One Way Or Another

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- MERLINO! È LUNEDÌ! È LUNEDÌ! - faccio le scale a due a due e, non so come, riesco a non cadere.

- Ma dove vai!? - domanda Al correndo in salotto e bloccandomi.

- Alla sede della Simpathy for the People! Devo... -

- Spedire il progetto? - J mi sorride - L'hai spedito alle undici e mezza, ieri sera. Giusto in tempo. E comunque, uscire in pigiama ti avrebbe fatto guadagnare punti, sicuramente. -

Abbraccio J e poi crollo sul tappeto.

Mi sono addormentata come una stupida, ho lavorato senza sosta dalle undici di ieri mattina, senza nemmeno mangiare. Cioè, non proprio.

Susan mi ha portato del gelato e un pacco di biscotti verso ora di pranzo, ma non ho mangiato a tavola, ecco.
E poi Lily mi ha portato dei muffin ai mirtilli il pomeriggio, ma erano alla frutta, ne ho mangiati solo tre.

- Eri buffa, zia, con la faccia sulle pergamene, sai? Zio Jamie, zia Izar, Papi ed io ci siamo fatti anche una foto con te mentre ti usciva dell'acqua dalla bocca! - grazie. Gentilissimi.

- Tu sei buffo! - rispondo facendogli una smorfia e poi prendendolo in braccio, mentre mando a fanculo col labiale J e Al che ridono - Vieni, facciamo colazione. -

- C'è una sorpresa, zia! - replica lui abbracciandomi.

- Bella? -

- Penso di sì! -

Certo. Bellissima.

- Colazione in famiglia! - dice Susan sorridendo appena entro in cucina.

L'unica a non sorridere è lei.
La odio.
Vorrei affogarla nella ciotola del latte.
Si guarda intorno come se fare colazione fosse un atto ignobile e non perde occasione per sorridere a quell'imbecillle che non l'ha ancora mollata.

- Cos'è, una nuova abitudine? Anche il lunedì? - chiedo alla padrona di casa che mi scocca un'occhiataccia.

- Tranquilla, non resto. Ho solo accompagnato il mio futuro marito! - replica lei col suo sorriso fastidioso. Spero le venga un'infezione per via dell'acqua del gabinetto.

Perfettamente fasciata in un tubino verde acido come lei, ogni tanto si porta una ciocca dietro l'orecchio e si guarda compiaciuta le unghie laccate di un rosa idiota come lei.

- Già. Poteva perdersi in cento metri. - ribatto seria.

- Caffè? - chiede Al, che ignoro.

- A quanto ricordo ha un buon senso dell'orientamento. - continuo.

- Oh beh, sai, uscendo dalla stessa casa, adesso che viviamo insieme, mi è venuto naturale! Gli ho detto: ti accompagno! -








- Ti accompagno! - lo abbracciai e gli diedi un pizzico sul sedere. Gli tesi la mano ma lui si fermò all'ingresso, mentre stavo per aprire la porta.

- Ma no, Stella, stai tranquilla! - rispose con un ghigno attirandomi a sé - So che hai paura che mi rubino ma... -

- Oh sta' zitto, Malfoy! È il tuo primo giorno all' Accademia, è importante, io posso andare più tardi in biblioteca! Tanto, nessun fascicolo sull'uso improprio dei manufatti babbani si sentirà solo e poi devo marcare il territorio. Tu sei solo mio. - continuai sulle sue labbra.

- Non voglio essere di nessun'altra. -

In un attimo le nostre labbra si incontrarono, la mia schiena urtò contro la porta e, mentre i suoi baci si erano spostati e stavano per assaporare il mio collo e le sue mani si facevano strada sotto la camicetta, io gli avevo già sbottonato i jeans. Toccavo la sua erezione e pensavo al fatto che l'avrei sentita presto dentro di me, così gli abbassai i pantaloni con uno strattone.

R/S ~ Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora