26.

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-Ed ecco come si uccide un mostro usando semplicemente una corda ed ua graffetta- un figlio di Ares terminó la sua lezione soddisfatto sculettando via dai ragazzi che vi avevano assistito. Ha passato due ore a spiegarci come infilare la graffetta nella corda che andava infilata nell'unghia del pollice della terza mando del mostro che poi andava girata in senso antiorario verso la bocca...mamma!! Era da fucilarsi, ma Mason ne sembrava comunque felice.

-Pronta per il pranzo?- mi chiese Abby. Era venuta con me ad assistere a questo scempio; quasi, quasi le avrei chiesto scusa...

-C'è da chiedere? Sto morendo!- le misi un braccio attorno alla spalla e arrivammo al padiglione, ci separammo per andare ognuna al proprio tavolo. Sbuffai lanciandomi sulla panca del tavolo di Poseidone.

-Oddio un elefante!- urló Percy sputando la bibita che aveva in bocca.

Risalii dalla panca poggiando il mento sul tavolo. -Grazie del complimento, ma non sono un elefante- sbuffai e gli rubai un panino al prosciutto.

-EHI!- protestó, ma il panino era ormai nel mio stomaco. Passai il pranzo a rubargli i panini e ne lasciai uno da buttare nel fuoco. Nel tragitto padiglione-poligono di tiro, sudai come se non ci fosse stato un domani. Aspettai di vedere la figlia di Apollo, Christina, ma comparve una ragazza sui sedici anni che sosteneva di essere appena arrivata. Io fui l'unica a sostenere quella lezione e avrei voluto tirarle appresso l'arco per come era noiosa. Non faceva altro che ripetere "Tieni le spalle dritte!", "Non si tiene così la freccia!", "Se non fai quello che ti dico finirai con il metterti l'arco nel naso!". Okay...forse l'ultima era divertente, ma detto con la sua vocina stridula e squillante era insopportabile!

-Okay, ci vediamo la prossima volta- disse lei sistemandosi la faretra dietro la schiena. Lanciai il mio arco nell'erba e feci per scappare da lei, ma mi bloccó il polso. -Ehi, ti va se dopo cena ed il faló ci vediamo sulla spiaggia?-

-Ehm...non so-

-Eddaiiiii ti preeeeeeeegoooooo!- inizió a piagnucolare come una bambina e per scollarmela le promisi che ci saremmo viste la sera.

Camminai a zonzo per il campo finchè il cielo non divenne arancione barra viola barra azzurro. Mi ritrovai a parlare di quella ragazza strana della lezione di arco con Percy mentre ci abbuffavamo di carne e insalata.

-Da quanto è arrivata, dici?- mi chiese lui.

-Ha detto di essere arrivata questa mattina- risposi io infilando una foglia di insalata in bocca.

-Improbabile che sia già diventata un'insegnante- disse lui soprappensiero.

-Bho, peró è molto brava- ammisi io e Percy annuii distrattamente. Gettammo la nostra parte di cibo nel faló, salutai tutti e, il più furtivamente possibile (non tanto di faccia dipinta di nero) mi diressi sulla spiaggia.

la profeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora