GABRIEL
«Ecco a te. Cioccolata calda e biscotti allo zenzero.»
Ho solo il tempo di alzare gli occhi dal pianoforte, prima di trovarmi davanti un vassoio colmo di biscotti con stampi a stella e una tazza da cui fuoriesce un leggero vapore che trasporta alle mie narici l'odore caldo e confortevole del cioccolato fondente.
Sospiro, accennando un sorriso. «Mamma, quante volte ti ho detto che i biscotti allo zenzero non mi piacciono più?»
Lei dischiude le labbra, sbattendo le ciglia. «Ma se erano i tuoi preferiti!»
«Quando avevo quattordici anni.» afferro il vassoio, appoggiandolo sul ripiano lucido e nero del pianoforte. «Sono cresciuto. E sono cambiato, come sono cambiati i miei gusti.»
Mentre osservo l'enorme salotto decorato da mobili sofisticati, con pareti tinte di un beige chiaro ed elegante, e le infinite cornici di foto raffiguranti felicità e amore, mi rendo conto che niente di tutto questo è vero.
Queste pareti non sono veramente sicure, non c'è realmente un vassoio con deliziosa cioccolata e con biscotti allo zenzero, né le cornici sono appese ai muri che mi tengono rinchiuso in un posto in cui non sono presente per davvero, in cui mia madre non c'è più.
Ma se non è reale, allora perché lo sto vivendo? Perché riesco a sentire il tocco leggero delle dita calde della donna più importante della mia vita? E perché la sua voce sembra così vera da farmi credere di averla per davvero qui?È tutto un gioco? Un modo per farmi stare male? Farmi desiderare la mia mamma all'infinito inutilmente, sapendo che non posso riaverla?
«Tu non sei realmente qui, non è vero?» non alzo lo sguardo sul suo viso reso dolce dai lineamenti morbidi e dagli occhi sottili che a un minimo accenno di sorriso quasi si chiudono.
«Non dire stupidaggini.» ridacchia, sedendosi accanto a me davanti allo strumento. Mi accarezza il braccio da sopra la felpa che indosso. «Io ci sono ogni volta che mi vuoi al tuo fianco, Gabe.»
Gabe.
Sento un brivido attraversarmi la schiena nel risentire quel nome pronunciato da lei. Fino ad adesso è appartenuto a un'altra persona, la sola e unica a cui l'ho concesso.
Credevo di essere infastidito, la prima volta che gliel'ho sentito dire. Ho cominciato a pensare che non potevo lasciare quel nome nelle mani di chiunque, ma il tono con cui è uscito fuori dalle sue labbra...
Mi era piaciuto. Sembrava giusto, e in seguito ho capito che lo era davvero.«Mamma, ho conosciuto una persona.» mi volto col busto verso di lei, tirando fuori le parole con fretta, come se volessi sfruttare quel momento di coraggio.
In risposta, ricevo un sorriso. «Oh, lo so.»
«È speciale.» tiro i fili che fuoriescono dallo strappo dei jeans sul ginocchio.
«Lo credo, tesoro.»
«Penso che mi stia aspettando.» alzo gli occhi nelle sue iridi, dove anche il nero sembra un colore felice. «Non lo so. Sento che devo tornare da lei.»
«Le piacciono i biscotti allo zenzero?» chiede mia madre, un angolo della bocca sollevato e lo sguardo indagatore.
Rido, scuotendo la testa. «Non lo so. Le piacciono i biscotti al cioccolato, però.»
«No. Non è quella giusta, allora.» afferma con convinzione, prima di scoppiare a ridere entrambi.
Alzo gli occhi al cielo, divertito. «Cosa c'entrano i biscotti allo zenzero?»
«C'entrano sempre i biscotti allo zenzero.» ne afferra uno dalla ciotola posata sopra il vassoio in legno, avvicinandoselo alla bocca. «Allora, raccontami di lei.» dice poi, incrociando le gambe sulla sedia e spostandosi i capelli castani dal viso. Non mi è mai sembrata tanto giovane come lo sembra adesso.
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Difficult
RomanceCOMPLETA «Tu non hai paura?» Mi volto verso di lui, accigliandomi. «Di cosa?» «Di me.» Sophie Devis è entusiasta di ritornare a scuola, dopo le interminabili vacanze natalizie che l'hanno costretta a casa. Da sempre motivo di disapprovazione e criti...