8. Potrei uccidermi da sola

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Qualcosa non va.

È da ieri che non riesco a smettere di pensare a due occhi di uno scuro e profondo nero, al punto che ha preso a farmi male la testa. Sentir suonare Gabriel mi ha fatto un effetto piuttosto strano. La mia mente non riesce a deviare i riflettori dal ricordo di lui e non capisco cosa sia successo da avermi meravigliata in questo modo.

Il pianoforte?
Le melodie di alcuni dei miei autori preferiti?
Le risate che ci siamo fatti dopo?

Cerco di distrarmi leggendo il libro di scienze, ma le cose non migliorano appena lo vedo entrare.
Mi appoggio al banco e mi impongo di non guardarlo.

Potrei uccidermi da sola.

«Buongiorno.» il professore entra in classe, ma non alzo lo sguardo per verificare. Non ho la forza di fare alcunché in questo momento.

«Soph, tutto okay?» Kyle mi scuote leggermente per le spalle, obbligandomi ad alzare gli occhi su di lui.

«Sì.» sospiro. «Sono solo stanca.»

Il mio sguardo, inevitabilmente, si posa su Gabriel, seduto dall'altra parte della classe. Aggrotto la fronte quando noto il fastidio evidente sul suo viso.

Lo vedo girarsi verso il ragazzo dietro di sé, il quale continua a parlargli con un ghigno sulle labbra. Il mio cuore batte più forte, appena prevedo cosa accadrà. Ne ho la conferma quando si alza all'improvviso con così tanta forza e velocità che la sedia cade all'indietro.

Raggiunto il ragazzo, lo afferra per la maglietta e lo spinge violentemente contro il muro, mentre con l'altra mano tiene i suoi capelli.

«Dillo ancora, testa di cazzo! Ti uccido.» gli urla, spingendo aggressivamente la sua testa contro la parete, mentre lui mugugna dal dolore.

La voce del professore che gli grida di fermarsi sembra non arrivargli neppure.
Quando Gabriel lascia andare il ragazzo che cade a terra, il professore batte un pugno sulla cattedra. «Rain, in presidenza! Adesso!»

Scatto urgentemente in piedi. «No, aspetti.»

«Questo è inammissibile!» ribatte il signor Miles, indicando Gabriel. «Abbiamo tollerato abbastanza il suo comportamento. Non ci sono più seconde possibilità!»

«Capisco, professor Miles, ma...»

«Vuoi finire in presidenza anche tu?!»

Taccio per qualche secondo, respirando con affanno. Kyle, al mio fianco, mi appoggia una mano sul braccio, ma non per fermarmi.

So quali saranno le conseguenze, ma se mi sedessi ora, tutti riterrebbero Gabriel responsabile. Nessuno andrà a fondo, nessuno cercherà un motivo per la sua reazione. Continueranno a guardarlo con odio e paura, irremovibili dai loro pregiudizi.

Inspirando a fondo, avanzo verso Gabriel, fermo davanti alla porta, e mi frappongo tra lui e il professore.

Non dico nulla, non posso contrastare il professore perché l'atteggiamento violento è per principio sbagliato, così do le spalle alla classe e mi avvio fuori. Gabriel esce subito dopo di me.

«Fermo.» lo blocco quando fa per allontanarsi. «Non andiamo dal preside.»

«Ah no?»

«Potrebbe espellerti.»

«Non m'importa.»

«Ma a me sì.» lascio andare il suo braccio e mi appoggio contro il muro. «Che cosa ti ha detto, quel ragazzo? Pensavo avessi capito che non è più il caso di picchiare gli altri, nella tua situazione.»

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