La bella notizia ha fatto il giro completo della famiglia in pochissimo tempo. Mamma mi ha chiamata il giorno dopo per parlarne, per circa un'ora, ci stiamo organizzando già per i regali! Non sta nella pelle perché, anche se non lo ammetterà mai, J, Al e Lily sono i suoi preferiti e quindi è come se fosse un figlio suo a sposarsi. In più adora Susan e Harry, ovviamente. Dice che si sta già allenando per diventare nonna.- Dei figli di Hugo, mamma. - ho precisato io anche stavolta.
- Perché tu e... Com'è che si chiama? - eccone un'altra che non ricorda il suo nome.
- Ace, mamma. E comunque no. - ho tagliato corto.
Io e mamma ci sentiamo spesso. Sono la figlia maggiore, sono donna, dovrei essere più responsabile di mio fratello eppure... Eppure sono quella che le dà più preoccupazioni. Ma solo perché vivo lontana e non sto ultimando gli studi a Cambridge con una ragazza che lei e papà approvano e che frequenta i corsi per diventare guaritore, come mio fratello.
Dicevo, mamma mi chiama spesso la mattina, sacrificando preziosi momenti di sonno. Non lo farei mai, ma forse parlo così perché non sono madre.
Comunque, anche stamattina mi ha chiamata, ma sul cellulare, perché ho fatto il turno di notte. Voleva assicurarsi che il gufo avesse già consegnato la borsa con i regali da parte di tutti. Daffy mi ha mandato un gufo per avvertimi.
Presto saranno sotto l'albero e saranno gli unici che avrò.
Ace è ateo e quindi non me ne compra a Natale, dice che può dimostrare che mi ama in qualsiasi giorno dell'anno e, infatti, spesso mi fa dei regali in giorni del tutto normali. Io gli faccio comunque un pensierino per Natale, per poi regalargli qualcosa di più consistente al suo compleanno.Approfittando della fine del suo turno è venuto a prendermi a lavoro. Per lui è un po' difficile orientarsi quassù, specialmente con la neve, perciò mi aspetta fuori col suo pickup.
Tutti gli studenti lo guardano straniti, indossa la sua uniforme e desta persino qualche risatina.
- Ma chi è quello!? - sento bisbigliare in tono derisorio un gruppo di ragazzine del quinto o sesto anno, mentre avanzo verso di lui igorandole
Sapevo fosse qui, mi avverte sempre perché dice che non ha tempo per le sorprese.Il vociare delle ragazzine mi ricorda di quando anche l'imbecille veniva a prendermi. Non mi avvertiva mai ma una pioggia di foglie rosse, visibili solo a me, mi fluttuava davanti finendo sui miei capelli o fra i libri, giusto per farmi capire di non perdere tempo alla fine delle lezioni. Logicamente, capitava che venisse sempre nei giorni in cui ero orribile, anche se lui mi accoglieva sempre con un sorriso ed un complimento.
I commenti rivolti a lui erano di tutt'altro genere, facendo emergere dai confini della decenza il vero animo di alcune delle studentesse anche perché, con qualunque temperatura, mi aspettava sulla moto accesa, in jeans, giubbotto di pelle, t-shirt bianca attillata e occhiali da sole: da rimanerci secchi, specialmente se hai sedici anni e gli ormoni a palla. Ma anche ventitré, ripensandoci. Mi faceva sempre effetto vederlo.
- Ma chi è quel dio greco? - disse un'oca giuliva.
- Oh, Morgana! Che gli farei… - sentii bisbigliare ed, effettivamente, era innegabilmente bello e trasudava sesso da ogni poro.
- Stella! - disse con un meraviglioso sorriso sghembo, sfilando verso di me e tra i sospiri di quelle galline. Si tolse gli occhiali e si scompigliò i capelli. Un attimo dopo, io lo stavo baciando a mezz'aria, con le sue mani che mi cingevano la vita.
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R/S ~ Scorose
Fanfiction☆Sequel di W/M ☆ Sono passati dieci anni da quel giorno alla Tana e le vite di Rose e Scorpius sono diverse, adesso. Cos'è cambiato? E cosa, invece, è rimasto uguale? - Ma perché continua a farmi quest'effetto? Perché mi sento come se avessi di nu...