43.

839 69 6
                                    

Mi ci son voluti dieci minuti per smettere di ridere, ma alla fine ci sono riuscita.
La faccia di Nico al suo risveglio è stata qualcosa di epico. Si toccava continuamente le guance, ormai rosse, e poi si guardava le mani come se si aspettasse di vedere uscire il sangue. Mi aveva anche confessato di sentirle pulsare.
Il potere nelle mie mani...e sulle sue guance, adesso.
Ora mi guarda con occhi di fuoco ed ha i pugni e la mascella serrata, segno che sta per uccidermi oppure sta pianificando la mia morte, insomma: una delle due.
≪Perchè. Mi. Hai. Schiaffeggiato?≫ sbotta lui.
Sto per rispondergli, ma un urlo di dolore mi trapassa i timpani ricordandomi che ci sono delle persone che stanno combattendo contro un gigante.
≪Te lo spiego dopo≫ prendo il figlio di Ade per un braccio e lo porto nella mischia.
Ha i capelli spettinati e appiccicati solo su un lato della faccia, le occhiaie sono più scure del solito nonostante abbia dormito molto e ha il viso ancora mezzo pallido, ma sembra abbastanza in forma per uccidere un mostro altro duemilioniesettecento metri.
Svolto a destra, come poco fa hanno fatto i nostri amici, e ci ritroviamo di fronte ad una scena critica. Sgrano gli occhi e guardo Hazel distesa in modo scomposto, scorgo delle macchie di sangue sul pavimento e sento le mie viscere annodarsi alla sola vista. Nico ha già iniziato a correre verso Hazel così velocemente che credo abbia stabilito un record Olimpionico. Arrivo da loro dopo tre secondi spaccati e in questo lasso di tempo Nico se l'è caricata sulle spalle e la porta sotto un porticato per sistemarle la ferita. Rivolgo un ultimo sguardo agli altri semidei rimasti sul campo di battaglia e riprometto a me stessa che li aiuterò più tardi.
Torno a preoccuparmi di Hazel e Nico.
Trattengo un un urlo quando vedo la brutta ferita al ventre di Hazel. Arma da taglio, sicuramente. Non è profonda tanto da non potersi rimarginare da solo con qualche benda, ma per me è comunque uno spettacolo orrendo. A giudicare dalla smorfia di dolore che troneggia sul volto di Hazel deve farle molto male, e la capisco.
Io sono nel panico più assoluto.
Non ho la minima idea di cosa fare e non saranno certo i muri a parlarmi e a darmi consigli medici.
Non so mettermi un cerotto da sola, figurarsi una benda.
Faccio un grande respiro e poso lo sguardo sul figlio di Ade.
≪C-Cosa dobbiamo fare?≫ cerco di sembrare il più calma possibile, ma sto morendo dentro.
Non mi risponde perchè è ancora impegnato con la fasciatura improvvisata.
Un altro urlo che, questa volta, proviene dal ciclope che si ritrova una lancia conficcata nell'ombellico (non chiedetemi chi gliel'abbia lanciata perché non lo so). Per nostra sfortuna se ne libera senza tanti sforzi e la scaglia dietro di lui. Almeno non c'è l'ha tirata contro...
≪Io l'ho visto≫ finalmente si decide a parlare, ma avrei preferito dicesse qualcosa di più comprensibile di questo.
≪Visto cosa?≫ ripeto.
≪Tutto: il gigante, tu che parli di fronte alla vetrina dei nanetti da giardino, la battaglia, Hazel e...≫ si ferma guardando un punto imprecisato dietro di me.
Mi volto di scatto aspettandomi di vedere un mostro pronto a staccarmi la testa a morsi, ma vedo solo Leo che lancia palle di fuoco e incendia ciò che ha di fronte. Un macabro pensiero mi turbina nella testa.
≪Leo?≫ ripeto sottovoce, non per non farmi sentire, ma perché non riuscirei a parlare con un diverso tono di voce senza trattenere un urlo isterico ≪Che intendi dire?≫
≪È colpa tua≫ Nico alza la testa e vedo che ha gli occhi lucidi, sembrano di vetro e fanno più paura del solito.
≪Ma che sta...≫
≪È colpa tua! Se non fossi venuta al campo, questo non sarebbe successo! È tutto colpa tua e di quello stupido libro che ti sei portata dietro!≫ si mette in piedi dimenticando completamente Hazel che muove le labbra -"Sta cercando di parlare?"- e tenta di alzarsi.
Porto la mano lungo il fianco e le faccio cenno di sdraiarsi. Devo riuscire a mantenere la situazione sotto controllo, ma fra poco perderò le staffe e a quel punto o ucciderò qualcuno o piangerò come una fontana, comunque nulla di buono e tantomeno di utile.
≪Moriremo tutti!≫ continua muovendo un passo avanti ≪È una missione suicida≫ muove un altro passo verso di me e sono costretta a indietreggiare, poi con la mano destra tocca l'elsa della sua spada.
Oh-oh, brutto presentimento.
Istintivamente porto la mano nel punto in cui ci dovrebbe essere una spada, che non trovo perché ho lasciato ad Oregon o addirittura perso. Perfetto, sono anche disarmata, ALLEGRIA!
≪Stiamo rischiando di mandare tutto a monte. Nessuno dovrebbe rischiare così tanto≫ continua lui ≪Nessuno né tanto meno Hazel≫
Che io sappia, si sono già esposti molto più di così durante due precedenti battaglie, quella contro i Titani e quella contro Gea e i giganti. Che sarà mai una ragazza fuori di senno?
Con un movimento rapidissimo sfodera la spada e mi punta la lama contro il petto.
Non ci faccio caso perché sto ancora digerendo le sue parole. E vabbene che moriremo tutti (a meno che non mi sacrifichi), ma non ho scelto io di trovare il libro e tantomeno di viaggiare per mezzo continente per combattere una battaglia che so già di aver perso. E poi, perché mai Hazel è così importante? C'è lo ha già il fidanzato! Cioè... credo, ah bho... ehm... mi sto zitta ho afferrato.
≪Devo farlo, l'ho visto≫ alzo di più lo sguardo e incontro i suoi occhi, non più neri, ma di un colore più tendente al rosso, che sostengono il mio sguardo senza fatica. Una luce folle danza nei suoi occhi, non è un'illusione. C'è davvero qualcosa di diverso in lui, o qualcuno.
≪Visto cosa?≫ urlo, ma credo di sapere come pensa di risolvere la situazione.
≪Devo ucciderti≫ lo dice così, senza pensarci, come se mi dovesse dire che ha trovato un penny per terra.
Serro gli occhi e la mascella per il dolore. Cado a terra e mi tocco il punto sul torace che mi fa male. Almeno non mi ha infilzata, ma se mi deve uccidere immagino lo farà presto e io sono ancora disarmata. Esamino in tre secondi la ferita: un taglio lungo più o meno come la mia mano e non molto profondo.
Cerco Nico con lo sguardo e lo vedo a qualche metro di distanza da me con le mani che si tappano le orecchie. Come ha fatto ad arrivare la in così poco tempo? E perchè si sta tappando le orecchie?
Mi alzo con un po' di fatica e cerco di raggiungerlo, ma quando sono a metà strada Nico si gira di scatto facendomi sobbalzare e mi guarda con un espressione dura in volto; stringe meglio la spada e la lancia in modo che se dovesse beccarmi, mi trapasserebbe a mo' di spiedino. Cerco di schivarla, ma non ci riesco del tutto perché mi colpisce ad un fianco e facendomi genere per il dolore. Faccio un passo indietro ed incontro uno di quei milioni di ciuffi di erba che spuntavano dal cemento. Mi ci impiglio le caviglie e scivolo come una cretina. Come se non bastasse batto la testa contro qualcosa di duro. Per un momento sento un dolore fortissimo in tutto il corpo, come se miliardi di lame mi stessero trafiggendo tutte nello stesso istante, poi tutto si calma e, per alcuni istanti, riesco a distinguere il battito del mio cuore e il mio respiro che si fa sempre più corto e impercettibile. Poi, neanche quello.
#spazioautrice
Lo so, è un momento critico questo e, probabilmente, state già pianificando la mia morte in qualche strano modo, ma ho bisogno di dirvi sei paroline che si riassumono in una sola sigla: SPICAC.
Ovvero, Scusate Per Il Colpo Al Cuore.
Ho dovuto farlo...
Non avadakedavrizzatemi... vi prego...

la profeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora