciarne qualcuna per il faló. Quando rialzai la testa per chiedere se c'era dell'acqua i due erano spariti. Non avevo capito "Posso...uhm...parlarti senza la diretta interessata alla mia domanda in modo da escluderla volontariamente?", ma non ci pensai tanto e azzardai a mangiare ancora qualche patatina.
-Ehi!- sobbalzai quando mi toccarono la spalla.
-Ohi, come va? Non ti ho più vista da questo pomeriggio.- salutai Annabeth con un largo sorriso.
-Oh...bene- si sedette di fronte a me guardandosi attorno come se volesse assicurarsi che nessuno ci stesse guardando -Comunque, Nico mi ha detto che volevi andare negli inferi per parlare con una certa Elena. Che storia è questa?-
Le spiegai tutto con calma, da quello che avevo letto a ció che avevo detto a Nico, dal sogno al dopo sogno con un Nico troppo disponibile. Lei si grattò la nuca e guardó un punto imprecisato del padiglione. Inspiró ed espiró. Aprì la bocca come per parlare, ma Nico apparse alle sue spalle facendoci urlare dalla sorpresa.
-Andiamo?-
-Dove?- chiese Annabeth.
-Al faló!- disse Nico euforico.
-Nico cosa hai?- Gli chiesi alzandomi dal tavolo.
-Io...ehm...assolutamente nulla-
Annabeth lo fermó per il braccio guardandolo con occhi torvi, Nico fece lo stesso ed io mi sentivo strana, mi tremavano le gambe e la testa pulsava. Improvvisamente la figlia di Atena si tappó le orecchie con i palmi delle mani lasciando Nico che corse verso il faló. L'ansia aumentava ogni secondo che passava senza che Annaneth si stappasse le orecchie. Avvicinai lentamente la mia mano al suo braccio e lei lasció la presa sulla sua testa respirando a grandi boccate come se tutto questo tempo fosse stata sotto terra.
-Annabeth tutto okay?- la guardai preoccupata, non sapevo cosa fare, mi ero sentita impotente come nel mio sogno. Certo che oggi sono tutti contro di me, eh?
-Si, tutto okay- mi rispose sottovoce. Non mi convinceva proprio per niente, non poteva stare bene, non poteva essere "okay", ma si alzó ugualmente invitandomi a seguirla sugli spalti in pietra. Presi il mio piatto e versai il contenuto nel fuoco non appena fu a portata di braccio e pregai per mio padre; devo ammettere che mi sembrava di escludere gli altri dei, ma non potevo farci nulla.
Mi sedetti di fianco a Percy che sembrava avere un'aria turbata, come se gli avessero detto "Ehi amico, come va? Ah, a proposito hai solo poche ore di vita...stammi bene!!" Gli misi una mano sulla spalla scuotendolo un po' per risvegliarlo dal suo stato di trance. Lui sbattè le palpebre e si giró verso di me, poi sorrise calorosamente e mi abbració - non credete che ci sia troppo affetto nel'aria? - io ricambiai dandogli dei colpetti sulla schiena. Non so se lo avete già capito, ma non amo gli abbracci...
-Di che avete parlato con Grover?- chiesi contro la sua maglietta. Oh no...tasto dolente.
Mi scolló in modo leggermente - così per dire - brusco e mi guardó serio.
-Dimentica della conversazione tra me e Grover, okay?-
-Ma...per-
-Fallo e basta...ti prego.- nei suoi occhi potevo leggere a caratteri cubitali "Fallo per te stessa". Non ci diedi molta importanza, ma appena tornata nella casa numero tre non feci altro che pensare a quella vestale. Sì, stava diventando una fissa...una stupida fissa che mi sarebbe costata la vita.
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la profezia
Fanfiction[Spoilers of PJO & HOO] !COMPLETATO! Ci sono scuole e scuole, si è sempre detta Elena. Lei, fin ora, ha sempre frequentato scuole "speciali" pensate e costruire per persone "speciali" quale lei è. Sua madre, dopo l'ultima espulsione dovuta a un peta...