≣ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟐𝟐: 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐯𝐮𝐨𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢𝐚

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Nella mia vita avevo commesso diversi errori, avevo fatto scelte sbagliate e avevo rimpianto molte cose.. Ma mai tanto quanto ora. Scegliere di tornare a casa, si era rivelato essere più problematico di quanto mi aspettassi.

«Ti sei deciso a tornare» fece mia madre non appena varcai la soglia di casa. «Sai che ti spetterà una punizione vero?» chiese e con nonchalance alzai le spalle; lei mi guardò storto ─ come infastidita dalla mia indifferenza ─ e poi posò lo sguardo sulla macchia della maglia. «E quella invece come te la sei fatto..?» chiese allungando le mani proprio come fece Taehyung, ma questa volta mi spostai in tempo.

«Non toccare, non ti è mai interessato se mi facessi male o altro, non farlo ora» stabilii serio, sopprimendo un ringhio.

Alle sue spalle poi comparve anche mio padre con sguardo severo e braccia incrociate. «Tua madre pensava di farti restare ancora nella stanza a riflettere, ma credo che data la situazione sia meglio procedere con altre tipologie di punizioni» ed il suo tono di voce mi fece rabbrividire. Sarebbero andati oltre? A me? Loro figlio? «Per quanto non le accettiamo perché poco educative, credo che questa volta sia giusto punirti come fanno dei nostri conoscenti. Non uscirai per una settimana e ti porteremo personalmente a scuola aspettandoti anche per il ritorno, evitando quindi che tu esca con persone decisamente poco affidabili»

«Quel ragazzo rosso tutto tatuato ti sta portando sulla cattiva strada, è colpa sua quindi dobbiamo solamente impedire che tu lo veda» continuò mia madre affiancandosi a mio padre. «Ora vai in stanza e scendi solo quando ti chiamiamo»

Guardai entrambi incerto, li oltrepassai senza però ricevere la consueta sberla ─ cosa che mi fece tirare un leggero sospiro di sollievo ─ e mi ritrovai a pensare come alla fine le mie parole, anche se dette in un momento di rabbia, erano finite con l'avverarsi; per un po' di tempo sarei stato lontano da Esprit e Taehyung.

Ma è meglio così, ora come ora non mi va di dovergli delle spiegazioni.

Salii quindi in stanza in stanza medicandomi velocemente la ferita, mettendo a lavare la maglia ─ scegliendone un'altra ─ e mi coricai a letto addormentarmi senza cenare.

[...]

Il mattino seguente i miei genitori diedero inizio alla punizione da loro scelta. Mi svegliarono e attesero che mi preparassi accompagnandomi fino al cancello d'entrata della scuola e ─ dopo sei ore ─ tornando in quello stesso preciso punto per portarmi a casa.

Divenne una routine nemmeno troppo fastidiosa, non ricevetti alcuna punizione corporale e l'idea di star lontano dalla stanza con la Bibbia ─ o qualunque altra cosa ci fosse di sacro ─ non era poi così male.

Eppure c'era qualcosa che mi turbava, era un sentimento particolare, mi rendeva irrequieto e non capivo se fosse per l'astinenza dalla Silver Tongue o per altro, ma in qualche modo sentivo di dover trovare una valvola si sfogo per questo sentimento tanto particolare quanto sconosciuto.

Cos'era? Delusione forse? Frustrazione? Ancora non riuscivo a capirlo.

«Bella merda..» sbuffai senza nemmeno rendermene conto. Mio padre si voltò di scatto nella mia direzione spalancando gli occhi. «Sì papà, quando tornerò a casa mi sciacquerò la bocca con il sapone..» ripetei le sue solite parole con tono decisamente scocciato.

Jimin mi aveva scritto che non sarebbe venuto a scuola per un po' e che avrebbe preso il mio posto mentre non ero ad Esprit, senza però specificare chi sarebbe stato il suo partner perché era evidente che con Suga non ci sarebbe mai stato ed io, ovviamente, non mi sporsi troppo nel chiedergli chi fosse il suo compagno. D'altra parte, poteva stare con chiunque, non mi avrebbe certo infastidito.

➽ Silver Tongue | Taekook ✔  [1/2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora