≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟒𝟔: 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢

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L'uomo fece spallucce restando in silenzio ad osservarmi non facendo altro che rendermi più irrequieto di quanto già fossi; era il più rinomato poliziotto della Corea e per anni era restato sulle nostre tracce senza poter agire a causa del nostro primato nella classifica. Peccato che ora non possediamo più alcuno scudo e lui si trova proprio di fronte a me.

«Vuoi aspettare che l'alcol faccia effetto così potrai portarmi tranquillamente in carcere non appena sarò crollato per la stanchezza?» chiesi corrugando le sopracciglia ed attirando le ginocchia ─ nascoste dalla coperta ─ contro il petto.

Al minimo movimento scappo.

«No, volevo solo farti delle domande faccia a faccia, sai, non capita spesso di aver la fortuna d'incontrare per strada il più grande venditore di droga ubriaco» spiegò calmo alzandosi dalla sedia ed andando in cucina sotto il mio sguardo indagatore ed attento, per poi fare ritorno con due tazze. «Prendi, è della camomilla» ed alla mia esitazione ridacchiò leggermente, lasciando che due fossette gli comparissero sulle guancie. «No, non ci ho messo nulla per farti dormire, è per aiutarti con la bella sbronza che ti sei preso»

«E perché lo fai?» domandai portandomi la tazza alle labbra, scottandomele. «Cazzo scotta!» esclamai leccandomi il labbro superiore. «L'hai fatto apposta?!» ringhiai senza preoccuparmi di pormi alcun freno, un po' a causa all'alcol che mi faceva straparlare ed un po' a causa del mio solito carattere piuttosto esuberante.

«Mh, può essere, d'altra parte hai creato diversi problemi ai miei uomini o sbaglio?» ribattè inclinando la testa ed ottenendo in risposta solo una semplice alzata di spalle. Come se fosse normale per un ragazzo di ventuno anni avere a che fare con la Polizia di Stato per traffico di droga, infiltrazione nelle loro stazioni locali per distruggere le eventuali prove di omicidio e molto altro. «Comunque quello che ti voglio chiedere-»

«Non ti dirò nulla-» lo anticipai soffiando sulla tazza. «Non pensare che aiutandomi, se così si possa dire, otterrai qualcosa da me, non funziona così»

«Lo immaginavo ed è per questo che mi limiterò a farti alcune domande a cui tu potrai scegliere se voler rispondere o meno» spiegò serio alzandosi dalla sua sedia e ruotandola in modo da potersi appoggiare con il petto sullo schienale. «Tu e Suga-» iniziò. «Siete i produttori della Silver Tongue, vero?»

Alzai lo sguardo puntandolo nel suo serio.

L'unica cosa che la Polizia sapeva ─ Namjoon compreso ─ era unicamente che Suga ed io spacciavamo la ST; quello che invece non sapevano era come la nostra fosse solamente una versione alternativa all'originale, fatta appositamente per chi cerca di smettere da quest'ultima.

La nostra ha effetti meno potenti rispetto quella prodotta da Spectre ed ovviamente per uno che non l'ha mai presa anche la nostra risulta forte, ma per qualcuno che vuole smettere, è più che perfetta.

«Sai bene che non è affatto così» affermai abbassando maggiormente la voce. È ovvio che ci veda come i responsabili altrimenti come avremmo mai potuto raggiungere il vertice delle classifiche vendendone una semplice copia?

«Perché continui a mentire V? O forse dovrei dire, Kim Taehyung?» sussurrò appena, e subito il mio cuore smise di battere per qualche secondo. «Ho fatto un po' di ricerche su te e i tuoi genitori sai?» si sporse in avanti sulla sedia senza mai distogliere lo sguardo dal mio.

«Stai zitto»

«Sono finiti in carcere per produzione di droga, una droga che lascia la lingua sporca di argento, ti dice niente?» si dondolò un poco in avanti prima di scattare all'indietro giusto in tempo per evitare la tazza ancora piena che gli lanciai contro.

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora