«Eccoti.» esclama Kyle appena varco il cancello che delimita il cortile scolastico. «È difficile contattarti senza che tu abbia il cellulare. Le chiamate non ti arrivano più.»
È così presto che mi stupisce che sia già qui. Di solito ci vogliono circa sette richiami, a detta di sua madre, per svegliarlo definitivamente. Sono state troppe le volte che i motivi delle sue assenze riguardassero la sua incapacità di svegliarsi.
«Non credo me lo restituirà più.» appoggio lo zaino per terra, mentre Kyle si siede a cavalcioni sul muretto. Anche perché non c'è più alcun telefono da restituirmi.
La maggior parte dei compiti devo svolgerli in biblioteca, nelle ore in cui sono certa che lui sia al lavoro e non corra il rischio di essere scoperta fuori casa.
Di solito sto attenta. Conosco quelle poche persone con cui mio padre esce per una birra. Glielo riferirebbero all'istante se mi vedessero per strada a un orario insolito al loro amico.
«Ho pensato che potrei darti il mio.» dice. «Mia madre lo ha cambiato da poco e posso prendere quello vecchio. Non mi piace l'idea di sentirti solo a scuola, e non sapresti come fare in caso di emergenza.»
«Non ce n'è bisogno.» lo rassicuro, grata. «Inoltre, chissà quante ricerche indecenti avrai fatto.»
Mi strizza l'occhio. «Quanto mi conosci!»
«Certe cose non le voglio sapere.» lo colpisco al ginocchio, strappandogli una risata.
Improvvisamente, sento un braccio cingermi le spalle e una voce dire: «Ehi.»
Riconosco immediatamente il timbro basso e l'odore maschile mischiato a un lieve cenno di caffè. Alzo lo sguardo su Gabriel.
«Ciao.»
«Ehi, amico.» lo saluta Kyle, mentre lui mi lancia una breve occhiata e va a sedersi al suo fianco. «Ho pensato che potremmo uscire. Ultimamente ho voglia di popcorn e qualche film di paura. Che ne dici di The Ring?»
Lui storce le labbra. «Quello non fa paura. La prima metà del film è talmente noiosa che ti passa la voglia di continuare.»
«Non l'ho mai visto. Pensavo che mi avrebbe procurato gli incubi per sempre.»
La normalità con cui conversano mi renderebbe molto entusiasta, se solo non stessero parlando di film dell'orrore. Sento già l'ansia di avere qualcuno alle spalle.
Con un movimento rapido, mi giro per assicurarmi che nessuna bambina assassina stia strisciando sul cemento per raggiungermi e accoltellarmi alla schiena.
«Se è la paura che cerchi, guardati L'Esorcista.»
«Dovremmo incontrarci.» l'affermazione decisa di Kyle fa voltare entrambi verso di lui. «Dubito ci sia al cinema. Perché non venite a casa mia?»
«Scordatevelo.» annuncio subito. «Non sopporto gli horror, lo sapete.»
«Se non vieni, non saprò chi spaventare. E Gabriel non sembra uno che ha paura dei film horror.»
No di certo. L'ultima volta che ho visto un film horror è stato con lui, anche se sono stata troppo concentrata a pensare alla sua vicinanza per provare paura. In seguito, dopo la sua rivelazione, me ne sono completamente dimenticata.
Ma non riesco ad apprezzare i film horror.
Nella mia testa si attiva un allarme ogni volta che qualcuno mi propone di guardarne uno, e quel qualcuno è Kyle.La paura non si manifesta quando li guardo, ma la sera, mentre sono sdraiata nel letto, e il buio mi fa vedere cose che probabilmente non ci sono.
«Che ne dici di Annabelle?»
«No.» affermiamo contemporaneamente io e Gabriel.
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Difficult
RomanceCOMPLETA «Tu non hai paura?» Mi volto verso di lui, accigliandomi. «Di cosa?» «Di me.» Sophie Devis è entusiasta di ritornare a scuola, dopo le interminabili vacanze natalizie che l'hanno costretta a casa. Da sempre motivo di disapprovazione e criti...